Il 2017 del blog si apre con uno dei protagonisti dell’anno appena concluso; parliamo di Stigbergets, microbirrificio di Goteborg (Svezia) attualmente molto chiaccherato dai beergeeks di tutta Europa. L’avevamo incontrato proprio lo scorso dicembre con due ottime IPA che sono risultate poi tra le migliori bevute dell’anno.
Fondato dai proprietari del ristorante del teatro Hagabion di Göteborg e dall’ex-homebrewer Olle Andersson, il birrificio inizia con un impianto molto piccolo (50.000 litri il primo anno) producendo quasi esclusivamente per il ristorante del teatro e per alcuni altri bar, arrivando a triplicare la produzione nel 2015 grazie alla distribuzione delle bottiglie attraverso il monopolio svedese Systembolaget. Ad inizio 2016 il necessario ingrandimento per far fronte all’aumento della domanda con un nuovo impianto da 20 hl realizzato dalla danese JTM Brew che porta il potenziale annuo a 400.000 litri. Come detto, il birraio è Olle Andersson, un passato lavorando come sviluppatore di software informatico prima di trasformare l’hobby per l’homebrewing in una professione. Nonostante lo stile preferito di Olle siano le Porter, è con le IPA che Stigbergets ha iniziato a farsi notare prima in Scandinavia e poi in altri paesi europei. Galeotta fu in particolare la Gbg Beer Week IPA, realizzata per la Gothenburg Beer Week 2016 che si è tenuta dal 15 al 23 aprile ospitando moltissimi eventi in tutta la città culminando nell'Öl & Whiskymässa, un festival di due giorni al quale hanno partecipato 18.000 persone; l’edizione 2017 della Gothenburg Beer Week è prevista dal 17 al 25 marzo.
La Gbg Beer Week IPA è una una IPA torbida/juicy che a molti beergeeks ha ricordato le ricercatissime IPA americane del New England: in verità Andersson dice di non essersi ispirato alle birre di Trillium o Tree House ma alle sue produzioni casalinghe, caratterizzate dall’assenza di filtrazione e dall’utilizzo di cereali non maltati come frumento e avena. Da allora la Gbg Week IPA è stata replicata pochissime volte, ovvero quando il birrificio è stato in grado di trovare Nelson Sauvin, Citra e Mosaic di qualità eccellenti: ciò non le ha comunque vietato di scalare le classifiche del beer-rating diventando oggi, secondo Ratebeer, la nona miglior IPA al mondo dietro Trillium, Tree House, Alchemist e Hill Farmstead.
La ricetta, secondo quanto riporta un homebrewer svedese che l’ha richiesta direttamente ad Andersson ottenendo risposta, prevede malto Extra Pale Ale (80%), fiocchi d’avena torrefatti (10%) e frumento torrefatto (10%); i luppoli, come detto, sono Nelson Sauvin, Citra e Mosaic. Per chi volesse provare a replicarla ed ha voglia di tradurre dallo svedese, ecco il link.
La birra.
Nel bicchiere si presenta di un torbido color arancio pallido, quasi paglierino: la bianca schiuma che si forma è un po’ grossolana e poco persistente. Al naso un trionfo di frutta: c’è l’asprezza dell’uva del Nelson Sauvin accompagnata da quella degli agrumi (cedro, arancio, lime, pompelmo); molto in sottofondo si scorgono anche profumi dolci di frutta tropicale come mango e ananas. L’intensità non è esplosiva ma l’aroma, pulito, fresco ed elegante, è di quelli che fanno venire l’acquolina in bocca. La sensazione palatale è morbida e molto gradevole anche se – mi dicono i bene informati – non ha quella cremosità che invece contraddistingue le IPA del New England: corpo medio e poche bollicine caratterizzano una bevuta che ricalca l’aroma, perdendo però per strada un pochino d’eleganza. Si fa giusto in tempo ad avvertire la presenza del malto (crackers) prima di essere trasportati all’interno di quello che è a tutti gli effetti un cocktail di frutta: uva, ananas, mango e agrumi formano una birra estremamente succosa, dissetante e rinfrescante, molto secca. Il finale è delicatamente amaro, dominato dalla scorza degli agrumi che viene affiancata da sfumature terrose ed erbacee: è solo qui un leggerissimo tepore etilico mette la testa fuori dal guscio. Livello davvero molto alto per una IPA “juicy” e ruffiana che la freschezza valorizza: la trovo forse un mezzo gradino sotto la Amazing Haze, ma sono davvero dettagli che lasciano il tempo che trovano e che dipendono dal gusto personale. Un'altra ottima birra da Stigbergets, da cercare e da comprare ma fate presto e bevetela finché ancora fresca.
Formato: 33 cl., alc. 6.5%, lotto 558, scad. 28/05/2017, prezzo indicativo 6.00 Euro (beershop, Italia).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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