mercoledì 13 maggio 2015

Wild Beer Ninkasi

Nuovo appuntamento con Wild Beer Co., il birrificio inglese di Evercreech, nel Somerset, attivo da ottobre 2012 e fondato da  Brett Ellis (un passato da chef) ed Andrew Cooper (ex Business Development Manager alla Bristol Beer Factory ed accreditato Beer Sommellier); ad aiutarli c’è un altro ex-chef, Chris Boddy. Il birrificio ha da subito dichiarato il proprio disinteresse verso gli stili tradizionali inglesi e le real ales in cask per le quali, secondo loro, c’è già ampia offerta disponibile; il loro obiettivo entrare nel mondo della ristorazione, con birre appositamente studiate per abbinamenti gastronomici. 
In poco più di due anni di vita sono già molte (qualcuno potrebbe dire troppe) le birre prodotte, con risultati però non sempre riusciti e soddisfacenti per chi beve. Eccone due esempi, nel male (la Solera, bevuta poco tempo fa) e nel bene, la Ninkasi di oggi. 
Dedicata all’antica dea della birra, si tratta di una Belgian Strong Ale / Saison  prodotta con una generosa quantità di luppoli neozelandesi, succo di mela del Somerset e lieviti selvaggi; una volta imbottigliata, viene rifermentata con lieviti da champagne.  Arriva in bottiglia da 75 cl. con la curiosa e scenografica ceratura che potete ammirare nella fotografia. Il suo prezzo non è particolarmente economico neppure in Inghilterra, ma se volete andare oltre sappiate che ne esiste anche una versione barricata in botti ex-sidro della Somerset Cider Brandy Company e chiamata Ninkasi Premier Cru.
Nel bicchiere arriva di un bel color dorato carico e luminoso, leggermente velato: la schiuma bianca è generosa e quasi pannosa, ma poco persistente. Il benvenuto dei profumi dell’aroma è piuttosto invitante: leggera speziatura (pepe e coriandolo), mela, uva e kiwi, fiori bianchi, frutta secca. Il naso è molto pulito e piacevolmente rustico; l’acido lattico dei lieviti selvaggi è appena percepibile, mentre molto in evidenza è l'apporto dei lieviti da champagne che le donano un aroma con molti richiami vinosi. Ottima anche la sensazione palatale: corpo medio, tante bollicine, birra molto scorrevole e vivacissima. Il  gusto è molto pulito e piuttosto ben assemblato con il dolce dei malti (crosta di pane, miele) e soprattutto  l’aspro della mela verde e dell’uva, qualche nota di kiwi e di agrumi: la leggera acidità lattica la rende molto rinfrescante e invitante, nonostante una gradazione alcolica (9%) che sembrerebbe richiedere invece un po’ di cautela nella bevuta. Anche in bocca è evidente il suo carattere vinoso (champagne o spumante, fate voi), mentre la chiusura leggermente amaricante richiama la mandorla. 
A voi scegliere se berla fresca, magari come un dissetante aperitivo, o se lasciare che la sua temperatura si alzi facendo emergere una morbida nota etilica ed accompagnarla al vostro pasto. In entrambi i casi la soddisfazione non mancherà: birra riuscita e molto ben fatta, unico neo il prezzo che non ne consente di certo l’acquisto regolare.
Formato: 75 cl., ALC. 9%,  lotto e scadenza non riportati, pagata 14.90 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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