Da Monaco di Baviera ecco un’altra valida alternativa (quasi) locale alle birre delle “sei sorelle” industriali (Augustiner, Hacker Pschorr, Hofbräu, Lowenbräu, Paulaner e Spaten-Franziskaner) che hanno il monopolio non solo dell’Oktoberfest ma anche della quasi totalità dei locali della città. Già vi avevo parlato di Giesinger, microbirrificio inaugurato nel garage di un condominio e ora operativo in una più ospitale sede che lo ha trasformato in un brewpub. L’altra “novità” di Monaco è rappresentata da Crew Republic, una beerfirm che – contrariamente a Giesinger – snobba la tradizione tedesca per concentrarsi sugli stili anglosassoni.
Una delle ultima beerfirm sorte (la data del debutto è 23 Aprile 2014) si chiama Tilmans Biere, guidata da Tilman Ludwig. Nel suo passato un po’ di homebrewing, un diploma da birraio all’università di Weihenstephan e infine un paio di anni in Svizzera lavorando alla Huus Braui, un ambiente tranquillo dove però non c’era grossa possibilità di crescita, considerando che si trovava in un paese (Roggwill) abitato da circa 3000 anime.
Tilman decide quindi di tornare nella sua natia Monaco e di fare le cose in proprio: grazie ad alcuni sussidi destinati alle start-up, mette in piedi una beerfirm con l’aiuto di Ian Pyle, birrario americano emigrato ad Amburgo alla Ratsherrn Brewery, e di Richard Hodges, altro americano che lavora/collabora con Crew Republic.
Il progetto Tilmans Biere parte con due birre: un American Brown Ale (prodotta presso la Weissbräu Schwendl am Chiemsee), ed una interpretazione “moderna” di una tipica Helles bavarese che vede l’utilizzo, oltre che del luppolo tedesco Tettnang, anche dell’americano Chinook. Una Helles non è certamente il “palcoscenico” che privilegia l’espressività dei luppoli; un birra quotidiana e bilanciatissima, dove devono la fragranza e la discreta dolcezza dei malti a brillare, con i luppoli che devono equilibrarla e non certo caratterizzarla.
In etichetta uno stilizzato leone, simbolo della Baviera ma anche di quel gruppo (Spaten-Löwenbräu, oggi di proprietà Anheuser-Busch InBev) che nel 1894 inventò proprio la prima Münchner Hell.
Prodotta alla Brauerei Gut Forsting di Pfaffing, una cinquantina di chilometri ad est di Monaco, si presenta di colore oro antico molto carico, quasi limpido: la schiuma biancastra è fine e cremosa, dalla discreta persistenza. L'aroma è pulito ed offre una discreta fragranza maltata (crosta di pane, cereali, miele) ed una lieve presenza di agrumi (arancio, lievissimo pompelmo rosa) portati dalla luppolatura americana, evitando le tipiche note resinose del Chinook. Il corpo è pienamente rispettoso della tradizione tedesca: dev'essere una birra da bere (anche o soprattutto) in grande quantità, quindi corpo leggero, carbonazione medio-bassa, consistenza snella ed acquosa. L'intensità del gusto non è al massimo, personalmente penso che si poteva fare di più per meglio distinguersi dalle numerose helles industriali: c'è comunque anche in bocca una buona fragranza di pane, crackers e miele d'arancio, un accenno di biscotto e - come al naso - di agrumi. Delicata anche la chiusura finale, con un amaro erbaceo appena percepibile ma anche un'acquosità che secondo me fa un po' oltre il dovuto. Non ci metterei la mano su fuoco, ma mi è anche sembrato di avvertire una leggera punta di diacetile.
Birra che cerca di apportare una leggera variazione ad una secolare tradizione con una luppolatura americana; un compito difficile, perennemente a rischio: troppo luppolo e lo stile viene snaturato, troppo poco luppolo americano e nessuno s'accorgerà del suo utilizzo.
Tilmans se la cava con un compromesso che si concretizza nel donare ad una helles un leggero carattere agrumato che ben si sposa con la dolcezza dei malti. Fin qui tutto bene, ma non bisogna dimenticare i due elementi principali che - in una birra così - vanno poi a fare la differenza rispetto ad un prodotto industriale: la fragranza dei malti e l'intensità del gusto. Su questo c'è ancora da lavorare, il livello è buono ma al momento mi sembrano molto più pronte e soddisfacenti le produzioni di Giesinger, per restare a Monaco.
Formato: 50 cl., alc. 5.1%, scad. 17/09/2015.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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