Nel 2010 il quasi quarantenne Christian Hans Müller lascia il suo lavoro da dentista per inaugurare la propria beerfirm Sommelierbier - Hanscraft & Co. nella sua città natale Aschaffenburg, uno degli ultimi avamposti della Baviera meridionale prima del confine con l’Assia, ad una quarantina di chilometri da Francoforte. Nel progetto ci sono anche l’assistente Martina Vojtechova, Dirk Borkowski, il disegner Heiko Roßmeißl e soprattutto l’esperto Dieter Körner, diplomato Biersommelier alla Doemens Academy; il titolo di Biersommelier arriverà per Christian Hans Müller qualche anno dopo al Siebel Institute di Chicago.
I continui riferimenti alla sommellerie fanno sì che il target iniziale della beerfirm siano ovviamente i tavoli dei ristoranti, a quali proporre una valida alternativa ai vini: il debutto avviene con la Müller Dreistern, una Heller Bock/Marzen affinata in botti di Brandy che rappresenta anche un legame con la famiglia di Müller, il cui bisnonno produceva distillati. La birra viene prodotta presso gli impianti della Alpirsbacher Klosterbräu sfruttando alcune amicizie; le ricette successive verranno realizzate soprattutto alla Bürgerliches Brauhaus Wiesen e alla Eder & Heylands Brauerei di Grossostheim; è qui che nasce la più “democratica” Nizza, una birra al frumento con luppolatura americana che ha come target bar e locali meno informali rispetto alle tavole dei ristoranti.
La gamma Hanscraft & Co si è poi ampliata includendo l’IPA Backbone Splitter, la Imperial Stout Black Nizza, la Saison Julie e, più di recente, una Single Hop Keller Pils oltre ad alcune birre stagionali ed occasionali; per il futuro Müller dichiara di voler esplorare anche il mondo delle birre acide e, soprattutto, di essere pronto a passare da beerfirm a produttore per poter soddisfare tutte le richieste dei clienti. Nel 2014 il popolo di Ratebeer ha eletto la beerfirm come “new best brewer” in Baviera per l’anno 2013.
Primo tentativo di Hanscraft con uno stile belga, la Saison Julie viene realizzata presso la Bürgerliches Brauhaus Wiesen; la ricetta prevede frumento maltato, malti Monaco, Pils e CaraAmber, mentre i luppoli scelti sono Chinook e Sorachi Ace. Lo stappo della bottiglia è abbastanza frustrante, con un gushing lento ma inesorabile di una pannosa schiuma biancastra dalla lunghissima persistenza che obbliga ad una lunga attesa prima di poter comporre un bicchiere di birra decente; le particelle di lievito sospinte dall’esplosività della birra rendono il colore arancio piuttosto torbido per un risultato finale non troppo bello da vedere. L’aroma disegna comunque un bel campo di fiori nel quale trovano spazio anche i profumi di agrumi (polpa d’arancia, scorza di limone/lime), di mela e qualche accenno di tropicale: l’intensità è buona mentre pulizia ed eleganza mostrano ampi margini di miglioramento. La bevuta è da subito vivacissima grazie anche ad una carbonazione molto sostenuta (qualcuno potrebbe anche dire troppo) che dona a questa birra un carattere un po’ ruvido. Al palato crackers e miele anticipano la frutta tropicale (mango) e gli agrumi per un inizio di bevuta dolce che viene poi ben bilanciato dalla lieve acidità del frumento e da un profilo "zesty" piuttosto evidente, protagonista del gradevole finale amaro in compagnia di note terrose. L'intensità è buona, lo stesso non si può dire della pulizia, penalizzata anche dal gushing che ha portato il fondo del lievito a disperdersi completamente nella birra: in una Saison alla perfetta eleganza preferisco sempre qualche "imperfezione rustica" ma qui un po' si esagera. La Saison di Hanscraft mostra comunque personalità e carattere, elemento che non sempre ho trovato nelle interpretazioni tedesche di stili belgi o anglosassoni; la base c'è e una volta sistemate le problematiche evidenziate, soprattutto quelle legate all'esuberanza del lievito saison, potrebbe davvero venir fuori una birra interessante.
Formato: 33 cl., alc. 6%, scad. 06/05/2016, 3.47 Euro (beershop, Germania)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento