Bierschmiede, il fabbro della birra: è il mestiere un tempo svolto dal padre che Mario Scheckenberger ha individuato come nome giusto per il proprio microbirrificio inaugurato a Steinbach am Attersee, Austria, nel luglio del 2015. Scheckenberger proviene da sedici anni di homebrewing nel corso dei quali ha ottenuto con una Citra Pils il primo posto al concorso nazionale Staatsmeisterschaft der Haus und Kleinbrauer del 2013, ora rinominato Austrian Beer Challenge, dedicato alle produzioni casalinghe e dei piccoli birrifici; in un capanno di legno nel giardino di casa aveva installato un impiantino da 50 litri di seconda mano proveniente dalla Argus-Bräu.
Dopo oltre una trentina di birre realizzate tra le mura domestiche a nome ScheckiBräu, nel luglio del 2015 Scheckenberger lascia il proprio lavoro all’ufficio marketing della Brau Union per lanciare la Bierschmiede: l’impianto da 10 ettolitri trova posto in un ex circolo ricreativo di Steinbach, sulle rive dell’Attersee. Sono quasi una decina le birre prodotte, i cui nomi sono tutti in qualche modo collegati al mestiere del fabbro: Werkstück (il pezzo grezzo sul quale si abbatte il martello) è una Märzen prodotta con luppolo Celeja, Meisterstück (il capolavoro) è una Pils con Celeja e Citra, Rotglut (incandescenza rossa) è una Dunkel con una piccola percentuale di malto di segale, la Weißglut (incandescenza bianca) una classica Hefeweizen, Zunder (la calamina, se non erro) una Rauchbier, Hammer (il martello) è una Baltic Porter e Amboss, l’incudine, un’Imperial Stout.
Alla Braustub'n, taverna con vista sugl’impianti, potete bere tutte le birre di Bierschmiede affiancando loro una buona scelta di prodotti regionali; è aperta giovedì a sabato dalle 17 alle 23; negli stessi giorni, se non riuscite ad aspettare le cinque del pomeriggio, potete acquistare bottiglie d’asporto e merchandising nel punto vendita chiamato s'Gschäft'l.
Amboss, l’incudine, è alla pari del martello lo strumento prediletto dal fabbro: logico che il nome sia stato riservato all’ammiraglia della casa, ovvero una potente imperial stout (9.6%) prodotta con sei diversi tipi di malto e tre luppoli. Allontaniamoci quindi dalla tradizione tedesca per stappare questa birra che credo sia disponibile solamente nel periodo invernale.
Nel bicchiere è quasi nera e forma una bella testa di schiuma cremosa, abbastanza compatta e dall’ottima persistenza. L’aroma non è un inno alla pulizia ed alla finezza ma è comunque gradevole: tostature di orzo e di pane, un filo di fumo, esteri fruttati che richiamano uvetta, prugna e ciliegia. La scuola tedesca vuole birre sempre facili da bere ed è quindi inutile cercare particolari viscosità nelle loro interpretazioni di questo stile: l’Amboss non fa eccezioni ma regala comunque un mouthfeel gradevole e morbido, quasi vellutato, che avvolge delicatamente il palato con poche bollicine. La bevuta inizia dal dolce di caramello e frutta sciroppata disidratata (uvetta e prugne) per poi evolvere rapidamente in un rapido crescendo amaro ricco di tostature e fondi di caffè nel quale anche il luppolo fa sentire la sua presenza con note terrose. L’alcool risponde presente senza gridare, portando quel calore necessario a riscaldare le fredde serate d’inverno: la birra è bilanciata ma non del tutto armonica, con le componenti dolce e amaro che sembrano viaggiare su binari paralleli senza mai incontrarsi. Eleganza e pulizia sono migliorabili ma nel complesso “l’incudine” di Bierschmiede è una Imperial Stout intensa e gradevole, se la si colloca nel contesto austriaco; per aspirare invece “all’eccellenza internazionale”, la strada da fare è ancora piuttosto lunga.
Formato 33 cl., alc. 9.6%, scadenza 03/05/2019, prezzo indicativo 5.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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