Chissà cosa riserverà il futuro al birrificio Smuttynose, che il prossimo 9 marzo 2018 verrà venduto all'asta dopo 24 anni d'attività a Portsmouth, nel New Hampshire. Il piano d'espansione da 22 milioni di dollari del 2013 si era concretizzato nell'apertura della nuova sede produttiva di Hampton con annesso ristorante da cento coperti: un potenziale da quasi 90.000 ettolitri l'anno che oggi viene tuttavia sfruttato solamente al 50%, nonostante la Finestkind sia l'IPA più venduta in tutto il New Hampshire e Smuttynose produca da solo più di tutti gli altri birrifici craft dello stato messi assieme. "Vendiamo ancora un bel po' di birra - ammette il fondatore Peter Egelston - ma non è abbastanza per far quadrare i conti e alla fine questa è l'unica cosa che conta": il fatturato annuo di Smuttynose è attualmente superiore ai dieci milioni di dollari.
Due i fattori determinanti, secondo Egelston: il rallentamento generale nella crescita di volumi della craft beer e le preferenze dei consumatori che si sono spostate dalle bottiglie alle lattine. "Abbiamo dotato la nostra nuova sede di un modernissima linea d'imbottigliamento, trecento pezzi al minuto e ora vanno di moda le lattine". Ma c'è ovviamente dell'altro: "non è colpa del nuovo impianto, non è colpa della nostra gestione. Il nostro business plan si basava su un piano di crescita costante ventennale, ma oggi ci sono oltre 4000 microbirrifici negli Stati Uniti e tutti i produttori come noi, di medie dimensioni, si trovano in difficoltà. Ai consumatori interessa sempre meno bere la propria birra preferita e interessa sempre più cercare qualcosa di nuovo. Quando chiedo alla gente di dirmi la miglior birra che hanno bevuto di recente spesso non se la ricordano neppure. Dovremmo fare nuovi investimenti nel marketing e in una linea d'inlattinamento, ma non possiamo fare altri debiti e non abbiamo abbastanza cash".
Per il futuro, Egelston non esclude nessuna possibilità: "potrei anche restare come socio, ma in ogni caso aiuterò la nuova proprietà a prendere in gestione il birrificio. Non voglio sbarazzarmene, lo dobbiamo ai quasi settanta dipendenti che ci lavorano: alcuni di loro sono con noi da quasi vent'anni".
Tra un mese circa sapremo.
La birra.
Nasce nel 2015 la prima pastry/dessert stout di Smuttynose nell'ambito delle "Big Beers", serie nella quale il birrificio del New Hampshire racchiude tutte le proprie birre occasionali o sperimentali. Rocky Road è un gelato che sembra ispirare diversi birrai: nacque nel 1929, probabilmente in California, quando William Dreyer assemblò gelato al cioccolato, mandorle e pezzi di marshmallow.
La ricetta della Smuttynose Rocky Road elenca malti North American 2-Row, Munich 10L, Carahell, C-120, Carastan, Brown, Chocolate e orzo tostato, luppoli Magnum, Bravo e Sterling, fave di cacao, crema di marshmallow Fluff e chips di rovere precedentemente immerse in Amaretto.
Si veste di nero e forma una testa di schiuma cremosa e molto compatta, dall'ottima persistenza. Il (mio personale) timore di trovarmi nel bicchiere una "omnipollata" svanisce fortunatamente non appena avvicino le narici al bicchiere: c'è un bel profumo di caffè e cioccolato fondente, per nulla artificioso, e in secondo piano ci sono orzo tostato e mandorle, tabacco, esteri fruttati. La pulizia è molto buona, l'intensità non è particolarmente elevata ma la bottiglia in questione dovrebbe essere datata 2015, anno in cui la Rocky Road aveva ancora un ABV del 7.3%, poi innalzato a 7.5%. Al palato c'è una lieve viscosità che la rende morbida senza tuttavia intralciare lo scorrimento: poche bollicine e una leggera cremosità la rendono mansueta e docile. Il gusto mantiene la stessa pulizia dell'aroma spingendo il piede sul pedale dell'intensità: il risultato è una bevuta ricca e intensa, dove un tappeto dolce di caramello e vaniglia/marshmallow bilancia una robusta stout caratterizzata da caffè, cacao amaro, eleganti tostature e (forse un po' troppa) liquirizia. Frutti di bosco, prugna e qualche accenno di pelle/cuoio completano una birra sostenuta da una buona componente etilica che si manifesta con discrezione, senza mai andare oltre le righe.
Smuttynose la definisce una dessert stout ma non pensate di trovare nel bicchiere una di quelle birre-non-birre che tanto vanno di moda oggi: qui la base stout è ben presente, solida e ben fatta, a ulteriore conferma del fatto che il birrificio del New Hampshire le "scure" le sa fare piuttosto bene.
Formato 65 cl., alc. 7.3%, IBU 25, lotto e scadenza non riportati.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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