Workpiece è il nome dato dal birrificio Hammer ad una serie di birre occasionali/sperimentali che vengono prodotte di tanto in tanto. Workpiece in inglese è il pezzo grezzo da lavorare sul quale si abbatte il martello (Hammer) del fabbro o gli attrezzi del centro di lavoro che danno poi origine al pezzo finito.
Cinque sino ad ora le birre realizzate in quest’ottica: Imperial IPA, American Wheat , Keller Pils, Pacific IPA e Session IPA : di queste la Pacific IPA è stata la prima ad entrare poi in produzione regolare con il nuovo nome di Koral. Anche la ricetta è stata leggermente modificata: se non erro la Workpiece utilizzava Citra, Ella e Sorachi Ace mentre questa prima versione della Koral prevede l’australiano Enigma, il giapponese Sorachi Ace e l’americano Mosaic. A memoria non ricordo di aver mai incontrato l’Enigma sino ad ora, una varietà concepita dalla Hop Products Australia che dopo essere stata utilizzata da alcuni birrifici australiani in via sperimentale è stata commercializzata su larga scala a partire dal 2015 grazie ai generosi raccolti provenienti dai luppoleti in Tasmania. Discende (non lo direste mai) da una varietà svizzera di Tettnang ed il produttore lo descrive come un luppolo particolarmente adatto al Dry o Late Hopping, chiamando in causa la frutta tropicale, l'uva bianca, i lamponi ed il ribes rosso.
La birra.
La foto inganna un po', perché il suo colore è dorato e assieme all'azzurrino dell'etichetta trasporta idealmente su di un'assolata isola tropicale nelle cui acque cristalline di trovano le tartarughe, i pesci ed i coralli raffigurati in etichetta; si forma un perfetta schiuma bianca, cremosa e compatta, dall'ottima persistenza.
Tropicaleggiante e piacione l'aroma la cui dolcezza trae immenso beneficio dalle poche settimane di vita di questa bottiglia: il frutto è pieno e fragrante, pungente. La macedonia include papaia, mango e passion fruit, ananas, melone retato; in sottofondo un ricordi di aghi di pino e una suggestione di lampone. Il gusto invece rimescola un po' le carte in gioco: il tropicale dell'aroma è ben presente ma meno sfrontato e bilanciato dagli agrumi, pompelmo in primis. La bevuta si libera dall'opulenza dell'aroma per correre snella e veloce, freschissima: ci pensa il finale amaro, nel quale la resina e la scorza degli agrumi vanno a braccetto, a ripulire definitivamente il palato ed accompagnarlo nella lunga ed intensa scia amaricante del retrogusto. IPA molto ben attenuata nella quale eleganza e pulizia sono a livelli estremamente alti sia al naso che al palato: alcool molto ben nascosto, bevuta amara a soddisfare le aspettative di chi ordina una IPA ma concepita con la ragione piuttosto che con l'asfaltatrice. Non è semplice costruire una birra attorno al fruttatone tropicale senza farla diventare stucchevole ma in questo caso la mano del birraio Marco Valeriani assieme alla freschezza della bottiglia sono riusciti nell'impresa.
Formato: 33 cl., alc. 6.3%, lotto 033B, imbott. 03/2016, scad. 30/09/2016, 4.50 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento