Il mio primo ed unico incontro con il Birrificio Gambolò risale ad un paio di anni fa e – devo ammettere – non fu particolarmente soddisfacente, complice anche una bottiglia probabilmente poco fresca. Ma ricapitoliamo la storia: situato nell'omonimo comune della provincia di Pavia il birrificio è guidato da Simone Ghiro, diploma universitario d'insegnante di educazione fisica ma passione per la birra che scorre nel sangue. Frequenta diversi corsi, diventa degustatore ADB, partecipa come giudice ad un paio di edizioni di Birra dell'Anno. Appena può, frequenta alcuni microbirrifici per apprendere quanto più possibile; sono il Birrificio Menaresta ma, soprattutto, Fermentum - Birrificio del Carrobiolo di Monza. E' proprio Pietro Fontana, birraio di Carrobiolo, a guidare i primi passi nella pratica e nella burocrazia di Simone che, dopo oltre un decennio di homebrewing si decide nel 2010 a fare il grande salto nel mondo dei professionisti. Un paio d'anni di preparativi, tanta burocrazia e finalmente, a dicembre 2012, l'apertura delle porte.
Il primo "grande" appuntamento che il birrificio decide di affrontare è quello di Birra dell'Anno 2013; dopo averla vissuta ai tavoli dei giudici, questa volta Simone passa dall'altra parte della barricata. La spedizione di Rimini si rivela un buon successo, con la birra Nowhere che si aggiudica la medaglia d'oro nella propria categoria. All’ultima edizione di Birra dell’Anno il birrificio ha portato a casa un’altra medaglia (argento), sempre con la Nowhere, nella categoria 7, dietro alla Re Ale di Birra del Borgo.
Ritorno quindi a bere Gambolò questa volta con la certezza di stappare una birra abbastanza fresca. E’ la Gasoline Super 15 Minutes IPA, che prende chiaramente il nome dalla tecnica inventata dall’americano Sam Calagione di Dogfish Head: il luppolo viene gettato costantemente durante gli ultimi minuti di bollitura (15, in questo caso) per preservare gli oli essenziali del luppolo e quindi il loro contributo impatto aromatico. Non se poi sia anche effettuato un dry-hopping, come Calagione fa con le sue 60 e 90 Minutes IPA.
Il colore di questa Gasoline Super mi porta subito il sorriso sulle labbra: finalmente una IPA dorata (e non ambrata, come la maggioranza italiana), con qualche riflesso arancio, come vuole la scuola della West Coast: la schiuma color avorio ha un’ottima persistenza, è compatta e cremosa. Benissimo anche l’aroma, con una macedonia di frutta ancora abbastanza fresca che è ruffiana quanto basta senza cadere nella cafoneria: ananas, mango, melone retato, mandarino. In sottofondo la leggera presenza delle note di pane e di crackers, le stesse che in bocca costituiscono il supporto necessario all’esibizione dei luppoli. C’è una lieve nota di miele, un richiamo di frutta tropicale (soprattutto ananas) e poi tanta scroza di agrumi, piuttosto che polpa: pompelmo, lime e limone. Le bollicine sono nella quantità giusta, il corpo è tra il medio ed il leggero con un ottimo compromesso tra la necessità di scorrere veloce e quella di lasciare comunque una morbida presenza palatale. Finisce secca ed amara, con le note “zesty” a dominare nettamente quelle resinose, delle quali personalmente avrei gradito una maggiore presenza, anche a costo di sacrificare un po’ l’accessibilità di questa Gasoline Super.
Il risultato è molto positivo: pulita e molto dissetante, bilanciata nel suo DNA amaro e lontana anni luce da quelle stucchevolezze caramellose che vengono spesso utilizzate per bilanciare la generosa luppolatura. A temperatura ambiente avverto anche un leggerissimo warming etilico, ma è una IPA che si presta tranquillamente a bevute seriali senza “se” e senza “ma”: l’estate è alle porta, e lei vi aspetta.
Formato: 33 cl., alc. 5.8%, lotto 0215, scad. 23/01/2016, pagata 4.00 Euro (beershop, Italia).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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