Sino al 2015 è stata "l'ammiraglia alcolica" del birrificio Montegioco, poi ha ceduto lo scettro alla nuova arrivata Zorzona (13%), realizzata appositamente per il festival “Birre della Merla” che il birrificio organizza ogni anno alla fine del mese di gennaio: parliamo di Draco, possente barley wine (11%) che Riccardo Franzosi produce partendo dalla Demon Hunter, birra alla quale viene aggiunto (3%) sciroppo di mirtillo biologico durante la fermentazione.
Un barley wine importante che dichiara di non temere il tempo: "consumare entro il giorno del giudizio (compreso)", recita l'etichetta. Del resto il tempo non è mai stato un problema alla Frazione Fabbrica di Montegioco, provincia di Alessandria: la versione barricata della Draco è chiamata "metodo cadrega", ovvero mettiti a sedere e aspetta. Nessun progetto futuro di espansione o di crescita, niente di tutto quello che la maggior parte dei birrai sembrano desiderare: "purtroppo o per fortuna, ho deciso che i miei volumi sono quelli attuali - racconta Franzosi - Montegioco produce 700 ettolitri all’anno, impiega quattro persone e se anche venissi eletto Birraio dell’Universo non potrei fare più di questo. Mi piace lavorare così, ho saldato i miei debiti, sono sereno".
E allora ho anch'io deciso di dare un po' di tempo a questa bottiglia di Draco dell'anno 2012, dimenticandola in cantina per un po': ma visto che non posso e non voglio attendere il giorno del giudizio, è arrivato il momento di aprirla.
La birra.
Il tempo la ha donato un torbido color ambrato sul quale si forma una piccola testa di schiuma ocra, bolle un po' grossolane e persistenza piuttosto ridotta. L'aroma è pulito e, sebbene potrebbe essere più raffinato, regala comunque una bella complessità fatta di uvetta e prugna, caramello, mela al forno, ciliegia e mirtillo sciroppato: il trascorrere del tempo l'ha anche impreziosita di qualche piacevole accenno di vino liquoroso. A quasi sei anni dalla messa in bottiglia questa Draco ancora vigorosa e presenta una sensazione palatale gradevole e caratterizzata da poche bollicine. Il gusto non ha la stessa intensità e ricchezza dell'aroma ma si tratta di una bevuta comunque soddisfacente che ricalca ripropone caramello, miele e frutta secca (uvetta, prugne e fichi, frutti di bosco) per poi evolvere in una conclusione abbastanza secca nella quale c'è anche un'impercettibile nota amaricante (radice, terra) che aiuta a portare equilibrio. Negli ultimi passi del suo percorso la birra tende ad assottigliarsi un pochino troppo, forse a causa dell'età, e non c'è quel gran finale che ti aspetteresti. Anche l'alcool, sino ad allora capace di riscaldare con giudizio il palato evocando vini liquorosi, sembra farsi un po' da parte; invece che con un lungo e caldo abbraccio, ci si congeda dal drago con un addio un po' frettoloso: il palato è pulito e pronto per un altro sorso, ma c'è un pochino di malinconia nell'aria. Per fortuna non è l'unica emozione che questa Draco lascia a chi se la ritrova nel bicchiere.
Formato 33 cl., alc. 11%, lotto 14/12, pagata 6.50 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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