martedì 24 maggio 2016

Vanderghinste Oud Bruin

Risale al maggio 1892 la fondazione del birrificio nei locali di una fattoria acquistata da Remi Vander Ghinste, allora sessantaduenne, per il proprio figlio ventitreenne  Omer  nel villaggio di Bellegem, dintorni di Kortrijk. Omer sposa nel 1900 Marguerite Vandamme, figlia di un birraio di Kortrijk:  la sua consulenza è preziosa per migliorare l’unica birra prodotta allora chiamata Ouden Tripel  (oggi VanderGhinste Oud Bruin), mentre  Marguerite si occupa  di allestire un café facendo incidere il nome del marito su tutte le vetrate. Pare che sia questo il motivo del perché tutti i discendenti di Omer Vander Ghinste portino almeno in parte il nome del padre (Omer-Jean, Omer III): evitare di dover spendere denaro per sostituire le finestre! 
Qualche anno dopo Marguerite eredita dal nonno la Brasserie Le Fort di Kortrijk, che viene chiusa nel 1911 per concentrare tutta la produzione a Bellegem; gli anni 30 vedono gli inizi delle basse fermentazioni con la nascita della Ghinst Pils e della Bockor. Gli attuali edifici della Brouwerij Omer Vander Ghinste risalgono alla ricostruzione post-bellica del 1947, con il successivo ampliamento del 1964 durante il quale la malteria fu smantellata per installare altri tini di fermentazione ed una nuova linea d’imbottigliamento. Nel 1972 si ricominciano a produrre  fermentazioni spontanee, interrotte prima della seconda guerra mondiale; nasce il Jacobins Gueuze Lambic, ma quasi contemporaneamente (1977)  il birrificio cambia il nome in Brouwerij Bockor per sfruttare il successo e la popolarità della gamma a bassa fermentazione.  
Negli anni ’80 arrivano Jacobins Kriek  (1983) e  Jacobins Framboise (1986) ma è solo in tempi molto recenti che la produzione di birre acide a fermentazione spontanea e mista ha subito un forte aumento grazie alle richieste del mercato statunitense: nel 2012 viene lanciata la Cuvée des Jacobins, un lambic maturato 18 mesi in botti di legno e lo scorso anno il birrificio ha acquistato due nuovi Foeders da 150 hl cadauno per aumentare la capacità produttiva. Nonostante questo il 70% della produzione Bockor, ancora di proprietà di un Omer Vander Ghinste alla quinta generazione di discendenti, è ancora dedicato alle basse fermentazioni (Bockor Blauw e Bockor Pils); in crescita è la domanda domestica per la Strong Ale (8%) chiamata Omer.

La birra.
Vanderghinste Oud Bruin, ovvero la prima birra prodotta nel 1892 dal birrificio di Omer Vander Ghinste; difficile sapere se sia davvero uguale a quella di 124 anni fa che nel corso del tempo ha assunto, tra gli altri, il nome di Ouden Tripel,  VanderGhinste Rood Bruin e  Bellegems Bruin. Nel 2012 per festeggiare i 120 anni del birrificio le viene dato il nome attuale, con la nuova bella etichetta che riproduce un manifesto pubblicitario del 1920. Tecnicamente si tratta di un blend di lambic invecchiato almeno 18 mesi in foeders di legno (35%) e di birra fresca (65%); se v’interessano i concorsi, ai World Beer Awards è stata votata “World's Best Dark Beer 2015” e  “Europe's Best Oud Bruin 2014”.
Splendida e sensuale nel bicchiere, di color ambrato infuocato di rosso rubino; la schiuma ocra è finissima, compatta e cremosa, dall'ottima persistenza. Al naso legno, frutti rossi aspri (ribes, marasca) e dolci (ciliegia, mela matura), lontane suggestioni di vaniglia si scontrano con le note lattiche e funky. La componente acetica è presente ma è piuttosto leggera e ben mascherata. Al palato è leggera e molto scorrevole, con poche bollicine ed una sensazione generale morbida e gradevole. Il gusto è ancora più mansueto rispetto ad un aroma che già non osava troppo: anche qui c'è l'asprezza di ribes, marasca, mela e uva acerba, ci sono lattico e acetico ma sono ben addomesticati dal dolce del caramello, della ciliegia e dei frutti di bosco maturi; la bevuta risulta molto meno "funky" dell'aroma e nel complesso bilanciata dal rapido succedersi di dolce ed aspro che si equilibrano a vicenda entrando ed uscendo di scena a più riprese. Il legno è sempre presente in sottofondo, la bevuta sfocia in un finale leggermente tannico e risulta alla fine molto secca e dissetante, soprattutto se bevuta ancora fresca di frigo. Molto pulita, non ha una grande complessità/profondità/personalità ma sa comunque farsi volere molto bene, sopratutto se vi capita di berla in un'assolata giornata d'estate. Una birra acida abbastanza docile e secondo me accessibile anche a chi non ha dimestichezza con lo stile: se volete muovere i primi passi nel mondo delle Oud Bruin e non sapete da dove cominciare, fateci un pensiero.
Formato: 25 cl., alc. 5.5%, scad. 07/07/2016, 1.20 Euro (drink store, Belgio).

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

Nessun commento:

Posta un commento