Ammetto la mia ignoranza brassicola su Minnesota, se si esclude il birrificio Surly del quale vi ho parlato in questa occasione. Eppure lo “stato dei 10.000 laghi" annovera circa 160 birrifici attualmente operativi e sette di loro all’ultima edizione del Great American Beer Festival hanno portato a casa una medaglia. Una sorta di mini beer-hunting alla cieca mi ha portato quattro lattine che vediamo in ordine di gradimento.
Partiamo da Northgate Brewing, microbirrificio operativo dal 2013 a Minneapolis e trasferitosi dopo solamente un anno in una location più ampia dove la produzione annuale è arrivata a 5200 ettolitri. I fondatori sono gli ex-homebrewer Adam Sjogren e Todd Slininger ai qual si è aggiunto il birraio Tuck Carruthers: i tre non nascondono di amare soprattutto la tradizione brassicola inglese e le loro quattro birre prodotte tutto l’anno in lattina lo confermano: una English Brown Ale (Wall’s End), una English IPA (Bitter Fool), una Session IPA e una Nitro Milk Stout (Maggie’s Leap) che andiamo ad assaggiare.
Da quanto leggo si tratta della prima birra al carboazoto del Minnesota che viene messa in lattina: nel bicchiere si presenta di colore ebano scuro ma non regala il classico “effetto nitro” anche se versata aggressivamente. La testa di schiuma che si forma è piccola, grossolana e si dissolve piuttosto rapidamente. Orzo tostato, caffè e una leggera nota di legno affumicato formano un “naso” un po’ sporcato da qualche sconfinamento nella plastica bruciata. Il mouthfeel è morbido ma non ha la cremosità da “nitro”: l’intensità dei sapori è comunque degna di nota visto che si tratta di una stout dall’ABV abbastanza contenuto (4.9%): caramello, orzo tostato, caffelatte e qualche accenno di cioccolato formano una bevuta molto bilanciata che tuttavia presenta qualche imprecisione soprattutto nella chiusura amara finale, un poco sgraziata. Peccato, perché l’intensità del gusto era quella giusta e Maggie’s Leap poteva essere davvero una buona Milk Stout.
Formato 47,3 cl., alc. 4.9% , IBU 26, lotto e scadenza non riportati, 2.68 $
Poco lontana da Northgate si trova la Bent Brewstillery: siamo sempre ad una decina di chilometri dal downtown di Minneapolis. Distilleria e nanobirrificio con taproom furono aperti nel 2012 dall’ex-homebrewer Bartley Blume; nel 2013, in attesa di trovare la location giusta per espandersi, la produzione si appoggiò temporaneamente agli impianti dalla Pour Decisions Brewing Company. Nel 2014 Bent e Pour Decisions si fusero in una unica società che mantenne il nome Bent: Blume rimase presidente mentre Kristen England, fondatore di Pour Decisions, divenne Head Brewer. Anche Bent guarda soprattutto alla tradizione inglese con tre lattine prodotte tutto l’anno: l’Amber Ale chiamata Nordic Blonde, la English IPA Enuff e la Export Stout Nicked, che versiamo nel bicchiere.
All’aspetto è “quasi” nera e la sua schiuma è cremosa e compatta. L’aroma mostra pulizia e una buona intensità di orzo tostato, caffè e frutti di bosco; convince meno la sensazione palatale, con una consistenza un po’ troppo debole per una Export Stout che ha un discreto ABV (7.7%). Il gusto continua sullo stesso percorso senza nessuna deviazione ma con meno pulizia. Il dolce di caffelatte e caramello è bilanciato dall’amaro delle tostature che parte bene ma va progressivamente scemando fino a scomparire, per un finale in tono dimesso. L’alcool non dà nessun segno di presenza: ne guadagna ovviamente la bevibilità ma manca quel tepore che vorresti trovare quando ordini una Export Stout. Il risultato è anche qui solamente discreto, c’è qualche passaggio a vuoto nell’intensità e pulizia ed eleganza sono tutt’altro che esemplari.
Formato 47,3 cl., alc. 7.7%, lotto e scadenza non riportati, 2.68 $
Da Minneapolis spostiamoci di 200 chilometri a nord a arriviamo a Duluth, ultimo grande avamposto del Minnesota prima del confine con il Canada, adagiato sulle rive del lago Superior. E' qui che ha trovato casa la Bent Paddle Brewing Co., fondata nel 2013 due coppie di sposi: Bryon e Karen Tonnis, Colin e Laura Mullen. Bryon e Colin, hanno esperienza decennale come birrai rispettivamente alla Rock Bottom di Minneapolis e alla Barley John’s Brew, della quale parleremo a breve. Da un gruppo di investitori raccolgono il milione di dollari necessario per ristrutturare un vecchio stabile nel Lincoln Park di Duluth e vi installano un impianto da 35 ettolitri con taproom adiacente; la “bent paddle” è ovviamente la pala che viene utilizzata per mescolare il mosto,
La Bent Paddle Black Ale (6%) è prodotta con una "generosa" quantità di avena, oltre a malti 2-Row, Golden Promise, De-husked black, Crystal-155 e Crystal-20, luppoli Willamette e CTZ. Il suo colore tiene fede al nome mentre al naso si nota un'ottima pulizia ed una bella eleganza: pane nero, delicate tostature di orzo e pane, caffè, more e mirtilli. La bevuta non arriva ad una lussureggiante cremosità ma è comunque morbida e piuttosto gradevole: il gusto ripropone l'aroma con buona intensità ed equilibrio tra pane nero, caffè, caramello e frutti di bosco. Un'accelerata amara finale (tostature e caffè) chiudono un percorso lineare ma intenso, abbastanza pulito e piuttosto soddisfacente.
Formato 35,5 cl., alc. 6% , IBU 34, lotto e scadenza non riportati, 1.99 $
Chiudiamo in bellezza con un birrificio che geograficamente si trova ubicato su due stati. Barley John's, brewpub fondato nel 2000 da John Moore e dalla moglie Laura Subak a New Brighton, venti chilometri a nord di Minneapolis. John vantava esperienza come birraio alla District Brewing di Minneapolis e alla James Page Brewing. Nel 2016, dopo due anni di lavori, il piccolo brewpub viene affiancato da una seconda e più ampia succursale che consente di produrre circa 12000 ettolitri l’anno: le leggi del Minnesota tuttavia permettono ai brewpub di offrire la propria birra solamente all’interno dei propri locali: non possono né vendere fusti ad altri bar né distribuire lattine e bottiglie nei negozi. Per questo John Moore sceglie di spostarsi di sessanta chilometri ad est in Wisconsin a New Richmond per aprire una secondo e più ampio brewpub in grado di mettere le birre in lattina e distribuirle anche in Minnesota.
La Old 8 è una porter robusta (8%) la cui ricetta prevede malti 2-Row, Black Malt, Roasted Barley, Chocolate e Dark Crystal, luppoli Warrior e Fuggle. Nel bicchiere è nera con una bella testa di schiuma cremosa e compatta: il naso è ricco di tostature, note terrose e fondi di caffè, accenni di tabacco, affumicato e cioccolato; intensità e pulizia sono a ottimi livelli e anche la sensazione palatale si rivela eccellente, morbida, quasi vellutata. Il gusto spinge deciso sul torrefatto il cui amaro è amplificato dalla generosa luppolatura; le poche concessioni dolci (caramello brunito, esteri fruttati) hanno solamente la funzione di supporto. L’alcool scalda con mano delicata una porter molto intensa e semplice ma molto ben eseguita, ricca di tostature e qualche ricamo di tabacco e cioccolato a conclusione di una gran bella bevuta.
Formato 47,3 cl., alc. 8%, IBU 60, lotto e scadenza non riportati, 3.99 $
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