Ritorna sul blog un altro dei protagonisti in positivo dell’anno che ci ha appena salutato ovvero il birrificio Hammer - Italian Craft Beer di Villa d'Adda (BG) di proprietà della famiglia Brigati, titolare di un mollificio: è Fausto il membro della famiglia ad essere stato contagiato dalla passione per la buona birra e ad aver coinvolto nella costruzione di un birrificio anche il fratello Roberto ed il padre Angelo.
In una superficie di 1300 metri quadrati, viene installato un impianto automatizzato da 20 hl. con sala cottura Flex-Bräu (EasyBrau), cinque fermentatori con serbatoi da 2500 litri ed una linea d'imbottigliamento a pressione isobarica. La scelta del birraio è caduta su Marco Valeriani, classe 1981, molto conosciuto tra i birrofili italiani per la sua precedente esperienza presso il Birrificio Menaresta ove ha realizzato alcune delle più interessanti IPA italiane (Verguenza e Due di Picche, ad esempio).
Workpiece è il nome dato da Hammer ad una serie di birre occasionali/sperimentali che vengono prodotte di tanto in tanto. Workpiece in inglese è il pezzo grezzo da lavorare sul quale si abbatte il martello (Hammer) del fabbro o gli attrezzi del centro di lavoro che danno poi origine al pezzo finito. In quest’ottica sono state realizzate sino ad ora un’Imperial IPA, un’American Wheat , una Keller Pils, una Session IPA e una Pacific IPA entrate poi in produzione regolare con il nuovo nome di Koral.
L’ultima arrivata nella serie Workpiece è la Imperial Dark Ale, disponibile dallo scorso 28 ottobre 2016: secondo quanto dichiara il birrificio la birra è stata creata appositamente prima della realizzazione della imperial stout Daarbulah per verificare la capacità della sala cottura a reggere quantità enormi di malto. Potete chiamarla Imperial/Double Black IPA o Imperial Dark Ale, 8.7% ABV: la ricetta vede una “enorme quantità di malti scuri”, zucchero di canna ed un’abbondante luppolatura di Azacca, Citra, Simcoe e Amarillo.
La birra.
Poco più di due mesi di vita per una birra che colora il bicchiere di marrone scurissimo, quasi nero: la schiuma beige è cremosa e compatta e ha un’ottima persistenza. Pompelmo, qualche accenno tropicale di ananas e mango, aghi di pino e un lieve terroso formano un bouquet aromatico fresco e pulito, anche se non tra i più intriganti che mi sia capitato di annusare. L’abbondante luppolatura viene sostenuta al palato da leggerissime tostature e da un tocco caramellato: dopo un veloce passaggio di frutta tropicale che richiama l’aroma, la bevuta prende la strada dell’amaro e non l’abbandona più. Resina pungente, note terrose e di pompelmo completano un finale amaro molto intenso e potenziato da un discreto alcool warming, sino ad allora molto ben nascosto. La sensazione palatale, molto morbida e quasi delicata, è in sorprendente contrasto con l’intensità dell’amaro: ne risulta un mouthfeel gradevolissimo, con poche bollicine e una bella chiusura secca.
Imperial Dark Ale o nella sostanza una birra che soddisfa chi ha voglia d’amaro: si punta dritto al sodo senza divagazioni, ornamenti o orpelli: ci sono pochi elementi in gioco ma molto ben disposti, con gli elevati standard di precisione e pulizia che contraddistinguono la produzione Hammer.
Formato: 33 cl., alc. 8.7%, lotto 2608 del 10/2016, scad. 30/04/2017, prezzo indicativo 5.00/6.00 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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