Fondato nel 2009 dai fratelli Marco e Luca Ligas, provenienti da un decennio di homebrewing, il Birrificio Geco non è probabilmente tra quelli italiani che fanno continuamente parlare di sé. La sua è una presenza quasi discreta, con un bel percorso di crescita dalle tre birre degli esordi (Ambra, Maia e Pecora Nera) alle dieci che compongono attualmente la gamma. Birre facili da bere, prezzi al di sotto della esosa media nazionale e, soprattutto, una presenza quasi costante nel medagliere di Birra dell'Anno a testimoniare i miglioramenti fatti in questi anni.
Nell'edizione 2015 è stata la Marvin a portare a casa l'oro nella categoria 6 (ambrate, alta fermentazione, basso grado alcolico, d’ispirazione anglosassone), ma se non erro la birra più medagliata di Geco è la milk stout chiamata Pecora Nera. Podio sfiorato quest'anno (quarto posto in categoria 12), ma bronzo nel 2013 e argento nel 2011; a queste si aggiunge il primo posto all'Italian Beer Festival del 2012 nella categoria delle stout, il secondo posto al CIBA 2014 e 2015, il terzo nell'edizione 2013 tra le Porter, Imperial Porter, Stout, Imperial Stout, Milk Stout, Sweet Stout.
Assaggiamola, allora. Colora il bicchiere di marrone scurissimo, con una splendida schiuma nocciola, fine e compatta, cremosissima e molto persistente. Al naso c'è molta pulizia ed una buona eleganza fatta di chicchi di caffè e cioccolato al latte, sentori di cenere ed orzo tostato, frutti di bosco, lieve caramello bruciato.
Sensazione palatale davvero ottima per una session beer dalla gradazione alcolica contenuta (4%): leggera cremosità, morbidezza, corpo leggero e poche bollicine. L'intensità non è per nulla sacrificata alla facilità di bevuta: il gusto segue per filo e per segno l'aroma ed è abbastanza ricco di caffè e tostature, cioccolato al latte e qualche sfumatura di cenere. Non c'è la stessa pulizia dell'aroma, ma il livello è comunque buono; rimane da registrare un po' di dolce del caramello, l'acidità del caffè ed un bel finale elegante ed amaro di tostature e di caffè. Una stout che fa della semplicità e della facilità di bevuta il suo punto di forza: ben eseguita, tranquillamente sessionabile, porta in dote il giusto livello d'amaro ben bilanciato dalla leggera presenza di dolce: gli esempi in Italia ben riusciti non sono poi così numerosi, nonostante i quasi novecento soggetti che commercializzano birra attualmente. Se la trovate sulla vostra strada, non fate finta di niente e provatela: bottiglia da 33 centilitri piuttosto insoddisfacente, il mezzo litro sarebbe decisamente più adeguato.
Formato: 33 cl., alc. 4%, lotto 1704, scad. 09/2015, pagata 3.70 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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