Dopo le impressioni piuttosto positive sulla Altfränkisch Klosterbier, ecco un'altra birra prodotta dalla Klosterbrauerei di Weißenohe, comune dove abitano un migliaio di abitanti situato ad una cinquantina di chilometri a sud di Bamberga. "Klosterbrauerei" significa ovviamente il "birrificio del monastero", precisamente l'abbazia benedettina di Weissenohe fondata nel 1052 e consacrata a San Bonifacio nella quale i monaci produssero birra sino al 1803, quando a causa della secolarizzazione il monastero fu definitivamente dissolto e venduto a privati.
Nel 1827 il birraio Friedrich Kraus acquistò fattoria, taverna e birrificio, rimettendolo in funzione; oggi lo guida la quinta generazione di discendenti, Katharina ed Urban Winkler, con l'aiuto dal 2010 del birraio Martin Pelikan che produce circa 20.000 hl l'anno. Weißenohe significa "luogo del bianco ruscello", nome dato al vicino fiume Kalkack le cui acque hanno originato le profonde falde acquifere utilizzate dal birrificio attraverso i due pozzi di proprietà.
La birra.
Bonator è una Doppelbock dedicata a San Bonifacio, monaco inglese (673 DC) di nome Winfrid giunto a Roma e ordinato vescovo Bonifacio da papa San Gregorio II per poi essere inviato in Germania ad evangelizzare le popolazioni oltre il Reno; venne ucciso dalla spada dei pagani nel 754.
Il suo colore è un limpido ambrato carico con intense venature rossastre, sormontato da una fine e compattissima testa di cremosa schiuma dalla lunghissima persistenza. L'aroma regala un bouquet di discreta intensità, pulito e piuttosto dolce, composto da ciliegia e prugna sciroppata, toffee, pane nero/pumpernickel e una delicatissima speziatura.
Si tratta di un anticipo del gusto, che segue quasi perfettamente la strada indicata dai profumi: pane nero, biscotto e caramello sono affiancati da note sciroppose di ciliegia e susina, uvetta, che compongono un percorso molto dolce e ricco. La lieve speziatura cerca di portare un po' di vivacità in assenza quasi totale di bollicine: la birra, dal corpo medio, risulta comunque morbida e avvolgente pur mantenendo la grande scorrevolezza tipica della tradizione tedesca. Nonostante la spiccata dolcezza questa Doppelbock riesce a non essere mai stucchevole grazie ad un tocco amaricante di pane tostato e terroso ma soprattutto grazie ad una buona attenuazione che regala un finale pulito e dagli strascichi zuccherini abbastanza contenuti. L'alcool è forse sin troppo nascosto, la facilità di bevuta ne risulta agevolata ma il bevitore potrebbe avvertire un po' la mancanza di un confortante calore etilico. Il profilo dei malti é molto pulito, ricco e fragrante, costituendo quella sorta di pasto liquido (in questo caso molto ben fatto e gustoso) che i monaci utilizzavano come forma di sostentamento quotidiano nel periodo di digiuno della Quaresima.
Formato: 50 cl., alc. 8.2%, lotto 2102, scad. 10/08/2016, 1.58 Euro (beershop, Germania).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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