La bevuta di oggi è ideale continuazione di quella di un mesetto fa: Deep Underground, la porter molto luppolata di Opperbacco, realizzata in collaborazione con gli homebrewers Matteo “Iumbe” e Loreto Lamolinara.
I primi assaggi della sua versione "imperiale" si possono fare lo scorso gennaio, durante l'edizione 2014 di Rhex Rimini, ovvero (ex Selezione Birra, ex Pianeta Birra e, a febbraio 2015, Beer Attraction.
La ricetta è essenzialmente la stessa (malti pale ale, pilsner, chocolate, cristal wheat, avena, special b, black) con la stessa abbondante luppolatura (Summit e Dana) e in più l'aggiunta di caffè e liquirizia a fine bollitura. Anche l'etichetta non si discosta molto da quella della sorella minore, con la l'aggiunta della solita corona "imperiale" e chicchi di caffè.
Anch'essa nera, con una perfetta testa di schiuma beige cremosa e compatta, molto fine e molto persistente. L'aroma non è particolarmente intenso, ma è comunque molto pulito: in primo piano caffè e liquirizia, pompelmo, ed una lieve componente fruttata dolce a metà strada tra frutta tropicale e frutti di bosco. Ottima la sensazione palatale: birra morbida, quasi cremosa, con poche bollicine ed un corpo tra il medio ed il pieno.
Il gusto mi appare invece un po' irrisolto tra malti e luppoli, indeciso su quale strada prendere: si parte dalle tostature e dal pane nero per poi virare sul dolce della polpa d'agrumi e (lievemente) della frutta tropicale; caffè, liquirizia e tostature rimangono molto in sottofondo. I luppoli dominano anche nel finale, ricco di vivaci note resinose, vegetali (menta?) e terrose, lasciando caffè e tostature di nuovo in sottofondo.
Ripropone in parte l'enigma della sua sorella minore Deep Underground: troppo luppolo anche per una Imperial Hoppy Porter, questa volta il risultato s'avvicina di più a quello che potrebbe essere una Imperial Black Ipa. La birra è solida e ben fatta, priva di difetti, l'alcool è molto ben nascosto ma - e qui è solo una questione di gusto personale - non sono riuscito a capirla: ha la morbidezza e la cremosità (quasi) di un'impegnativa imperial stout, ma a questo punto il gusto abbondantemente luppolato meriterebbe forse una maggiore scorrevolezza. Tra le due sorelle, il mio "voto" va alla più elegante Deep Underground "normale".
Formato: 33 cl., alc. 9.5%, IBU 104, lotto 1014, scad. 03/2016, pagata 4.00 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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