venerdì 28 settembre 2018

Wicked Weed El Paraiso Bourbon Barrel Imperial Stout 2018

Il birrificio Wicked Weed di Asheville, Carolina del Nord, era arrivato sul blog quando le acque erano ancora calme: era l’aprile del 2017, esattamente un mese prima che arrivasse la tempesta. Non per Walt e Luke Dickinson e per la famiglia Guthy, proprietari del birrificio, ma per tutti gli aficionados della craft beer: la vendita alla multinazionale AB-InBev. Wicked Weed andava quindi a far compagnia agli altri ex-birrifici artigianali che compongono il segmento “High End” di Ab-Inbev: Goose Island, Blue Point, 10 Barrel,  Elysian, Golden Road,  Breckenridge, Four Peaks, Devils Backbone e Karbach. Le cifre dell’acquisizione non sono mai state rivelate ma le dichiarazioni post-vendita sono le stesse che abbiamo sempre letto: “siamo la stessa gente di prima, gli stessi birrai, lavoriamo duro e le birre resteranno identiche a prima. Anzi, saranno migliori grazie al nostro nuovo partner strategico”
Duecento impiegati, quattro locations operative nei dintorni di Asheveille: il brewpub/ristornare downtown dove tutto è iniziato, il Funaktorium dedicato alle birre acide, un magazzino per gli invecchiamenti in botte e  il birrificio da 80 HL nella periferia ad ovest. Operazioni che hanno richiesto grossi investimenti da parte della famiglia Guthy, sino ad allora principale finanziatore dei birrari Walt e Luke Dickinson: difficile resistere alle lusinghe e ai danari di una multinazionale. Quello che ha invece impressionato è stata la reazione immediata della comunità della craft beer: 52 dei 74 birrifici annunciati al festival Funkatorium hanno immediatamente declinato l’invito costringendo Wicked Weed dapprima a posticiparne la data da luglio a settembre e poi a cancellarlo definitivamente
Il 2017 si è comunque concluso in maniera gloriosa per il birrificio di Asheville: oltre 60.000 gli ettolitri prodotti con un clamoroso aumento del 470% rispetto al 2015. Nell’autunno del 2016 qualche bottiglia era arrivata anche nel nostro continente; all’inizio dell’estate ne è arrivata una quantità ben più vasta e variegata. 

La birra.
El Paraiso (9.5%) è un’imperial stout prodotta con fave di cacao e caffè colombiano della Mountain Air Roasting di Asheville; si tratta dell’evoluzione della Red Eye (8.6%), altra imperial stout al caffè che Wicked Weed aveva prodotto nel 2013 ed era disponibile solamente alla spina. I primi fusti di El Paraiso (arricchita con bacche di Goji e peperoncini Ancho) iniziano ad apparire nel corso della seconda festa di compleanno del birrificio. La commercializzazione in bottiglia avviene solamente a partire da aprile 2016
Noi andiamo invece ad assaggiare la sua versione barricata in botti ex-bourbon, edizione 2018. Si presenta di un bel color marrone scuro e una schiuma cremosa e compatta che mostra una buona persistenza. Il bourbon non esita a conquistare il palcoscenico: l’aroma è intenso, elegante, pulito, con piacevoli sfumature di vaniglia e legno, prugna e uvetta sotto spirito, cioccolato al latte. All’appello manca solamente il caffè, relegato un po’ troppo in secondo piano. E’ un’imperial stout molto morbida, quasi setosa, senza particolari viscosità e indelebilmente segnata dal passaggio in botte di bourbon anche al palato. Uvetta e prugna sotto spirito, pochissime tostature, qualche accenno di cioccolato e vaniglia nel finale, un po’ di liquirizia: il finale è una lunga scia etilica ricca di bourbon che riscalda e rincuora senza mai andare oltre le righe. Es un medio paraiso, un paradiso a metà quello di Wicked Weed: gran bel naso che non trova corrispondenza al palato dove arriva invece una birra molto meno interessante, poco espressiva, meno pulita e meno elegante. Passaggio in botte e bourbon eleganti ma troppo caratterizzanti al punto di eclissare quasi completamente l’imperial stout: si sorseggia con piacere ma lascia qualche rimpianto per quello che poteva essere ma che non è stato.
Formato 37.5 cl., alcool 11.5%, imbott. 09/02/2018, prezzo indicative 10.00-12.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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