giovedì 28 aprile 2016

Põhjala Must Kuld

Nuovo appuntamento con il birrificio estone Põhjala, uno dei protagonisti della piccola  “craft bier revolution” che sta lentamente cercando di svilupparsi anche nella piccola repubblica baltica; nato nel 2011 come beerfirm, dal 2014 è a tutti gli effetti un vero birrificio e da qualche mese le sue birre hanno una buona distribuzione in tutta Europa, Italia inclusa.  
Come già raccontatovi in questa occasione, lo fondano tre soci  (Enn Parel, Peeter Keek e Gren Noormets) ai quali si aggiunge in seguito  Tiit Paananen; a fare birra viene chiamato a Tallinn  il giovane (26 anni) Chris Pilkington, ex-BrewDog e conosciuto dai soci proprio nell’occasione di una visita allo stabilimento del birrificio scozzese. Oltre al birrificio, è aperto da qualche mese anche il locale  “Speakeasy”  (Kopli 4, Tallinn), a due passi dalla città vecchia e di fronte alla stazione dei treni:  nel piccolo bar e nel più ampio giardino vi aspettano sgabelli, qualche divano, quattro spine e una selezione di bottiglie. 
Dopo la IPA Virmalised e le due scure Pime Öö  (Imperial Stout) e Pesakond  (Black IPA) è oggi il turno di una robusta Porter (7.8%) chiamata Must Kuld, ovvero “oro nero” ma quello che suggerisce l’etichetta (credo si tratti di una fava di cacao) è ben altro.

La birra.
Malti Pale, Munich, Cara pale, Crystal 50, Crystal 150, Crystal 200, Carafa type 2 special e Chocolate malt; lattosio, luppoli Magnun e EK Goldings: questo prevede la ricetta di una porter che nel bicchiere si presenta quasi sensuale, di un luminoso color nero con una finissima e cremosa schiuma marrone scuro, molto compatta e molto persistente. L’aroma è piuttosto dolce e complesso, una sorta di dessert liquido composto da cioccolato al latte, miele, creme brûlé, caffè, caramello e melassa: anche la cenere fa ogni tanto capolino. L’opulenza viene sorretta da un ottimo livello di pulizia ed anche di finezza.  
Il gusto è inizialmente disturbato da una carbonazione un po’ troppo invadente, ma è sufficiente roteare un po’ il bicchiere per stemperare un po’ le bollicine e trovarsi una porter morbida e cremosa che riesce comunque a scorrere piuttosto bene. Il percorso continua sugli stessi binari al palato, un dessert in forma liquida nel quale si trovano caramello e melassa, miele e cioccolato al latte, con il dolce parzialmente contrastato dal caffè, dal pane tostato, dal cioccolato amaro e dalla lieve acidità dei malti scuri. Quasi sfacciata nella sua dolcezza, ma sempre caratterizzata da una certa raffinatezza: merito soprattutto dell’azzeccato finale, molto elegante, nel quale cioccolato, torrefatto e caffè portano quell’amaro necessario a scongiurare il rischio stuccevolezza.  Il contributo dell’alcool è molto delicato e avvertibile solamente nel retrogusto, accompagnato dal miele, dal caffè e del lieve torrefatto. 
Il birrificio usa la parola anglosassone “decadent cake” per descriverla, un aggettivo che in italiano si potrebbe in questo caso tradurre come indulgente, ricco, lussurioso:  una definizione appropriata per una Porter molto pulita e facile da bere ma che meglio si presta ad essere sorseggiata per poterne apprezzare tutte le sfumature. Mi viene quasi inevitabile fare un confronto con le birre-dessert di Omnipollo, tipo questa o questa. Levate gli steroidi, dimenticate gli ingredienti “strani” e le gradazioni alcoliche a doppia cifra: con i classici quattro ingredienti (acqua, malto, lievito e luppolo) e l’aggiunta di lattosio Põhjala riesce a costruire una porter altrettanto golosa e peccaminosa quanto l’antropomorfo (o Arcimboldesco, se preferite) frutto raffigurato in etichetta.
Se vi piacciono le birre dessert, questa fa al caso vostro.
Formato: 33 cl., alc. 7.8%, IBU 45, lotto 091, scad. 06/07/2016.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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