Birra e cani, un binomio abbastanza diffuso: moltissimi i birrifici che utilizzano la parola “dog” nel loro nome o che ospitano un cane nel proprio logo. Alla lista si aggiunge in maniera meno diretta anche Muttnik, beerfirm di recente apertura (settembre 2016) con sede legale a Cernusco sul Naviglio. Muttnik, dalle parole inglesi mutt (bastardo) e sputnik, era il nome col quale vennero chiamati dalla stampa americana una serie di cani inviati nello spazio nel corso degli anni cinquanta e sessanta dall’Unione Sovietica.
La beerfirm fa capo a Lorenzo Beghelli, che assieme ad altri amici/soci coltiva una passione per la birra che inizia nel 2002 quando, ai tempi del liceo, iniziò ad armeggiare con pentole e serpentine; terminati gli studi universitari (biologia), nel corso dei quali si è occupato di lieviti e di altri aspetti marginalmente correlabili alla produzione di birra, l’idea di trasformare l’hobby in una professione si è fatta sempre più concreta ed è sfociata in un periodo di apprendistato al Birrificio Italiano. Purtroppo la raccolta dei finanziamenti necessari a compiere il grande passo non è andata come previsto e gli amici hanno continuato a fare la birra in casa spostandosi in un seminterrato a Pioltello con un impianto a vapore autocostruito, 8 frigoriferi e un mini laboratorio (microscopio e materiale base per terreni di coltura) procedendo al ritmo di due-tre cotte per settimana. Il business plan venne così ridotto e dal birrificio si decise di partire come beerfirm col desiderio di riuscire ad avere prima o poi impianti di proprietà. Molti “birrifici-cani” (pensate a quello scozzese) hanno costruito il loro successo con campagne di marketing aggressivo e realizzando birre sempre più estreme e inusuali: Muttnik vuole invece mantenersi all’estremo opposto, cercando di perseguire equilibrio e semplicità delle ricette; tutte le birre sono dedicate ai cani del programma spaziale sovietico.
Le birre.
Partiamo dalla saison Belka, in russo “scoiattolo”, nome del cane che assieme alla compagna Strelka trascorse una giornata nello spazio il 19 agosto 1960 a bordo del Korabl-Sputnik-2 in compagnia di un coniglio, 42 topi, due ratti, mosche, piante e funghi. Furono le prime creature terrestri ad andare in orbita e a rientrare vive. Trasformandola in birra, Belka diventa una saison luppolata con Magnun, Saaz e Styrian Golding, quest’ultimo utilizzato anche in dry-hopping assieme al Polaris.
Il suo colore velato si confonde tra il dorato e l’arancio, con un bel cappello di schiuma fine, compatta e cremosa, dall’ottima persistenza. Il naso è pulito e affianca ad una leggerissima speziatura (ricordi di coriandolo e chiodi di garofano) profumi floreali, di scorza d’arancia e banana; c’è anche quella piacevole nota rustica che in ogni saison non dovrebbe mai mancare. Leggera e vivacemente carbonata, in bocca scorre bene pungolando il palato con il suo carattere un po’ ruspante e ruvido, grazie all’utilizzo di una piccola percentuale di segale. La crosta di pane ed un accenno di biscotto vengono affiancati da una delicata speziatura e da un breve passaggio fruttato (arancia e un tocco di banana) che seguono con rigore l’aroma. La lieve acidità data dal frumento la rende molto dissetante e rinfrescante, mentre la chiusura è molto secca, con un amaro di moderata intensità che si muove in territorio erbaceo e terroso. Un’interpretazione sincera e abbastanza fedele di una saison belga tutta basata sul lievito che mette in mostra una buona espressività: certo, c’è qualche punta fenolica in eccesso che andrebbe limata e anche l’amaro finale gratta un pochino il palato, ma si tratta di dettagli che non pregiudicano una saison di buon livello. La bottiglia in questione è stata prodotta sugli impianti del birrificio Opera di Pavia.
Passiamo alla Pale Ale chiamata Zib, nata in sostituzione della Bolik, quella che sarebbe dovuta essere la prima pale ale di Muttnik. A causa di alcuni problemi con il fornitore di luppolo non è stato possibile produrre la Bolik e così, utilizzando Mosaic, Simcoe ed Amarillo è stata realizzata la Zib. Allo stesso modo, Bolik fu un cane che scomparve pochi giorni prima della data del suo volo, previsto per il settembre 1951: venne sostituito con un altro cane chiamato ZIB, acronimo di Zamena Ischeznuvshemu Boliku ovvero "sostituto dello scomparso Bolik".
Nel bicchiere si presenta di colore ramato, con riflessi oro antico ed un cappello di schiuma biancastra, cremosa e compatta. Il naso non ha lo stesso livello di pulizia della Belka: gli agrumi (cedro, limone), il biscotto e il caramello sono un po' sporcati da qualche eccesso lievitoso che rende il bouquet olfattivo meno interessante del dovuto. Il gusto segue l'aroma riproponendone in parte le imprecisioni: un lieve biscottato e caramello anticipano un intermezzo fruttato dolce, non ben definito e subito incalzato da un amaro terroso e zesty. Nel complesso c'è un'ottima intensità in una birra ai confini della soglia di sessionabilità, ma la pulizia e l'eleganza, sopratutto dell'amaro finale, sono ampiamente migliorabili. Bottiglia prodotta sugli impianti del birrificio The Wall di Venegono Inferiore (VA).
Chiudo con la Muttnik che mi ha maggiormente colpito, ovvero la saison Strelka: di fatto sorella della Belka, dalla quale differisce per una diversa e più generosa luppolatura a base di Magnum, Styrian Golding e Citra, quest’ultimo anche in dry-hopping. Dorata, leggermente velata, anche lei sormontata da un generoso e compatto cappello di cremosa schiuma bianca che mostra un'ottima persistenza. Rispetto alla sorella Belka l'aroma sale d'intensità mantenendo lo stesso buon livello di pulizia: gli agrumi (limone, arancia, mandarino) sono affiancati da una delicata speziatura (pepe, coriandolo) e da un bel carattere rustico che richiama la paglia. Crackers e cereali, un accenno di miele sostengono una generosa luppolatura che sposta subito la bevuta in territorio fruttato: tanti agrumi (pompelmo, lime/limone) con qualche nota dolce di pesca a fare da contraltare. Bevuta agile, vivacemente carbonata, che scorre senza intoppi terminando con una buona secchezza e un finale amaro, terroso e agrumato, intenso quanto basta. Una bella saison che trova un punto d'incontro molto ben riuscito tra qualche concessione ruffiana/modaiola e un carattere rustico sincero: pulita, ben fatta, facilissima da bere, dall'elevato potere dissetante e rinfrescante. Per essere un debutto, il livello è davvero ottimo: l'estate è lontana, ma potete già iniziare a pensare a lei per le vostre necessità nei mesi più caldi dell'anno. Bottiglia realizzata presso il birrificio Opera di Pavia.
Nel dettaglio:
Belka: 33 cl., alc. 4.6%, IBU 30, lotto 108/16, scad. 03/01/2018, prezzo indicativo 3.50/4.00 Euro.
Zib: 33 cl., alc. 4.7%, IBU 25, lotto 11016, scad. 28/10/2017, prezzo indicativo 3.50/4.00 Euro.
Strelka, 33 cl., alc. 4.6%, IU 36, lotto 118/1, scad. 20/01/2018, prezzo indicativo 3.50/4.00 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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