Quella di oggi è la prima di una piccola serie di birre che hanno come protagonista lo sciroppo d’acero, ingrediente che se non erro in Italia non è ancora stato utilizzato (preferiamo il miele) ma che negli Stati Uniti è non di rado usato per aromatizzare alcune birre, soprattutto stout e porter. Non si può ancora parlare di moda, ma i beergeeks iniziano a ricercare queste birre e anche alcuni birrifici europei hanno colto la palla al balzo; tra questi non poteva ovviamente mancare Mikkeller, l’instancabile beerfirm (ma ora anche birrificio, in USA e Danimarca) sempre attento alle richieste del mercato e sempre pronto a far uscire birre nuove.
Il palcoscenico sul quale far entrare in scena lo sciroppo d’acero è la Beer Geek Breakfast, una delle birre che dal 2006 hanno contribuito in maniera determinante al successo del marchio danese: con poco sforzo si aggiunge ad una ricetta “vincente” un altro dei tanti ingredienti che nel corso degli anni ne hanno ormai ne generato numero incontrollabile di varianti. Beer Geek Weasel (con il pregiato caffè indonesiano Kopi Luwak), le varie Beer Geek Dessert (caffè e altri ingredienti dolci), le Beer Geek Shake (caffè, altri ingredienti dolci e lattosio) quasi tutte anche disponibili in diverse edizioni invecchiate in botte.
La birra.
La Beer Geek Vanilla Shake che avevo bevuto tre anni fa non mi aveva particolarmente entusiasmato; della stessa serie fanno parte la Beer Geek Cocoa Shake e, dal giugno dello scorso anno, la Beer Geek Vanilla Maple Shake: avena e lattosio hanno il compito di creare una sensazione palatale che ricordi quella di un frappè (shake). La ricetta si completa poi con caffè (1%), vaniglia (0.7%) e sciroppo d’acero (0.9%). E' prodotta in Norvegia al birrificio Lervig. Il suo debutto avviene nel weekend del 23-24 giugno presso alcuni locali di Mikkeller, un fusto a testa: Mikkeller Bar Viktoriagade, Mikkeller & Friends, Mikkeller Bar Aarhus, Mikkeller Baghaven, Haven Bar KBH, Hyggestund, WarPigs Brewpub.
Si presenta vestita di nero e l’importante gradazione alcolica (13%) non le impedisce di generare comunque una modesta testa di schiuma, abbastanza compatta anche se non molto persistente. Sciroppo d’acero, vaniglia e cioccolato al latte dominano l’aroma con intensità e pulizia: l’eleganza non è la sua caratteristica principale, ma ho visto di peggio in queste birre-dessert. Non riesce a trovare spazio il caffè e anche al palato è il dolce a dominare. La sua consistenza è morbida e cremosa, senza essere eccessivamente viscosa: una scelta azzeccata visto che una birra così alcolica e carica d’ingredienti non è esattamente facile da ingurgitare. Melassa, caramello, vaniglia e cioccolato al latte scolpiscono una bevuta dolce nella quale lo sciroppo d’acero è meno evidente rispetto all’aroma: proprio quando il tutto sembra essere troppo, c’è una virata improvvisa verso l’amaro del caffè, delle tostature e, sotto, sotto della resina del luppolo. L’alcool non si nasconde, riscalda con vigore ogni sorso e contribuisce in parte ad asciugare la birra: è lui ad accompagnare caffè e cioccolato amaro in quei titoli di coda che sembrano quasi non aver mai fine.
La Vanilla Maple Shake di Mikkeller è una birra dessert che riesce a non essere cafona come molte altre sue colleghe e trova una sorta di equilibrio interiore: ricca e potente, non da bere ma da sorseggiare in piccole dosi. Nel bicchiere c’è tanta roba e il troppo alla lunga può stancare: se non amate alla follia lo stile, meglio condividerla con qualcuno anche se si tratta solo di trentatré centilitri; se invece amate le pastry (imperial) stout, prendetevela comoda e passate con lei tutta la serata, è una birra che vale senz’altro la pena di provare. Ma cercate di evitare di mangiare un dessert prima di prendere il bicchiere in mano.
Formato 33 cl., alc. 13%, imbott. 24/05/2017, scad. 24/05/2027, prezzo indicativo 8.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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