Hanno indubbiamente contribuito al successo del birrificio danese Amager quella serie di birre uscite nell’ambito della “Sinner Series” a partire dal 2012: sette birre a rappresentare i sette vizi capitali.
La lussuria prende la forma di una robusta (9.2%) dolce Belgian Strong Ale: il birrificio ammette di non volersi assumere la responsabilità per le conseguenze che potrebbero accadere nel caso la faceste assaggiare alla vostra ragazza nel corso di una romantica cena. L’ira è invece rappresentata da un’apparentemente innocua Saison (6.5%): l’averla però messa ad invecchiare in botti che avevano contenuto Pinot nero potrebbe far scatenare l’ira per il mancato rispetto della tradizione. Ad una potente Double IPA (9.4%) il compito di dare forma al terzo vizio, la gola: il peccato commesso qui è ovviamente l’uso esagerato di luppoli; il vizio opposto, quello dell’accidia, è invece rappresentato da una “semplice” American Pale Ale (6%) prodotta con un solo malto ed un solo luppolo. La superbia (Pride) viene trasformata nella forma liquida di una massiccia (10%) imperial stout, lo stile che rende maggiormente fieri/orgogliosi le persone di Amager. Per realizzare la birra dell’avarizia venne invece chiesto il consiglio del responsabile marketing, e la sua risposta fu semplice e immediata: “facciamo quello che fanno tutte le grandi aziende, ovvero una birra a basso costo e vendiamola ad un prezzo premium”. Ecco quindi una Pilsner sulla cui etichetta viene raffigurata una caricatura dell’avido business man. La serie non poteva non includere una IPA, la quale viene abbinata al vizio dell’invidia: il sentimento nasce dal non essere stati i primi ad “inventare” lo stile che maggiormente li entusiasma, ovvero le West Coast IPA.
Nei cinque anni trascorsi dal 2012 Amager si è affermato come una delle più interessanti realtà europee, soprattutto grazie a numerose collaborazioni con birrifici americani e , ovviamente, ad interpretazioni degli stili più frequentati dai beergeeks: IPA e DIPA, Imperial Stout/Porter. Livello effettivamente alto per queste produzioni, come ad esempio le IPA Batch 1000 e Todd - The Axe Man, l’american Pale Ale Arctic SunStone e la Double IPA Shadow Pictures – Skyggebilleder. Ma quando si tratta di affrontare il Belgio?
Lust, ovvero lussuria, ovvero una robusta Belgian Strong Dark Ale prodotta con malti Caramunich 2, Chocolate, Melanoidin, Pilsner e frumento; Hallertau Mittelfrüh e Chinook, quest’ultimo una scelta al di fuori della tradizione, i luppoli utilizzati. Lievito Trappist, zucchero Demerara, sciroppo di zucchero candito chiaro e scuro.
La fotografia non rende giustizia ma il suo colore è effettivamente erotico e passionale: ambrato molto carico con intense ed accese venature rubino. L’esuberante schiuma è piuttosto generosa e va a formare un cremoso e compatto cappello color ocra. Al naso caramello e biscotto, zucchero candito, una delicatissima speziatura che viene quasi offuscata dalla presenza dominante di esteri fruttati, soprattutto ciliegia e prugna. Caratteristica che si ritrova anche al palato: il gusto è molto dolce e ricco di frutta sciroppata, la cui intensità finisce per sbilanciare la bevuta e mettere troppo in secondo piano i malti (caramello, biscotto) e lo zucchero candito. Attenuazione (buona), alcool (ben percepibile), bollicine (vicaci) e un breve passaggio amaricante vegetale finale hanno il compito di non rendere la birra troppo stucchevole; il mouthfeel è invece ben riuscito, riuscendo a trovare un mirabile compromesso tra vivacità e morbidezza. E’ effettivamente un sensuale e lussurioso liquido caldo quello che avvolge il palato, ma il risultato non è dei migliori: l’alcool non è nascosto nel modo in cui sanno fare i belgi, l’espressività del lievito non restituisce quella complessità e profondità che le grandi Strong Dark Ales belghe sanno regalare. Esteri troppo “sparati”, tanta ciliegia e prugna in una discreta bevuta che tuttavia non convincerà i puristi della tradizione belga.
Formato: 50 cl., alc. 9.2%, lotto 1032, scad. 05/2017.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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