L'aspettavo da quando avevo letto l'inattesa notizia del suo arrivo, e finalmente è qui: Founders Breakfast Stout. Noto con piacere che anche i grandi importatori italiani ogni tanto scelgono di portarci anche qualche birra che riesce a viaggiare "bene" e che non deve essere necessariamente consumata fresca; il dito è puntato contro le numerosissime IPA o APA americane che in molti casi arrivano purtroppo sugli scaffali italiani con il fiato corto e che (non) andrebbero bevute previa defibrillazione.
La storia di Founders, birrificio di Grand Rapids, Michigan, ve l'avevo riassunta giusto un anno fa, prima di bere la loro ottima Porter. Il biglietto da visita della Breakfast Stout, per chi non la conosce ed ama il beer rating, è un doppio 100/100 su Ratebeer e BeerAdvocate; nella classifica delle migliori Imperial Stout al mondo, il primo la colloca al trentesimo posto mentre per il secondo (American Imperial Stout) si piazza al numero dodici.
E dire che questa birra nacque quasi per caso, come racconta Dave Engbers, fondatore del birrificio assieme a Mike Stevens: impegnato dietro al bancone del bar della taproom, gli venne offerto da un cliente un chicco di caffè ricoperto di cioccolato. Lo mangiò accompagnandolo con un sorso di Founders Porter: l'abbinamento fu delizioso, e condiviso da tutti le altre persone che si trovavano in quel momento al bar. Nacque allora l'idea di realizzare una Coffee Chocolate Porter, che mutò poi in una Imperial Stout. Venne prodotta per la prima volta nel 2001, divenendo una birra stagionale disponibile da ottobre a dicembre; fu subito un grande successo per il birrificio del Michigan, poi replicato dalla sorella maggiore KBS (Kentucky Breakfast Stout) che viene invecchiata in botti di bourbon. La ricetta, oltre a malto e luppolo, include fiocchi d'avena, cioccolato amaro, caffè Sumatra e Kona: a causa dei procedimenti necessari alla preparazione del cioccolato e del caffè, Dave Engbers descrive la sua realizzazione come "a complete pain in the ass", che potrebbe essere tradotto più o meno come "una gran rottura di coglioni".
Splendida l'etichetta che raffigura un bambino intento a fare colazione nella sua tazza di cereali; l'ha realizzata - al solito - Grey Christian, che racconta a proposito: volevamo mantenere un aspetto classico ma anche ironizzare un po' sull'idea di fare colazione con questa birra. Il rischio - abbinare un minorenne ad un alcolico - era quello di non passare la censura dell'American Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms. Sino ad ora pare che solo nel New Hampshire le bottiglie siano state bannate: poco male, perché Founders ha optato per distribuire solamente dei fusti in quello stato.
Nel bicchiere è completamente nera, con un solido e cremoso cappello di schiuma color nocciola, molto persistente. Il naso è abbastanza semplice ma estremamente pulito ed elegante: caffè macinato, orzo tostato, cereali, qualche lieve sentore di cioccolato e di alcool. Perfetta la sensazione palatale: birra avvolgente, morbidissima e cremosa, corpo pieno, carbonazione bassa. Il caffè è chiaramente l'indiscusso protagonista della bevuta, ma almeno all'inizio ci sono anche cioccolato amaro, liquirizia, tostature di pane e di orzo: si lascia sorseggiare gustando il suo tepore etilico, ma volendo potreste anche aumentare la frequenza dei sorsi senza incontrare grosse difficoltà. Pochi fronzoli e tanta sostanza, birra semplice ma pulitissima e molto ben fatta, regala grande soddisfazione con i pochi elementi a disposizione. Chiude con l'acidità e l'amaro del caffè, il caldo dell'alcool, la sensualità del cioccolato amaro.
Non è chiaramente una birra con la quale far colazione: o meglio, se lo fate, porgetevi almeno qualche domanda sulla vostra salute mentale. E' piuttosto una seducente compagna di un dessert o di un dopocena in poltrona, da gustare senza fretta, sorso dopo sorso. Mettetene anche una in cantina: tra un anno la dominanza del caffè sarà senz'altro terminata e chissà che questa Breakfast Stout non ci regali qualche altra differente soddisfazione.
Formato: 35.5 cl., alc. 8.3%, IBU 60, scad. 07/08/2015, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).
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