Nel Cafè Loterbol che si trova in Michel Theysstraat 58 a Dienst (60 km da Brussels e Anversa) c’è una pietra che ancora reca l’incisione 1706: la produzione di birra iniziò quindi probabilmente in quell’anno, quando la famiglia Troosters fondò la Brouwerij de Brouwketel; i loro discendenti (con il cognome Duysters) gli diedero un nuovo nome e ne mantennero di fatto il controllo sino al 1969 quando il birrificio chiuse i battenti. Per molti anni l’edificio visse in stato di desolante abbandono e, proprio quando stava per essere demolito, venne acquistato (1992) da Marc Beirens che ne ristrutturò una porzione: anche la sua famiglia possedeva un tempo un birrificio a Ziechem.
La produzione riprese nel 1995, anche se solo saltuariamente, riesumando dalle ceneri il nome Duysters e utilizzando un impianto usato da 4,5 ettolitri. In parallelo venne anche riaperto il cafè, nel quale era posssibile assaggiare l’unica birra prodotta, la belgian ale Loterbol (6.5%). Beirens, che gestisce in parallelo anche il distributore Weynants (import-export di birre trappiste) portò a termine nel 2002 la ristrutturazione di un’altra porzione del fabbricato e iniziò a produrre birra con regolarità, rimettendo in funzione un impianto da 28 ettolitri di seconda mano che era fermo da 15 anni. Per l’occasione il nome del birrificio cambiò in Brouwerij Loterbol, termine che si riferisce al soprannome degli abitanti di Dienst, i “loterbollen”.
Notizie storiche riportano che il birrificio Duysters alla fine del diciannovesimo secolo godeva di una buona fama nella zona di Anversa per le proprie birre scure e dalla alta gradazione alcolica: fasti che Beirens vuole rievocare con la Loterbol Bruin (8%) alla quale sono affiancate la Loterbol 6 e la sua versione “strong” Loterbol 8. Per le festività vengono occasionalmente (ovvero ogni “qualche” anno) prodotte anche la Kerstbol (8%) e la più potente Winterbol (9%): la distribuzione è molto limitata e il posto migliore per assaggiarle è senza dubbio il Loterbol Cafè di Dienst che tuttavia è aperto solamente il primo sabato di ogni mese, dalle 16 alle 24. Il perché? Siamo in Belgio!
La birra.
Ci sono due versioni sulla nascita della Tuverbol: quella più romantica racconta di una semplice collaborazione tra due amici di vecchia data, Marc Beirens e Armand Debelder di 3 Fonteinen. Quello meno patinata, ma forse più concreta, parla di una birra nata dalla necessità di non dover buttare via i “fondi” di magazzino delle prime cotte di Loterbol Blond che erano rimaste invendute in birrificio. Beirens decise di blendarle con del lambic giovane prodotto da 3 Fonteinen e di tornare ad imbottigliarle. Nel 2005 videro cos' la luce circa 2000 bottiglie di Tuverbol, distribuite soprattutto tra Kulminator, De Heeren van Liedekercke e gli Stati Uniti.
Anche il suo nome dovrebbe essere un “blend”: quello del termine dialettale fiammingo “tuveren” (magia) e Loterbol. L’esperimento venne replicato in quantità maggiori nel 2007, aggiungendo lambic ad una (credo) versione più muscolosa delle Loterbol; sono stati poi necessari cinque anni d’attesa per veder apparire la Tuverbol 2012 e, lo scorso anno, l’edizione 2017 che ancora potete trovare in vendita su alcuni beershop on-line. Il contenuto alcolico è oscillato tra 10.5 e 11% nel corso degli anni.
Dalla cantina recupero quindi una bottiglia di Tuverbol 2012, per stapparla appena dopo la “scadenza” indicata dal produttore: cinque anni dalla messa in bottiglia. Un bel colore dorato, velato ma estremamente luminoso: la schiuma biancastra è cremosa e abbastanza compatta ma si dissolve abbastanza rapidamente. L’aroma non riserva sorprese: dopo cinque anni di vita i lieviti selvaggi del lambic hanno preso il sopravvento e dominano la scena. Il risultato è però di grande eleganza, con la componente "selvaggia/selvatica" quasi gentile: a legno, cantina/muffa, pelle di salame e paglia rispondono l'ananas candito, dall'asprezza del limone, della mela e dell'uva bianca acerba. Al palato le manca forse un po' di vivacità (bollicine) ma è un piccolo vizio perdonabile dopo cinque anni di vita in bottiglia. La bevuta inizia dal dolce della frutta candita, arancia e albicocca su tutto, un tocco di miele e poi scende in campo la componente funky con che richiama di nuovo la cantina e la pelle di salame. La dolcezza è incalzata dall'asprezza della frutta acerba e del limone, dall'acidità lattica; nel finale c'è una sorprendente nota americane vegetale e terrosa. E l'alcool? 10.5% il contenuto dichiarato che si rivela solamente nel finale ma un po' bruscamente: dona potenza alla Tuverbol, non brucia ma potrebbe entrare in scena in maniera più "educata".
Una birra che non mostra grossi segni di cedimento: pulita, piacevolmente rustica e ruvida pur senza rinunciar ad una certa eleganza: una piccola gemma nascosta capace di regalare gran belle emozioni.
Formato 37.5 cl., alc. 10,5%, lotto 2012, pagata 7.50 Euro (beershop, Belgio)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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