martedì 16 dicembre 2014

HOMEBREWED! Postino Brewery Maximus Primus Double IPA

Ritorna lo spazio HOMEBREWED! per quello che credo sia l'ultimo appuntamento del 2014, per poi ripartire alla grande nel 2015: nelle prossime settimane - prima di una breve vacanza - il blog sarà monopolizzato o quasi dalle birre natalizie e da qualche bevuta "speciale" con la quale si festeggia sempre il periodo di fine anno. 
A chiudere il 2014 è ancora il turno della Postino Brewery, il birrificio casalingo di  Giancarlo Maccini, alias "Gianpostino", homebrewer di Solignano (Parma) e attualmente  residente a Londra, che vi ho presentato in questa occasione e che ringrazio per avermi inviato la bottiglia da assaggiare. Homebrewer instancabile ed eclettico, come avremo occasione di vedere prossimamente. Dopo una American Pale Ale ed una Saison, l'asticella si alza con una muscolosa Double/Imperial IPA chiamata Maximus Primus.
Produzione all grain, la lista  dei malti include Pale Ale, Pilsner, Biscuit e Caravienna, malto di farro; i luppoli sono invece Summit, Warrior, Chinook, Simcoe, Citra & Amarillo. 
La fotografia non rende completamente giustizia al colore, che è comunque ambrato molto carico, con qualche sconfinamento nel "tonaca di frate"; ottimo il cappello di schiuma, fine, compatto e cremoso, molto persistente. L'aroma è ancora fresco (la bottiglia ha circa due mesi e mezzo di vita), con un buon livello di pulizia che permette di apprezzare gli aghi di pino, il pompelmo e, soprattutto, il dolce della frutta tropicale; mango, melone retato, passion fruit. Completano il bouquet lievi sentori di lampone, caramello, alcool.
Leggermente meno pulita in bocca, la Maximus Primus Double IPA non si nasconde e mostra subito un'intensità notevole: domina il dolce del biscotto, del caramello, della polpa d'arancio e della frutta tropicale, mentre ai lati della lingua si fa subito strada l'amaro, resinoso e "pepato".  L'alcool scalda ed irrobustisce la bevuta; non è chiaramente una session beer, ma neppure una birra che domanda un lento sorseggio. La corsa finisce con una notevole accelerazione d'amaro, vegetale, resinoso, speziato, quasi balsamico, con una gradevole nota di menta. Il corpo è medio-pieno, con poche bollicine ed una morbida consistenza oleosa. E' una bevuta muscolosa che procede per accumulo: molto dolce, molto amaro; non ci sono difetti, non ci sono off-flavors, ma si potrebbe migliorare la pulizia e la scorrevolezza, intesa come sensazione tattile al palato. Double IPA ben fatta, e mi tocca ripetermi: ne ho assaggiate molte fatte da birrifici veri e propri decisamente inferiori. 
Chiudo qui la descrizione della birra, ed apro una parentesi collegata al mio gusto personale, che mi rendo conto non è probabilmente molto utile all'homebrewer Giancarlo. Potrei sommariamente dividere le Double IPA in due grandi categorie; quelle muscolose dove si c'è un po' la gara "a chi urla più forte" tra dolce ed amaro e che generalmente sono le interpretazioni che i paesi scandinavi fanno delle DIPA americane. Ma se avete la fortuna di bere in California una DIPA (o se riuscite a trovarne una fresca qui in Italia), difficilmente troverete le caratteristiche appena descritte. Le DIPA che ho maggiormente apprezzato sono molto ben attenuate, snelle, senza eccessi di dolce e con la giusta predominanza di amaro: non danno l'impressione di venire equilibrate aggiungendo "tanto quanto o un po' di più della controparte", ma piuttosto semplificando, limando ogni eccesso. Il risultato sono birre molto intense ma dall'incredibile facilità di bevuta, nelle quali dolce e amaro si prendono per mano e camminano fianco a fianco, piuttosto che sgomitare per prendersi il posto in prima fila.
Fortunatamente non faccio la birra in casa, ma se idealmente dovessi farla, seguirei la regola del keep it simple: snellire, alleggerire, semplificare, sopratutto per quel che riguarda i malti. Potrei anche citare il famoso slogan "la potenza non è nulla senza il controllo". Ma mi rendo conto di aver sconfinato fin troppo nel gusto personale, senza sapere esattamente quale era la birra che Giancarlo aveva in mente di fare.
La (semiseria) valutazione su scala BJCP della Maximus Primus Double IPA è di 35/50 (aroma 8/12, aspetto 3/3, gusto 13/20, mouthfeel 4/5, impressione generale 7/10). 
Ringrazio di nuovo Giancarlo per avermi sfatto assaggiare la sua produzione; HOMEBREWED! vi dà appuntamento a Gennaio 2015.
Formato: 33 cl., alc. 8.2%, imbott. 23/09/2014.

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