
Sono già in corso i lavori di ristrutturazione di un edificio di Athlone con vista sul fiume Shannon dove entrerà in funzione un impianto da 10 ettolitri: cinquecentro metri quadrati che ospiteranno anche un bar, un ristorante ed una caffetteria: “un birrificio ad Athlone non è economicamente sostenibile senza i proventi del ristorante e del bar“ ammette Tutty. Grazie all’operato della Irish Craft Canning sono anche arrivate le lattine, formato ormai sempre più indispensabile se si vuole competere sull’affollato palcoscenico della birra artigianale.
Seeking Sunshine è la IPA che Dead Centre ha dedicato alla stagione che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Malto Pale, frumento, avena, luppoli Citra ed Amarillo: questi gli ingredienti per una birra dorata e velata, con schiuma cremosa e compatta dall’ottima persistenza. L’aroma è pulito e ancora discretamente fresco: pompelmo, mandarino, passion fruit e papaia, pesca. Semplice ed essenziale, gradevole. Queste premesse positive non sono però completamente mantenute al palato: pane e crackers, un accenno di frutta tropicale, un po’ di pompelmo e un finale zesty ed erbaceo dall’intensità e dalla lunghezza piuttosto limitate. Capisco le intenzioni di Dead Centre di fare una birra poco impegnativa e facile da bere per la stagione estiva, ma ciò non dovrebbe pregiudicare intensità e personalità, che in questa bevuta latitano. L’idea mi sembra comunque ben concepita: è una IPA profumata, bilanciata e abbastanza secca: se riuscisse a scrollarsi di dosso un po’ di timidezza, replicando nel gusto quanto di buono espresso nell’aroma, il risultato sarebbe notevole.
Formato 40 cl., alc. 5%, lotto ICC18170, scad. 19/06/2019, prezzo 4.00 euro (beershop, Irlanda)
Da Dublino arriva invece DOT Brew, beerfirm fondata nel 2016 dall’ex-homebrewer Shane Kelly che dopo dieci anni ha coraggiosamente abbandonato la sua carriera in uno studio d’architettura per trasformare il proprio hobby in una professione: la moglie e i due giovanissimi figli, autori anche di alcuni degli scarabocchi presenti in etichetta, hanno sospirato. Ad affiancarlo, anche come investitori, gli amici Mikey e Pete. Non ho trovato molte informazioni in rete ma da quanto ho capito DOT Brew produce sugli impianti del birrificio Hope di Dublino: Kelly ha preferito investire in un magazzino, in quanto il suo interesse principale sono agli invecchiamenti in legno: whiskey, bourbon, vino. Accanto a questi prodotti dalla buona marginalità ma di nicchia ci sono inevitabilmente anche delle birre quotidiane: IPA, stout, lager. Sono una trentina le etichette prodotte in due anni d’attività; qualche mese fa sono arrivate anche le lattine. Alla Session IPA Fridge Art l’onore del debutto.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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