Presentata ufficialmente lo scorso 27 febbraio al “Non C’Era” di Perugia, “Ila” è una delle novità 2015 di Birra Perugia: si tratta di una scotch ale prodotta in collaborazione con Samaroli, importante selezionatore di distillati operativo dal 1968 e primo operatore non britannico o scozzese ad intraprendere questa professione. In sostanza, "seleziona campioni che gli giungono da tutte le più importanti distillerie; piccoli flaconi provenienti ognuno da una specifica botte; sceglie il barile e lo fa imbottigliare con etichetta propria".
Dalla collaborazione con Birra Perugia nasce Ila: il nome è una precisa indicazione di cosa aspettarsi nel bicchiere: siamo nel territorio dei Whisky torbati. La scotch ale è infatti finita in un single cask da 230 litri fornito da Samaroli ed utilizzato in precedenza per far maturare un Whisky Caol Ila del 1980. Questo prima botte è arrivata a Perugia nel settembre del 2014, e quindi la birra è stata affinata per circa 4/5 mesi.
La distilleria Caol Ila, il cui nome in gaelico significa “il suono di Islay”, ovvero di quello stretto di mare sul quale s’affaccia la distilleria che separa Islay dall’isola di Jura, fu fondata nel 1846 da Hector Henderson. La società ha subito numerosi cambi di proprietà: nel 1854 fu venduta a Norman Buchanan e nel 1863 da questi alla Bulloch Lade & Co di Glasgow (il cui logo viene riportato sull’etichetta della birra) poi autoliquidatasi nel 1920. La distilleria venne acquisita da un consorzio di imprenditori che la rifondarono chiamandola Caol Ila Distillery Company Ltd: nel 1930 la maggioranza delle azioni divennero di proprietà della Scottish Malt Distillers Ltd. Nel 1972 i vecchi edifici furono completamente demoliti e ricostruiti in un paio di anni; la distilleria diventò poi parte del gruppo multiazionale Diageo (quello della Guinness, per intenderci, ma anche dei marchi Vodka Smirnoff, Johnnie Walker, e Moet &/Chandon, tanto per citare i più noti).
La ricetta della Ila Scotch Ale indica malti Maris Otter, Caramel e Crystal, luppoli Challenger ed East Kent Golding; è molto bella all’aspetto, di colore tonaca di frate impreziosito da intense nuances rosso borgogna: la schiuma ocra è fine e cremosa, compatta, con un'ottima persistenza. Al naso troviamo toffee e frutta secca, sentori legnosi e tornati, con una lievissima presenza iodata; bene la pulizia, un po' debole l'intensità, che invece sale drasticamente di livello al palato. Morbida in bocca, con poche bollicine e corpo medio, Ila ripresenta il caramello/toffee, la frutta secca e il biscotto, qualche accenno di uvetta. L'inizio dolce viene poi bilanciato dalle note legnose, solo lievemente astringenti, che portano ad un'equilibrata chiusura tannica. Il passaggio in botte, relativamente breve, non è risultato particolarmente invadente e le note torbate non coprono la birra ma ne costituiscono solamente un bell'arricchimento; idem per quel che riguarda il whisky la cui presenza, delicata e discreta, s'avverte solamente quando la birra raggiunge la temperatura ambiente. L'alcool è sempre sotto controllo, con il risultato di una birra che scalda quanto basta mantenendo una buona facilità di bevuta; l'intensità aumenta solo nel retrogusto, avvolgente e caldo di frutta sotto spirito, torbato e con una leggerissima nota marina.
Ben fatta e bilanciata, è una birra abbastanza elegante che vedo sicuramente adatta per i dopocena autunnali o invernali; in assenza della stagione giusta, io ho approfittato dei temporali di una sera di maggio, con buona soddisfazione. La consiglierei anche a chi non ha molto familiarità con il torbato (o non lo ama particolarmente): come già detto, la sua presenza molto discreta questa scotch ale potrebbe essere un'ottima via d'accesso che porti ad esplorare poi altre birre dalla caratterizzazione molto più importante.
Ringrazio il birrificio per avermi inviato la bottiglia da assaggiare, anticipando le mie intenzioni: ero curioso di provarla e l'avevo già messa sulla mia "wishlist".
Formato: 75 cl., alc. 8%, lotto 0415, scad. 08/2016.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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