B94: il numero non è ovviamente casuale, ma indicativo dell’anno in cui Raffaele Longo ha iniziato a produrre birra tra le mura domestiche e ad ottenere poi diversi riconoscimenti nei concorsi nazionali. Una passione che lo ha portato nel 2006 a lasciare un comodo posto in banca a Bologna per rientrare nella nativa Lecce ad inseguire il proprio sogno: il tempo di svolgere qualche corso di formazione e due anni dopo nasceva ufficialmente Birrificio B94, operativo in un primo periodo come beerfirm sugli impianti di Birranova. All’inizio del 2011 entrava finalmente in funzione l’impianto proprio, proveniente dal birrificio Almond e posizionato sulla Provinciale Lecce-Cavallino.
Per l’occasione è stato anche effettuato un completo restyling dell’offerta con l’arrivo di quattro nuove birre: la weizen White Night, l’APA Warming Hop, la tripel Santirene che utilizza di miele di timo locale e la stout al caffè Santoronzo. La gamma si completa con la blanche Bellacava, la bitter Terrarossa, la porter Porteresa, la IGA Cassarmonica e la Malagrika, prodotta con confettura di mela cotogna. Capitolo a parte merita l’APA November Ray, protagonista di un contenzioso con la danese Royal Unibrew ed il proprio marchio Ceres: la grande N colorata di azzurro su sfondo nero della Norden Gylden IPA era praticamente identica a quella della November Ray. Non è facile per un microbirrificio far valere le proprie ragioni nei confronti di una multinazionale ma in questo caso Raffaele Longo ha avuto ragione dal Tribunale di Bari.
La birra.
Lecce festeggia il proprio patrono Oronzo nei giorni del 24, 25 e 26 agosto in onore del suo martirio avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani ordinate dall’imperatore romano Nerone; Sant'Oronzo, primo vescovo della città barocca, divenne patrono di Lecce alla metà del diciassettesimo secolo quando, secondo la leggenda, liberò la propria città da una terribile pestilenza. Al santo B94 dedica la propria stout al caffè prodotta con varietà arabica “Selezione Barocco” proveniente della torrefazione leccese Quarta Caffè; all’ultima edizione di Birra dell’Anno la Santoronzo ha ottenuto una medaglia d’argento nella categoria 30 - birre chiare, ambrate e scure, alta o bassa fermentazione, da basso ad alto grado alcolico con uso di caffè e/o cacao.
Si presenta vestita di color ebano scuro con una testa di schiuma cremosa e compatta dall’ottima persistenza. Di caffè al naso ce n’è veramente poco ed emergono soprattutto le tostature dell’orzo e qualche estero fruttato. L’intensità è modesta, pulizia e finezza dei profumi mostrano ampi margini di miglioramento. Al palato c’è una buona scorrevolezza ma anche qualche debolezza di troppo per una stout dalla gradazione alcolica robusta (7.2%): nonostante l’utilizzo d’avena non avverto particolare morbidezza. Caramello, liquirizia, uvetta, orzo tostato e qualche timida nota di caffè formano una bevuta molto bilanciata nella quale l’alcool è ben nascosto ma l’intensità dei sapori non è particolarmente elevata: si chiude con una lieve astringenza e un retrogusto corto di caffè zuccherato. Devo ammettere che mi delude un po’ questa Santoronzo di B94: intensità, pulizia e definizione lasciano a desiderare e l’elemento che dovrebbe caratterizzarla, ovvero il caffè, non spicca. Una bottiglia che manca di personalità e che purtroppo scivola nell’anonimato.
Formato 33 cl., alc. 7.2%, IBU 18, lotto 0218, scad. 01/09/2019, prezzo indicativo 4.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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