Come vuole la tradiziione belga, non ci sono molte informazioni sul sito ufficiale della Brasserie des Rocs. Viene fondata nel 1979 a Montignies-sur-Roc in Vallonia, nella provincia dell’Hainaut e situata ad una decina di chilometri dal confine francese ed anche dallla Brasserie Des Blaugies: informazione molto utile se avete intenzione di fare una vacanza da quelle parti.
Bisogna cercare un po’ in internet e districarsi tra francese e fiammingo per mettere insieme qualche riga di presentazione del birrificio messo in piedi da Jean Pierre Eloir, ex-impiegato al catasto, e dalla moglie Marie-Jeanne Bertiau, figlia di Gilbert Bertiau, un tempo birraio prima alla Brouwerij Cavenaile di Dour e poi alla Declercq di Hazebrouck (Francia). Sembra che a seguito di una scommessa fatta con il suocero ormai in pensione, il quale lamentava come il lavoro del birraio fosse molto difficile e faticoso, Jean Pierre iniziò con l’homebrewing per dimostrargli che era possibile produrre una buona birra anche nella propria cantina, con pochi mezzi, pochi sforzi e con poca esperienza.
Il gioco si trasformò poi in un hobby, con una ottantina di litri di birra che venivano prodotti ogni due settimane in garage; la necessità di “smaltire” la produzione convinse Jean Pierre a richiedere i permessi e le autorizzazioni necessarie per operare commercialmente.
Nacque così nel dicembre 1979 la Brasserie Eloir-Bertiau, produttrice di una sola birra chiamata Abbaye des Rocs, ideata con un ceppo di lievito recuperato da alcune bottiglie di Rochefort e Westmalle; è questo l’unico legame – se lo si vuole cercare – con la cosiddetta “birra d’abbazia” belga. Il nome infatti scelto Abbaye des Rocs si riferisce (un po’ furbescamente, si potrebbe dire oggi a posteriori) solamente ad un vecchio rudere di campagna che si trova a qualche centinaia di metri dalla casa dei coniugi, un tempo possedimento dell’Abbazia di Crespin. Considerata la limitata capacità dell’impianto, Abbaye des Rocs rimase l’unica birra prodotta sino al 1985 quando, in occasione delle festività, venne realizzata una Abbaye des Rocs Spéciale Noel seguita l’anno successivo da La Montagnarde.
E’ solo nel 1987 che le cose iniziarono a diventare più grandi: il birrificio divenne una società a responsabilità limitata e venne costruito un nuovo locale adiacente alla casa di famiglia per ospitare i nuovi impianti di seconda mano (l'ammostatore era stato utilizzato anche nell’abbazia di Chimay) che consentirono di aumentare la produzione da 80 a 1500 litri. Anche i cambiamenti furono più veloci: nel 1990 nacque la Blanche des Honnelles, e nel 1991 il birrificio cambiò nome in Brasserie des Rocs per poi diventare, nel 1993, una società per azioni. Ma la novità più rilevante fu quella del 1996 con il birrificio che aveva ormai raggiunto gli 800 ettolitri l'anno: il testimone passò nelle mani di Nathalie Eloir, figlia di Jean Pierre, che andò in sala cottura mentre il padre decise di occuparsi soprattutto degli aspetti commerciali. Arrivarono una dopo l'altra Abbaye des Rocs Blonde, Abbaye des Rocs Grand Cru e Abbaye des Rocs Triple Imperiale; la produzione è destinata per la maggior parte all'esportazione, con Stati Uniti, Francia e Italia come mercati principali. Molte birre sono leggere varianti della Abbaye des Rocs, prodotte su esplicita richiesta di clienti esteri, che all'inizio del ventunesimo secolo portarono la produzione a 3000 ettolitri l'anno.
Non sorprende dunque che la natalizia del birrificio di Montignies-sur-Roc, prodotta per la prima volta nel 1985, non sia molto diversa dalla sua birra più famosa, l'ottima Abbaye des Rocs Brune che si trova abbastanza facilmente in Italia anche sugli scaffali dei supermercati con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Edizione 2013, che va versata nel bicchiere con cautela perché sul fondo della bottiglia si agitano grosse particelle di lievito/proteine. Il colore è tonaca di frate, con intensi riflessi rosso rubino; impeccabile la schiuma color beige chiaro, compatta, fine, cremosa e dalla buona persistenza. Il naso non nasconde certo le sue intenzioni di "essere dolce": abbondanza di zucchero, ciliegia sciroppata, uvetta e prugna, caramello. L'etichetta non riporta l'uso di spezie ma non va dimenticata la "regola numero uno": non fidarsi mai di quello che dice un birraio belga. L'utilizzo di spezie (se c'è stato) è davvero parco con il risultato molto azzeccato di delicatissimi sentori di cannella e di chiodi di garofano che risultano gradevoli anche a chi non ama le birre speziate. Il percorso continua in linea retta senza nessuna deviazione, riproponendo al palato quanto già passato in rassegna: caramello, prugna e uvetta, ciliegia con l'aggiunta di biscotto e di note di vino liquoroso che a tratti ricordano un porto. L'alcool è ben nascosto e non riesce ad "asciugare" tutto il dolce del gusto, ma in suo aiuto arriva un po' di amaro, terroso, che chiude la bevuta evitandole di scivolare dal "dolce" al "troppo dolce". La scia che lascia è di nuovo dolce, morbida e tiepidamente etilica, con prugna, uvetta, caramello e zucchero.
La Speciale Noel della Brasserie de l'Abbaye des Rocs mi sembra sostanzialmente una leggera variazione alla Brune, della quale ne ricalca corpo (medio), carbonazione (media), gradazione alcolica e tutte le altre caratteristiche principali, con l'aggiunta di una delicatissima speziatura. Essendo molto buona la Brune, ne deriva un'altrettanto gustosa e soddisfacente birra natalizia dall'ottima bevibilità che forse reclama un pochino di calore etilico in più, essendo destinata ad essere consumata nei mesi più freddi dell'anno.
Formato: 75 cl., alc. 9%, lotto 133201741, scad. 11/10/2015, pagata 6.88 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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