Il Natale di ogni birrofilo può dirsi tale solamente quando riesce a mettere le mani sulla Stille Nacht: è solo allora che può esclamare: "adesso è Natale!".
Stille Nacht è la natalizia di De Dolle, birrificio belga che si trova ad Esen ed è guidato dal "pazzo" Kris Herteleer; la storia di questa birra ve l'ho già raccontata l'anno scorso, e la potete trovare qui assieme alla descrizione della Stille Nacht 2013. Ai "novizi" devo ricordare che questa è una delle (poche) birre che vale davvero la pena di tenere in cantina per molto tempo e di fare invecchiare per andare poi alla scoperta dei cambiamenti nel corso degli anni. Ma se decidete di percorrere questa affascinante strada, sappiate che ci sono pochissime certezze: è una birra imprevedibile, che rispecchia il suo creatore. Impossibile non citare Kuaska: "può capitare un'annata che, giovanissima, appaia francamente deludente, facendoci dubitare sul lavoro di De Dolle e che, dopo pochi mesi o qualche anno, si schiude come una bellissima farfalla dalla sua crisalide. E viceversa, Stille Nacht battezzate dagli esperti come capolavori assoluti, che durante la maturazione perdano verve senza confermare le promesse di lunghissima vita e di gemma assoluta".
Il consiglio è sempre il solito: nonostante il suo prezzo sia un po' lievitato negli ultimi anni, acquistatene sempre più di una bottiglia; consumate il rito di berne una "fresca", per celebrare l'arrivo del Natale e prendete qualche "appunto di degustazione". Mettete le altre in cantina, lasciate passare qualche anno e poi stappatene una, confrontando quello che avete nel bicchiere con quanto avevate scritto a suo tempo. Sarà un'esperienza molto divertente e ricompensante.
Che dire della "giovine" Stille Nacht 2014? Il millesimo è impresso sul tappo, come avviene ormai da qualche anno: personalmente lo preferivo scritto in basso a destra dell'etichetta.
Il colore è arancio carico, opaco, con qualche lieve sconfinamento nell'ambrato; compatta e cremosissima la schiuma biancastra, dall'ottima persistenza. Il naso, all'apertura, è ricco di mela e pera al forno, frutta candita (cedro, arancio) ma mi sembra d'avvertire anche qualche lievissima nota fenolica (plastica) ed un punta di lattico. Continuo ad annusare per cercare conferme, ma dopo qualche minuto non ci sono più sono invece apparsi il miele e le spezie (pepe), il mosto d'uva. Birra dall'imprevedibile evoluzione nel corso degli anni, dicevo prima, ma capace di regalare impressionanti cambiamenti anche dopo solo una ventina di minuti che l'hai versata nel bicchiere. L'imbocco è un po' ruvido, inizialmente aspro, e di nuovo appare quella leggera nota lattica che dopo qualche minuto scompare, e la Stille 2014 dà il meglio di sé dopo diversi minuti che è nel bicchiere e la temperatura è salita intorno ai quindici gradi: ritornano i canditi dell'aroma, c'è frutta sotto spirito (albicocca), miele e caramello, zucchero candito. La bevuta, inizialmente spigolosa ed un po' irrisolta, s'ammorbidisce in un equilibrio ben riuscito dove acidità ed asprezza (uva spina) vanno a bilanciare il dolce dello zucchero e dei canditi. Il finale è una nuova sorpresa, inaspettatamente secco, con un retrogusto quasi vinoso dove l'alcool, sino ad ora solamente un silenzioso compagno di viaggio, fa sentire la sua presenza rincuorandoti e riscaldandoti dal freddo dell'inverno.
Celebrato il Natale, è il momento di mettere la Stille in cantina e di affidarla al tempo: solo lui saprà dirci, nel corso degli anni, se da questa crisalide uscirà lentamente una splendida farfalla.
Formato: 33 cl., alc. 12%, scad. 12/2019, pagata 5.00 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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