Sono passati ormai due anni dallo sbarco di Stone Brewing sul continente europeo, avvenuto nell’estate del 2016 a Berlino, location scelta dal birrificio come quartier generale per le proprie operazioni: per noi europei era l’opportunità di bere le aggressive e muscolose birre californiane fresche e senza doverle far attraversare l’oceano. Tutto bene? No, perché l’avventura europea di Stone non è iniziata col piede giusto e, a due anni di distanza, le birre che escono da Berlino sono ancora delle lontane parenti di quelle che vengono prodotte ed Escondido (o almeno che lo erano: è da qualche anno che non bevo le Stone luppolate americane).
L’ambizioso progetto europeo di Stone ha già subito qualche accorgimento: enorme (americana!) e bellissima la sede di Berlino, ma terribilmente isolata nel quartiere periferico di Mariendorf che si trova a 12 chilometri dal “centro” (virgolette obbligatorie, per la capitale tedesca). Nel frattempo, grazie anche al traino di Stone stessa, la craft beer è cresciuta e a Berlino sono spuntati molti altri locali dove bere bene in zone molto meno periferiche: alla Stone sono corsi ai ripari inaugurando la Stone Brewing Tap Room nel più comodo quartiere di Prenzlauer Berg, in prossimità del quale si sono posizionati anche Mikkeller, BrewDog e l’italiano Birra. Anche la distribuzione ha subito inevitabili modifiche: dalle rigorose intenzioni del debutto di utilizzare solo locali selezionati che avrebbero garantito la catena del freddo si è arrivati alla grande distribuzione e oggi le lattine di Stone si trovano (al caldo) sugli scaffali di alcuni supermercati europei. Lattine: la craft beer non era ancora stata contagiata dalla “lattina-mania” e in questo senso alla Stone ci avevano azzeccato e avevano anticipato un po’ i tempi. Per restare al passo con la moda è bastato solo qualche accorgimento: ampliare il formato del contenitore (50 cl.) e variarne il contenuto con la maggior frequenza possibile per accontentare chi è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da bere.
E’ questo il concetto dietro alla nuova serie Uniqcan che ha debuttato lo scorso giugno: edizioni limitate (Uniq) in lattina (can), una novità al mese, nessuna replica futura? Il progetto altro non è che l’evoluzione della Stone Berlin Pilot Series, collaborazioni, edizioni limitate e esperimenti disponibili solamente alle spine di Berlino o in pochi locali selezionati. Ad inaugurarla è stata la Stone Tangerine Express IPA, versione europea di quella lanciata negli USA nel 2017 e precedentemente nota come Stone Pilot Series 2018 IPA Tangerine, una IPA prodotta con mandarino ed ananas; a luglio è arrivata la Quince-Essential Hazy Ale, seguita in agosto dalla CoCo-POW! Porter, altresì nota come Pilot Series 2018 Coconut Coffee Porter.
La Uniqcan di luglio 2017 è una “Hazy Ale” che abbraccia il protocollo New England ma che vede l’inusuale aggiunta di cotogne; la ricetta viene elaborata da Thomas Tyrell, headbrewer di Stone Berlino e Christian Hans Müller del birrificio francone Hanscraft & Co. Nel bicchiere è di colore arancio pallido, opaco ma non torbido: la schiuma è abbastanza compatta ed ha una buona persistenza. L’aroma è pulito e piuttosto gradevole e sul trenino di frutta tropicale che sfreccia davanti alle narici identifico ananas, papaia e mango, maracuia o forse la mela cotogna; tra gli agrumi, cedro e lime, c’è una netta sensazione di candito. La sensazione palatale è morbida e gradevole (o “cremosa”, secondo le intenzioni del birrificio) senza raggiungere un livello tale da rallentare troppo la bevuta e rispettare quindi la tradizione tedesca. Il gusto è tuttavia meno pulito, meno definito e meno intenso dell’aroma: pane, miele, frutta candita e tropicale delineano una bevuta piuttosto dolce e poco secca che termina con un amaro resinoso e zesty, corto e di bassa intensità. Un delicato tepore etilico fa capolino in conclusione di una birra che risulta molto meno rinfrescante di quello che potrebbe essere e, soprattutto, poco esplosiva, timida, col freno a mano tirato. Più o meno gli stessi appunti fatti su altre Stone europee bevute tempo fa: niente di nuovo da Berlino, insomma.
Formato 50 cl., alc. 6.3%, IBU 35, lotto 18/07/2018, scad. 15/11/2018, prezzo indicativo 6.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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