mercoledì 10 ottobre 2018

Stone Barrel C No Evil & Third Barrel Shut Up Juice

Proseguiamo il nostro viaggio in Irlanda, nello specifico nella zona industriale a sud-ovest di Dublino: è qui che ha trovato casa il birrificio Stone Barrel, aperto alla fine del  2013 da Niall Fitzgerald e Kevin McKinney. I due erano colleghi di lavoro nel settore finanziario, poi la crisi economica li ha costretti a cercare alternative:   “andai per un periodo all’esteroricorda Niall – e al mio ritorno trovai Kevin alle prese con un nuovo hobby, l’homebrewing. Mi conquistò subito e passammo ogni sabato libero a fare birra e ad assaggiare le nostre produzioni: nel 2012 ci iscrivemmo ad un concorso per homebrewers e la nostra Milk Stout vinse una medaglia. Prendemmo coraggio e dopo un anno eravamo pronti a partire. Il nostro obiettivo era semplicemente di fare quelle birre che ci piacevano bere”. 
Nell’attesa di ricevere e mettere in funzione il proprio impianto Stone Barrel opera per qualche mese come beerfirm producendo in Inghilterra: il debutto avviene con la Session IPA BOOM seguita dalla IPA C No Evil.  L’impianto di seconda mano che ha trovato casa nella periferia di Dublino ha una capacità di 11 ettolitri e proviene dalla Repubblica Ceca. Qualche mese fa è stato effettuato un pesante restyling delle etichette e sono anche arrivate le ormai irrinunciabili lattine.

Le birre.
Nasce nel 2013 come produzione occasionale (quaranta fusti prodotti in tutto) ma è ora disponibile tutto l’anno la IPA chiamata “C No Evil”: il suo nome è l’iniziale di tre famosi luppoli americani: Centennial, Cascade e Citra, questi ultimi due usati solo in late e dry hopping. Aspetto impeccabile, schiuma cremosa e compatta, livrea che oscilla tra il dorato e l’arancio. La lattina recita “drink fresh” ma non c’è nessuna data di confezionamento a dare punti di riferimento precisi: l’aroma è tuttavia fresco e pulito, una bella intensità composta da ananas e mango, pompelmo e arancia, qualche traccia resinosa e vegetale.  Al palato scorre con buona velocità non disdegnando qualche allusione morbida e cremosa: il gusto mostra piena corrispondenza con l’aroma e ne mantiene gli stessi elevati standard qualitativi. Pane, un accenno biscottato, un fruttato tropicale dolce e delicato, un anticipo di pompelmo prima di un bel finale amaro, resinoso e pungente di buona intensità e durata. L’alcool (6%) è piuttosto ben gestito e tuttavia è una IPA che sembra essere “più grande” di quanto dichiara: merito di un’intensità piuttosto elevata. Non regala molte emozioni ma è una IPA precisa e pulita, ben definita, con ogni cosa al posto giusto: moderna ma non modaiola, bilanciata, fatta davvero  bene. Di quelle che ti trovi sempre volentieri nel bicchiere.

Sugli impianti di Stone Barrel vengono attualmente prodotte anche le birre della beerfirm Third Circle lanciata nel 2015 dall’homebrewer Jon Grennan. Non sono riuscito a capire se Grennan ha anche partecipato economicamente all’acquisto dell’impianto ma quello che è certo è che  Thrid Circle e Stone Barrel hanno poi congiuntamente creato nel 2017 la beerfirm Thrid Barrel, una ventina di birre già all’attivo. 
Shut Up Juice viene definita una New World Pale Ale prodotta con Citra, Vic Secret, El Dorado e  Simcoe. Nel bicchiere è di un bel color dorato/arancio piuttosto velato; la schiuma ha una buona persistenza ma risulta un po’ scomposta. Buona intensità ma pulizia solo discreta al naso: c’è una generale sensazione di dolce frutta tropicale, di arancia zuccherata, pompelmo. L’insieme è indubbiamente gradevole ma i singoli elementi non sono ben definiti. Un eccesso di bollicine disturba un po’ quella che è una bevuta dall’ottima intensità se si considera la gradazione alcolica (5%). Domina la frutta tropicale con qualche incursione di pompelmo e arancio, il finale è piacevolmente secco con un veloce passaggio amaro resinoso che lascia il palato ben pulito.  Nonostante le imprecisioni c’è equilibrio e carattere in questa Shut Up Juice: anche qui siamo davanti ad una IPA moderna ma non modaiola, ovvero non a una birra che “sa di birra” e non ad un succo di frutta. Si vede una mano abile (la stessa di Stone Barrel, presumo) e un bel potenziale parzialmente inespresso sul quale si può lavorare con ottimismo. 
Nel dettaglio:
Stone Barrel C No Evil, 44 cl., alc. 6%, lotto #0049, scad. 27/04/2019, prezzo indicativo 4.00 euro (beershop, Irlanda)  
Third Barrel Shut Up Juice, 44 cl., alc. 5%, lotto 0052, scad. 02/06/2019, prezzo indicativo 4,30 euro (beershop, Irlanda)  

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

Nessun commento:

Posta un commento