Nuovo appuntamento con il birrificio estone Põhjala, uno dei protagonisti della piccola “craft bier revolution” che sta lentamente cercando di svilupparsi anche nella piccola repubblica baltica; nato nel 2011 come beerfirm, dal 2014 è a tutti gli effetti un vero birrificio e da qualche mese le sue birre hanno una buona distribuzione in tutta Europa, Italia inclusa.
Come già raccontatovi in questa occasione, lo fondano tre soci (Enn Parel, Peeter Keek e Gren Noormets) ai quali si aggiunge in seguito Tiit Paananen; a fare birra viene chiamato a Tallinn il giovane (26 anni) Chris Pilkington, ex-BrewDog e conosciuto dai soci proprio nell’occasione di una visita allo stabilimento del birrificio scozzese. Oltre al birrificio, è aperto da qualche mese anche il locale “Speakeasy” (Kopli 4, Tallinn), a due passi dalla città vecchia e di fronte alla stazione dei treni: nel piccolo bar e nel più ampio giardino vi aspettano sgabelli, qualche divano, quattro spine e una selezione di bottiglie.
Dopo la IPA Virmalised e le due scure Pime Öö (Imperial Stout) e Pesakond (Black IPA) è oggi il turno di una robusta Porter (7.8%) chiamata Must Kuld, ovvero “oro nero” ma quello che suggerisce l’etichetta (credo si tratti di una fava di cacao) è ben altro.
Malti Pale, Munich, Cara pale, Crystal 50, Crystal 150, Crystal 200, Carafa type 2 special e Chocolate malt; lattosio, luppoli Magnun e EK Goldings: questo prevede la ricetta di una porter che nel bicchiere si presenta quasi sensuale, di un luminoso color nero con una finissima e cremosa schiuma marrone scuro, molto compatta e molto persistente. L’aroma è piuttosto dolce e complesso, una sorta di dessert liquido composto da cioccolato al latte, miele, creme brûlé, caffè, caramello e melassa: anche la cenere fa ogni tanto capolino. L’opulenza viene sorretta da un ottimo livello di pulizia ed anche di finezza.
Il gusto è inizialmente disturbato da una carbonazione un po’ troppo invadente, ma è sufficiente roteare un po’ il bicchiere per stemperare un po’ le bollicine e trovarsi una porter morbida e cremosa che riesce comunque a scorrere piuttosto bene. Il percorso continua sugli stessi binari al palato, un dessert in forma liquida nel quale si trovano caramello e melassa, miele e cioccolato al latte, con il dolce parzialmente contrastato dal caffè, dal pane tostato, dal cioccolato amaro e dalla lieve acidità dei malti scuri. Quasi sfacciata nella sua dolcezza, ma sempre caratterizzata da una certa raffinatezza: merito soprattutto dell’azzeccato finale, molto elegante, nel quale cioccolato, torrefatto e caffè portano quell’amaro necessario a scongiurare il rischio stuccevolezza. Il contributo dell’alcool è molto delicato e avvertibile solamente nel retrogusto, accompagnato dal miele, dal caffè e del lieve torrefatto.
Il birrificio usa la parola anglosassone “decadent cake” per descriverla, un aggettivo che in italiano si potrebbe in questo caso tradurre come indulgente, ricco, lussurioso: una definizione appropriata per una Porter molto pulita e facile da bere ma che meglio si presta ad essere sorseggiata per poterne apprezzare tutte le sfumature. Mi viene quasi inevitabile fare un confronto con le birre-dessert di Omnipollo, tipo questa o questa. Levate gli steroidi, dimenticate gli ingredienti “strani” e le gradazioni alcoliche a doppia cifra: con i classici quattro ingredienti (acqua, malto, lievito e luppolo) e l’aggiunta di lattosio Põhjala riesce a costruire una porter altrettanto golosa e peccaminosa quanto l’antropomorfo (o Arcimboldesco, se preferite) frutto raffigurato in etichetta.
Se vi piacciono le birre dessert, questa fa al caso vostro. Formato: 33 cl., alc. 7.8%, IBU 45, lotto 091, scad. 06/07/2016.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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