Torniamo a parlare di Brewski, birrificio svedese che avevamo incontrato a fine 2016 con una buona imperial stout e, in febbraio, con una APA ed una IPA alla frutta. Lo fondano nell'ottobre 2014 ad Helsingborg, nei locali di un ex-macello, Marcus Hjalmarsson, Johan Britzén, Alfred Olsson e Robin Skoglund; dei quattro è Marcus il birraio, anche lui folgorato dalla craft beer revolution statunitense durante una vacanza nel 2010.
Ritornato in Svezia Marcus inizia a frequentare i festival europei assieme ad alcuni amici; l'incontro con alcuni birrai al Borefts Festival 2013 organizzato da De Molen in Olanda è la molla che fa scattare in lui la voglia di provare a fare la birra. A casa, su di un impianto da 30 litri, i quattro futuri Brewski iniziano a mettere a punto le proprie ricette; nel ottobre 2013 Marcus liquida la propria attività e porta un impiantino presso la Höganäs Bryggeri dove inizia anche una sorta di praticantato, lavorando in parallelo alle proprie ricette. E' in quel periodo che nasce la beerfirm High Nose Brew le cui prime produzioni debuttano prima al compleanno del bar Mikkeller & Friends (marzo 2014) e poi compaiono sia alla Copenhagen Beer Celebration che al Öl & Whiskymässa di Göteborg. I riscontri positivi ottenuti dal pubblico li convincono a fare il grande passo con un investimento da cinque milioni di corone (530.000 Euro circa) che permette la nascita del birrificio Brewski, nome credo ispirato dall'omonimo slang canadese che significa "birra".
La specialità di Brewski sono le birre alla frutta, sopratutto IPA e APA, nate dal desiderio di Marcus di replicare le birre californiane che tanto amava ma che non riusciva a riprodurre a causa della modesta qualità dei luppoli a sua disposizione. Ammetto di non essere un gran estimatore di queste Fruit IPA che si stanno invece diffondendo sempre di più; preferisco vedere che cosa riesce a fare il birrificio svedese utilizzando semplicemente acqua, lievito, malti e luppoli.
La birra.
Conan, dedicata all'omonimo personaggio letterario, è la prima Double IPA realizzata da Brewski senza aggiungere frutta come era invece accaduto per la Mango DIPA, la Mangofever DIPA e la Papayafeber IPA. Viene annunciata ad inizio dicembre assieme alla IPA Barbarian e alla Mango Hallon Feber Session IPA: il primo lotto è stranamente destinato ai mercati esteri e, in fusto, ai bar svedesi. Le bottiglie arriveranno al Systembolaget, il monopolio svedese dove si può acquistare la birra per il consumo casalingo, solamente a partire da febbraio.
Lievemente velata e perfettamente dorata, forma un bel cappello di schiuma bianca, cremosa e compatta, dall'ottima persistenza. L'aroma riflette la freschezza di una bottiglia che ha poco più di un mese di vita: pompelmo, cedro, limone e mandarino sugli scudi, mentre in sottofondo si scorge qualche note dank e di frutta ananas. Pulizia ed eleganza ci sono, impossibile non aver voglia di portare subito il bicchiere alla bocca: corpo medio, carbonazione contenuta e una sensazione palatale morbida danno il benvenuto. Si tratta di una Double/Imperial Ipa con una base maltata (pane e miele) per nulla invadente che lascia il palcoscenico al luppolo: fotocopia dell'aroma, il gusto ripropone tanti agrumi con frutta tropicale (mango e ananas) nel ruolo di sparring partner. La chiusura è secca, ben attenuata, con un finale amaro di media intensità nel quale convivono pompelmo e vegetali/resinose riscaldate da una morbido tepore etilico. Double IPA ricca di frutta e succosa, bilanciata, molto pulita, facile da bere: a dispetto del nome barbaro, questa è una birra che mantiene sempre una certa eleganza senza estremismi, cafonerie o ruffianerie. Senza dubbio la miglior Brewski assaggiata sino ad ora: livello molto alto, da comprare senza indugi.
Formato: 33 cl., alc. 8%, lotto B2 Excelsior, scad. 23/11/2017, prezzo indicativo 5.00 Euro (beershop, Italia)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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