Ammetto di non conoscere affatto la scena brassicola islandese, ma immagino che qualcosa esista se nel 2015 Mikkeller ha deciso di aprire un bar nella capitale Reykjavík. Il database di Ratebeer, davvero utile in questi casi, indica undici realtà (birrifici, brewpub, beerfirm) operative in un isola dove vivono circa 300.000 persone.
I californiani David Altshuler e Jack Sichterman si recano nel 2010 in Islanda per un sopralluogo commerciale: desiderano lanciare un brand di lusso di acque minerali utilizzando il fascino dell’acqua islandese che proviene dai ghiacciai e scorre nei terreni lavici. Per l’operazione scelgono il partner Vífilfell, un importante distributore islandese nonché proprietario della Viking Olgerd, birrificio commerciale con sede ad Akureyri, un centinaio di chilometri a sud del circolo polare artico.
A Sichterman, che ha alle spalle esperienze professionali con marchi come Miller e Tsingtao, viene l’idea di utilizzare l’acqua islandese anche per fare la birra; viene così creata la Einstök Ölgerð, una beerfirm che utilizza gli impianti della Viking. Creato il marchio, si tratta di reperire un birraio in grado di realizzare alcune ricette: il prescelto è Baldur Karason, islandese diplomato alla Heriot Watt University di Edimburgo. A ottobre 2011 debuttano sul mercato le prime tre Einstök: una witbier (Icelandic White Ale), una Pale Ale e la Toasted Porter.
Il marchio Einstök (che in islandese significa “unico”) è cresciuto sino ad arrivare ai 14.000 ettolitri prodotti nel 2015, il 64% dei quali destinati all’export: gli Stati Uniti la fanno da padrone, seguiti da Germania, Inghilterra e i paesi Baltici. Le statistiche dicono che Einstök è oggi il maggior esportatore islandese di bevande alcoliche, totalizzando il 64% del fatturato in quel segmento di mercato.La birra.
Malti Lager, Monaco, Chocolate, luppoli bavaresi e aggiunta di una piccola quantità di caffè islandese sono gli ingredienti della ricetta di questa porter che arriva nel bicchiere vestita quasi di nero (ebano scurissimo) e indossa un compatto cappello di schiuma fine e cremosa, color cappuccino, dall'ottima persistenza. Il naso non è molto intenso ma pulito, con un'efficace semplicità fatta di tostature, caffè, mirtillo/ribes nero e un lieve tocco di cenere. Il percorso continua in linea retta al palato, in una porter dal corpo medio, poche bollicine e con una consistenza che, nel dilemma tra l'essere morbida o scorrevole, predilige questo secondo aspetto. Il gusto ha almeno un paio di marce in più dell'aroma per quel che riguarda l'intensità: il profilo è ricco di caffè e tostature, pane nero, con un sottofondo dolce di caramello. Molto in secondo piano cioccolato e mirtillo/frutti di bosco, ed un finale dominato dal caffè, con l'amaro intenso delle tostature che mantiene sempre una certa eleganza. Nulla da eccepire sulla pulizia di questa porter costruita sul rigore e sulla semplicità, a dimostrazione che non sono necessari fuochi d'artificio o effetti speciali per realizzare una buona birra.
Formato: 33 cl., alc. 6%, imbott. 25/06/2015, scad. 25/06/2017, 3.24 Euro (beershop, Germania)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Bevuta ripetutamente durante un recente viaggio in Islanda, dove è reperibile ovunque. Confermo il giudizio della tua impeccabile scheda. Nicola
RispondiEliminaIn Islanda prima o poi devo riuscire ad andarci anch'io!
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