Birra e sciroppo d’acero: episodio numero 5 anch’esso ambientato negli Stati Uniti. La beerfirm (ormai quasi birrificio) Evil Twin non si tira di certo indietro ed è sempre pronta ad abbracciare le ultime tendenze; in collaborazione con la BLiS Gourmet, produttore di sciroppo d’acero invecchiato in botti di bourbon, il “gemello cattivo” di Mikkeller alias Jeppe Jarnit-Bjergsø si fa mandare alcuni barili esausti per riempirli di birra. Lo stesso fornitore utilizzato da Founders per la CBS. Il risultato si può apprezzare a partire dall’agosto 2016 quando arriva sul mercato la Imperial Biscotti Break Bourbon Maple Syrup Barrel Aged, versione barricata di una delle birre di maggior successo della beerfirm. Neppure il tempo di berla e a settembre spunta la Michigan Maple Jesus incalzata dalla Even More Jesus Bourbon Maple Syrup Barrel Aged: la differenza tra le due? Quasi nessuna: la prima (formato 35.5 cl.) era stata prodotta al birrificio Dark Horse, Michigan, la seconda (formato 65 cl) presso il birrificio Westbrook (Carolina del Sud).
Infustata/imbottigliata l’imperial stout, le botti esauste fanno poi ritorno dai magazzini di Evil Tiwn a quelli della BLiS Gourmet per essere riempiti di salsa di soia e creare (l’interessante?) Michigan Maple Soy. Ma poteva il prolifico Gemello Cattivo limitarsi a queste poche etichette che hanno come protagonista l’acero? Certo che no, ed ecco nascere le varianti Imperial Biscotti Break Maple Bourbon BA Chocolate Hazelnut, Imperial Biscotti Break Maple Bourbon BA Coconut e la Biscotti Break Maple Bourbon BA Maple Bacon Coffee. In pratica alla già ricca ricetta della Biscotti Break caffè, vaniglia e mandorle tostate) viene aggiunto il passato in botti di bourbon che hanno ospitato acero con aggiunta di ulteriori adjuncts come vaniglia, cioccolato, cocco tostato, pancetta, caffè. L’ultima nata è invece la Imperial Biscotti Break Double Maple Barrel Aged che, dopo aver passato un anno in botti di bourbon/acero, riceve un ulteriore passaggio di sei mesi in botti di marsala. E se non siete ancora sazi vi ricordo che esiste anche la Maple Bourbon BA Imperial Mexican Biscotti Cake Break Imperial Stout, ovvero un blend di Imperial Biscotti Break di Evil Twin e Mexican Cake di Westbrook; sommandole otteniamo un’imperial stout con mandorle, cacao, caffè, cannella, vaniglia e habanero che viene poi barricata. Direi che può bastare.
La birra.
Meglio precisare di cosa stiamo parlando, visto il lungo elenco di birre appena passate in rassegna: Imperial Biscotti Break Bourbon Maple Syrup Barrel Aged, quindi Imperial Biscotti Break invecchiata un anno in botti ex-bourbon che hanno più di recente ospitato sciroppo d’acero.
Si presenta nera e la piccola schiuma cremosa che si forma nel bicchiere è piuttosto rapida a dissiparsi: bourbon e un mix di cosiddetti “dark fruits” (prugna, uvetta, ciliegia) danno il benvenuto in un aroma intenso, abbastanza pulito e discretamente elegante che tuttavia mostra un bouquet abbastanza povero. In sottofondo c’è un po’ di sciroppo d’acero che fatica ad emergere in un contesto già molto dolce di suo. Se siete fra quelli che sostengono che non ci sia differenza tra stout e porter, fatevene una ragione: nella maggior parte dei casi per i birrifici americani una (imperial) porter avrà un corpo più modesto rispetto ad una (imperial) stout, e questa IBBBMSBA (perdonatemi l’acronimo) non fa eccezione. Quindi corpo medio, poche bollicine, nessun’indulgenza cremosa o particolarmente morbida: la facilità di bevuta è avvantaggiata ma personalmente sento la mancanza di un po’ di “ciccia” in più. Il gusto prosegue sul versante dolce con un carico di melassa e liquirizia, prugna/uvetta/ciliegia/, qualche nota di vaniglia: il bourbon e l’alcool riscaldano senza esagerare ogni sorso e contribuiscono a contrastare un po’ la dolcezza, ma non aspettatevi un vero e proprio equilibrio. E’ una birra molto dolce, a volte un po’ troppo: il bourbon lega molto bene la componente fruttata dando vita ad una birra da dopocena gradevole e intensa che tuttavia manca di adeguata complessità o profondità, non fosse altro per giustificare il prezzo salato del biglietto. Quando una birra costa circa 46 dollari al litro, che nei negozi europei diventano più o meno 46 Euro, è inevitabile che si generino delle aspettative abbastanza elevate che in questo caso non vengono corrisposte del tutto, benché non sia affatto una cattiva birra, intendiamoci. Nessuna emozione e un po’ troppo noia in una "big beer" che dovrebbe in teoria tenervi compagnia per tutta la sera, anche se dividete i 65 cl. con qualcuno: sciroppo d’acero quasi non pervenuto, o forse non sono riuscito io a coglierlo in un contesto che già abbonda di zuccheri e di dolce.
Si presenta nera e la piccola schiuma cremosa che si forma nel bicchiere è piuttosto rapida a dissiparsi: bourbon e un mix di cosiddetti “dark fruits” (prugna, uvetta, ciliegia) danno il benvenuto in un aroma intenso, abbastanza pulito e discretamente elegante che tuttavia mostra un bouquet abbastanza povero. In sottofondo c’è un po’ di sciroppo d’acero che fatica ad emergere in un contesto già molto dolce di suo. Se siete fra quelli che sostengono che non ci sia differenza tra stout e porter, fatevene una ragione: nella maggior parte dei casi per i birrifici americani una (imperial) porter avrà un corpo più modesto rispetto ad una (imperial) stout, e questa IBBBMSBA (perdonatemi l’acronimo) non fa eccezione. Quindi corpo medio, poche bollicine, nessun’indulgenza cremosa o particolarmente morbida: la facilità di bevuta è avvantaggiata ma personalmente sento la mancanza di un po’ di “ciccia” in più. Il gusto prosegue sul versante dolce con un carico di melassa e liquirizia, prugna/uvetta/ciliegia/, qualche nota di vaniglia: il bourbon e l’alcool riscaldano senza esagerare ogni sorso e contribuiscono a contrastare un po’ la dolcezza, ma non aspettatevi un vero e proprio equilibrio. E’ una birra molto dolce, a volte un po’ troppo: il bourbon lega molto bene la componente fruttata dando vita ad una birra da dopocena gradevole e intensa che tuttavia manca di adeguata complessità o profondità, non fosse altro per giustificare il prezzo salato del biglietto. Quando una birra costa circa 46 dollari al litro, che nei negozi europei diventano più o meno 46 Euro, è inevitabile che si generino delle aspettative abbastanza elevate che in questo caso non vengono corrisposte del tutto, benché non sia affatto una cattiva birra, intendiamoci. Nessuna emozione e un po’ troppo noia in una "big beer" che dovrebbe in teoria tenervi compagnia per tutta la sera, anche se dividete i 65 cl. con qualcuno: sciroppo d’acero quasi non pervenuto, o forse non sono riuscito io a coglierlo in un contesto che già abbonda di zuccheri e di dolce.
Formato 65 cl., alc. 11.5%, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo 27-30 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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