Ritorna dopo una pausa di un semestre HOMEBREWED!, lo spazio dedicato alle vostre produzioni casalinghe. Assenza dovuta esclusivamente alla mancanza di materia prima, ovvero birra: rinnovo quindi l’invito a chiunque abbia voglia di partecipare e spedire qualche bottiglia prima del caldo estivo.
Oggi ringrazio il “Birrificio” del Molino per aver riportato in vita la rubrica ed avermi inviato qualche bottiglia da assaggiare. Prima di bere, un po’ di storia. Il birrificio casalingo nasce a novembre 2013 in un piccolo paesino in provincia di Ascoli Piceno. Mi confessa Leonardo Tufoni, promotore dell’homebrewing assieme a quattro alcuni amici, di aver iniziato in casa con i kit quasi nello stesso momento in cui si appassionava di birra “artigianale”, senza aver quindi grossa esperienza a riguardo: ad introdurlo in questo mondo è stato l’amaro trovato in una una bottiglia di Nøgne Ø #100 bevuta ad un festival locale. I primi tentativi con i kit non vanno molto bene, le birre sono quasi imbevibili (“la prima sapeva di vino, la seconda di morte”) e la maggior parte dei compagni di homebrewing decidono d'abbandonare la nave; ma Leonardo e l’amico Matteo Catalini non si perdono d’animo e decidono di perseverare documentandosi su libri, forum e Youtube. Le produzioni in kit iniziano a migliorare e allora si passa all’E+G e poi rapidamente all’All Grain, metodo BIAB: per mettere assieme il budget necessario all’acquisto delle attrezzature e delle materie prime arriva ad aiutarli l’amico Matteo Pulcini.
Nei tre anni d’attività il birrificio casalingo realizza oltre 60 cotte cimentandosi su moltissimi stili, alternando agli inevitabili insuccessi anche le soddisfazioni che arrivano dai riconoscimenti nei concorsi per homebrewers ai quali iscrivono le birre: 2° posto a Brassare romano 2015, 1° posto a Brassare romano 2016, 2° posto al concorso 2016 organizzato da Birrando S’Impara, 2° posto alla Guerra dei cloni 2016 di Mobi (con il clone della Fleur Sofronia di MC-77), 2° posto alla prima tappa del campionato nazionale Mobi 2017 (con la Red IPA Flamethrower). Ed è proprio questa birra che vado a stappare.
Malti Pilsner, Carared, Carafa III special, luppolo Chinook e lievito Fermentis US-05: quiesti gli ingredienti utilizzati per una Red IPA che vede però come vero protagonista il peperoncino jalapeño.
La fotografia la rende molto più scura di quanto non sia nella realtà: il suo colore è ambrato carico con riflessi ramati e rossastri, mentre la schiuma ocra, cremosa, fine e compatta, rivela un'ottima persistenza. I tre mesi e mezzo passati dall'imbottigliamento hanno forse un po' ridotto l'intensità dell'aroma che è comunque pulito: al piccante del peperoncino risponde il dolce della frutta tropicale con papaia, passion fruit, pompelmo e, in sottofondo, bubblegum alla fragola/lampone. Al palato è piuttosto gradevole: corpo medio, il giusto livello di bollicine, scorrevolezza che non sacrifica del tutto la morbidezza. Nel bicchiere c'è una "Chili Red Ipa" di nome e di fatto: il "rosso" oltre al piccante parla del caramello che, assieme al dolce della frutta tropicale, costituisce l'antagonista ad un peperoncino che entra in scena a metà bevuta senza farsi pregare. La birra diventa subito calda e piccante, mentre in sottofondo si fa strada l'amaro resinoso del luppolo e delle delicate tostature (pane). Ammetto di non amare il piccante e di non mangiare quasi mai piccante: nella birra tuttavia non mi dispiace, e questa Flamethrower prende dei rischi ma funziona proprio bene. Il dolce della frutta tropicale è un azzeccato contrasto al piccante del jalapeño, l''amaro rimane in sottofondo senza rubare la scena al peperoncino ed il finale è una lunga scia calda e piccante che riscalda bocca, esofago e stomaco.
Nessun difetto e buon livello di pulizia in una birra davvero ben fatta: per il mio gusto il piccante va un po' oltre il limite, ma ovviamente la mia percezione dell'intensità è influenzata dal fatto di non frequentarlo quasi mai. I miei complimenti a Leonardo ed amici per una birra molto buona ed i miei ringraziamenti per avermela fatta assaggiare.
Questa la valutazione su scala BJCP: 38/50 (Aroma 8/12, Aspetto 3/3, Gusto 15/20, Mouthfeel 4/5, impressione generale 8/10). Formato: 33 cl., alc. 7%, imbottigliata 15/01/2017.
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