La Roche-en-Ardenne è un grazioso paese del Lussemburgo belga, nonchè una delle mete turistiche più gettonate della regione vallona. Attraversata dal fiume Ourthe e circondata da una grande area boschiva, è d'interesse anche per i birrofili per la presenza di alcuni discreti locali dove bere ed alcuni negozi dove acquistare birra, formaggi e il tipico prosciutto affumicato. A soli 20 chilometri si trova l'eclettico birrificio Fantôme, e se cercate un posto dove acquistare le birre di Dany Prignon, La Roche-en-Ardenne potrebbe essere la destinazione giusta, anche se non certa. Il negozio più fornito di birre è La Cave du Venitien, situato sulla strada principale che attraversa tutto il paese; nel 2004 i proprietari del negozio decidono di farsi produrre dalla Brasserie Saint-Monon alcune birre chiamate La Feodale de la Roche; s'inizia con una Ambrée, che però viene presto rinominata Blonde - ci dicono - per facilitarne la diffusione visto che la maggior parte dei clienti non nota la differenza di colore tra "ambrato scarico" e "dorato carico". Due anni dopo segue una Brune. Il nome scelto è ovviamente un omaggio al castello - in buono stato di conservazione - che guarda dall'alto di una collina tutto il paese.
Andiamo dunque a stappare questa bottiglia di La Féodale de la Roche Brune, acquistata proprio nel negozio che la fa produrre; è di color marrone chiaro (o tonaca di frate, come si dice di solito) con un cappello di schiuma fine e cremosa, color beige chiaro, poco persistente. Naso dominato da esteri con netti sentori di mela verde; più in secondo piano frutta secca, uvetta, prugne, spezie ed una leggera nota di amaretto. L'aroma è forte anche se non brilla particolarmente per la finezza. In bocca pare subito un po' slegata; nonostante il discreto livello di alcool (7.5%), è una birra spiccatamente watery e con un corpo solo medio-leggero. Il gusto vede il ritorno di prugna ed uvetta, una leggera nota di cioccolato, ma nel complesso c'è poca pulizia e molta confusione, in un insieme gradevole (bevibile) che però risulta difficile da comprendere nei singoli elementi. La bevuta è dolce, con una chiusura molto secca, sul filo dell'astringente, ed una leggerissima nota amaricante terrosa proprio a fine corsa. Retrogusto abbastanza corto e privo di sorprese, in birra un po' troppo leggera e debole di corpo che risulta poco pulita e slegata, non appagante.
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