Non è facile orientarsi tra i millesimi che il birrificio De Struise riporta in etichetta, soprattutto se si tratta di birre invecchiate in botte. L’anno non corrisponde quasi mai a quello della messa in commercio ma a quello in cui è stata effettuata la cotta e la successiva messa in botte. Spulciando in cantina leggo che la Struise Ypres Reserva 2011 è stata imbottigliata a settembre 2014, stessa data per la Cuvée Delphine 2012; la Pannepot Grand Reserva 2010 a novembre 2014, la Pannepot Grand Reserva 2011 a marzo 2016 mentre la Blue Monk Special Reserve 2013 ad ottobre 2013. Alla fine del 2016 è arrivata la Cuvée Delphine Oscar 2015 (in bottiglie da 75 cl., due passaggi in botte diversi) mentre poche settimane fa (quindi 2017) è arrivata la Cuvée Delphine 2015 nel solito formato da 33 cl.
Potete solo ipotizzare che lasso di tempo trascorso dal millesimo in etichetta a quello della data d’imbottigliamento sia corrispondente alla durata dell’invecchiamento in botte: possibile che la Pannepot Grand Reserva 2011 abbia passato quasi cinque anni in botte prima di essere messa in bottiglia a marzo 2016? Poco probabile. Siamo in Belgio e stiamo parlando di birra, quindi mai fidarsi delle apparenze: anche le etichette costano e quindi conviene utilizzarle anche “fuori annata” piuttosto che buttarle via e stamparne delle nuove.
Detto questo, oggi dalla cantina riesumo una bottiglia di Cuvée Delphine, versione barricata (bourbon Four Roses) dell’imperial stout Black Albert; la sua storia l’avevo raccontata qui. In origine la si voleva chiamare Four Black Roses ma dalla distilleria del Kentucky che aveva gentilmente fornito le botti non arrivarono dei segnali incoraggianti ad utilizzarlo. Gli Struise decisero allora di optare per Cuvée Delphine in onore di quella Delphine Boël che da anni cerca di far valere le sue ragioni e farsi riconoscere come figlia dal re Alberto II, a cui era stata invece dedicata la Black Albert; gli ultimi aggiornamenti della vicenda giudiziaria non sembrano essere favorevoli alle richieste di Delphine.
La birra.
Con tutti i se ed i ma del caso, seguendo la regola dei 24 mesi d’invecchiamento, direi che la Cuvée Delphine 2011 sia stata messa in commercio nel 2013; a quel tempo l’etichetta non riportava la data d’imbottigliamento ma solo il lotto di produzione, ovvero 271515062011. La riesumo dalla cantina per vedere se i quattro anni passati al buio e al fresco le hanno fatto bene. Interessante sarà il confronto con la Cuvée Delphine 2012 bevuta qualche tempo fa ad un anno dalla messa in bottiglia.
Il tempo ha influito sicuramente sulla schiuma, cremosa e abbastanza compatta ma di dimensioni piuttosto contenute rispetto allo splendore di una versione giovane. L’aroma è pulito e intenso, marcatamente dolce e ricco di melassa, caramello brunito, bourbon, uvetta e prugna sotto spirito, qualche nota di legno e di carne. Manca forse un po’ di complessità e di profondità. Ha retto invece benissimo il mouthfeel: corpo pieno, poche bollicine, una consistenza ancora viscosissima, masticabile e avvolgente, una coltre nera sostenuta da una decisa componente etilica che riscalda con il vigore del bourbon senza arrivare mai a bruciare. Al gusto le tostature si sono affievolite e il dolce è ancora più evidente: uvetta e prugna, ciliegia sotto spirito, melassa, fruit cake; nel finale spunta anche una curiosa nota salina, un tocco legnoso, un amaro molto delicato di tostature e caffè. Una breve intermezzo prima del lunghissimo retrogusto ricco di bourbon e frutta sotto spirito.
Birra che ha sicuramente superato il suo picco ed ha intrapreso – senza fretta - la fase calante, spostandosi un po’ troppo sul dolce nonostante il bourbon sia ancora in grado di contrastarlo. La bevuta rimane potente ed intensa, meno complessa rispetto ad una Delphine più giovane ma sempre di alto livello; a quattro anni dalla nascita la Cuvée Delphine 2011 è ancora quella compagna di una fredda serata d’inverno che immaginavate prima di stapparla.
Formato: 33 cl., alc. 13%, lotto 271515062011, scad. 12/2017.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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