martedì 13 febbraio 2018

Jackie O's Bourbon Barrel Black Maple

Per il quarto incontro tra birra e sciroppo d’acero restiamo negli Stati Uniti e precisamente ad Athens, Ohio, dove si trova il birrificio Jackie O’s che vi avevo presentato in questa occasione. In precedenza avevamo visto due birre prodotte con sciroppo d’acero (qui e qui) e una (qui) invecchiata solamente in botti di bourbon che avevano contenuto sciroppo d’acero. La proposta di Jackie O’s si trova a metà strada: una imperial porter prodotta con sciroppo d’acero che viene poi invecchiata in botti ex-bourbon. 
Era il 2014 e nel corso di una cotta aperta al pubblico nacque la Black Maple, con sciroppo d’acero prodotto localmente dalla Sticky Pete di Athens; dieci mesi di botte e venne alla luce la Bourbon Barrel Black Maple, disponibile inizialmente solo presso le spine della taproom di Jackie O’s e poi commercializzata anche in bottiglia. Dopo un’assenza di quasi tre anni lo scorso ottobre 2017  la Bourbon Barrel Black Maple è ritornata assieme alla “sorella” Vanilla Bourbon Barrel Black Maple: 12 dollari il prezzo di vendita al birrificio, con un limite massimo di dodici bottiglie a testa. Qualche bottiglia è stata poi anche destinata al mercato europeo. 
Il ritorno coincide purtroppo con un annata non troppo positiva per le birre barricate del birrificio dell’Ohio che, qualche settimana fa, ha dovuto pubblicamente ammettere problemi qualitativi annunciando una “campagna di risanamento” chiamata Making it Right. Su questa pagina trovate tutte le birre potenzialmente coinvolte (la Black Maple 2017 è tra queste)  e le modalità per ottenere delle birre in sostituzione di una bottiglia infetta; tutto quello che dovete fare è prendere appuntamento e recarvi in birrificio con i vuoti infetti e cambiarle con qualcos'altro. Un gesto apprezzabile per chi vive nei dintorni di Athens, ma come saranno rimborsati i consumatori che vivono lontano o che si trovano addirittura all’estero? Nel link sopracitato trovate anche i risultati dei test  condotti da Art Oestrike, proprietario e fondatore del birrificio: i problemi riguardano quasi solamente le cosiddette birre prodotte con “adjuncts”: noci e vaniglia sono i due ingredienti principalmente incriminati. Sulle birre “normali” non sono stati sino ad ora riscontrati casi d’infezione: Jackis O’s ha anche annunciato di aver commissionato una nuova imbottigliatrice che dovrebbe porre rimedio a questi problemi e, in giugno, avrà a disposizione anche un pastorizzatore che sarà utilizzato per tutte le adjunct beers.

La birra.
Visto che anche la Black Maple 2017 (barricata o no, non mi è chiaro) è inclusa nella lista delle birre nelle quali sono state riscontrate alcune infezioni, mi accingo a stapparla incrociando le dita. Fortunatamente la bottiglia è sana e colma il bicchiere di un liquido quasi nero: la schiuma, benché cremosa e compatta, è di dimensioni piuttosto modeste così come la sua persistenza. Non c’è infezione ma il naso non presenta quella ricchezza che ti aspetteresti da un potente imperial porter (12.1%); l’aroma non è neppur particolarmente elegante, benché abbastanza pulito: legno e bourbon, tostature, carne, liquirizia. Lo sciroppo d’acero è molto volatile e la sua presenza è davvero flebile: non avverto neppure la presenza di quelle piccola percentuale di malti affumicati che dovrebbero essere stati usati nella ricetta. Il suo corpo è medio, ci sono poche bollicine ed il mouthfeel è gradevole, anche se non regala nessuna coccola cremosa, morbida o viscosa. Al palato ci trovo un po’ troppa liquirizia incalzata dall’amaro del caffè e delle tostature che viene poi bilanciato  solo parzialmente dal dolce del bourbon: vaniglia e sciroppo d’acero rimangono molto, molto in sottofondo. La bevuta è potente, l’alcool riscalda ogni sorso con vigore ma nel complesso mancano complessità e profondità, nonché emozioni; una leggerissima astringenza a precede un finale ricco di bourbon, legno e liquirizia. 
Scongiurata l’infezione, questa bottiglia di Black Maple mi lascia comunque un po’ deluso, soprattutto per il rapporto qualità-prezzo. Una imperial porter dura e un po' ruvida,  segnata sopratutto dalla botte di bourbon: chi lo ama probabilmente avrà una percezione più entusiasta di questa birra. Del maple/acero incluso nel nome si perdono quasi le tracce e chi si aspettava una imperial porter dolce rimane con l'amaro in bocca.
Formato 37.5 cl., alc. 12.1%, lotto 2017, prezzo indicativo 17-20 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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