Una decina sono le ore di volo che separano Kastrup, la piccola località a sud di Copenhagen dove ha sede la Amager Bryghus, e Greensboro Bend (Vermont, USA) dove invece si trova la Hill Farmstead Brewery di Shaun Hill. Ma non molti anni fa (2008) la distanza tra i birrai era di pochissimi chilometri: il birraio americano era emigrato proprio a Copenhagen per lavorare alla Norrebro Bryghus; Amager aveva aperto le porte nel 2007 e, visto che la capitale danese non abbonda di microbirrifici, è normale che tra Shaun Hill, Morten Valentin Lundsbak e Jacob Storm (i due titolari di Amager) fosse nata una bella amicizia. Nel 2009 Shaun lancia il suo marchio "Grassroots", iniziando così l'attività di "birraio zingaro" arricchita da svariate collaborazioni; una delle prime è proprio con Amager, quando viene realizzata la Black IPA chiamata Black Nitro.
Grassroots ha vita breve, perché nel 2010 Shaun ritorna negli Stati Uniti per aprire Hill Farmstead; il marchio finisce per un po' nell'oblio ma viene rispolverato ogni qual volta c'è la voglia di collaborare con qualcuno. Nel 2013 Morten e Jacob di Amager vengono invitati nel Vermont e per l'occasione viene anche realizzata una Double IPA collaborativa che viene chiamata "Shadow Pictures of a Journey, nome che si ispira agli scritti di Hans Christian Andersen. Si trattò di una "one shot" mai più ripetuta, per lo meno negli Stati Uniti: in Danimarca invece la ricetta viene riprodotta, o meglio re-interpretata dai birrai di Amager. Il nome varia leggermente "Shadow Pictures - Skyggebilleder" e il marchio di Grassroots fa comunque la sua comparsa in etichetta.
Malti Pilsner, Cara-Hell, Munich e un ricco parterre di luppoli che comprende Herkules, Tomahawk, Simcoe, Chinook, Amarillo, Centennial, Cascade e Citra; impossibile poi non citare la bella etichetta realizzata dall'illustratore Simon Hartvig Daugaard.
Nel bicchiere si presenta tra il dorato e l'arancio velato, con una cremosa e compatta schiuma bianca dall'ottima persistenza. Bottiglia che dovrebbe avere un paio di mesi di vita sulle spalle e ciò si riflette sull'aroma, ancora fresco: difficile staccare il naso dal bordo del bicchiere quando si hanno i profumi di una macedonia composta di ananas, melone, mango, passion fruit, papaya e mandarino. Domina la frutta tropicale, ma soprattutto eleganza e pulizia, senza nessuna deriva cafone che, purtroppo, spesso accompagna questo tipo di succhi tropicali. Le aspettative appena create sono mantenute anche al palato: è una Double IPA davvero ben fatta, morbida e molto pulita, con il corpo medio e poche bollicine. Ci sono crosta di pane e qualche accenno di miele a supportare un ricco bouquet di frutta tropicale (soprattutto mango ed ananas) e agrumi. L'alcool (8%) ha una presenza discreta e mai invadente, l'amaro arriva quasi all'ultimo minuto ma con un rapido crescendo diventa il protagonista del finale, bilanciando la bevuta con eleganti note resinose. A questa Shadow Pictures mi sento di contestarle solo un'attenuazione non impeccabile, che l'allontana un po' dai migliori esempi della West Coast; un'altra buona IPA/DIPA da Amager, che dopo la Batch 1000 continua a produrre bere molto pulite e molto buone, continuando il suo percorso di fuoriuscita dalla "scuola scandinava" in direzione di quella a stelle e strisce: le frequenti collaborazioni con birrai americani hanno evidentemente dato i loro frutti. E la soddisfazione di fine bevuta rende più digeribile il prezzo del biglietto, che per questa birra non è esattamente economico.
Formato: 50 cl., alc. 8%, lotto 992, scad. 03/2016, pagata 9.00 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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