La Brasserie Au Baron si trova in Francia a Gussignies (Nord-Passo di Calais) ma il confine con il Belgio è letteralmente a poche decine di metri. E’ qui che Alain Bailleux ha finalmente realizzato il sogno di famiglia, possedere un microbirrificio. Ci aveva già provato il padre Roger, impiegato prima presso il birrificio belga Cavenaile e poi in giro per il mondo come tecnico per una multinazionale: nel suo lavoro vedeva spesso piccoli birrifici chiudere dopo essere stati acquistati dai grandi marchi.
Non è riuscito a concretizzare il suo sogno di aprirne uno, ma a quello ci ha pensato il figlio Alain. Diplomato in chimica, acquista una casa di campagna nel villaggio di Gussignies: a pochi metri di distanza c’è un’ estaminet, un café chiamato Au Baron il cui proprietario, ormai anziano, vuole vendere. Nel 1973 avviene il passaggio di consegne ma c’è un problema: per mantenere i permessi e le licenze il locale non dev’essere chiuso e quindi per alcuni anni Alain Bailleux alterna al suo lavoro di chimico a quello di “barista” nei weekend. Inizialmente ai clienti vengono servite solo bevande, poi anche qualche snack e i primi piatti caldi: nel 1982 decide di trasformare l’attività in un vero e proprio ristorante che, nel giugno del 1989, viene affiancato dal microbirrificio Brasserie Bailleux, in seguito rinominato Brasserie Au Baron.
A quasi trent’anni dall’apertura non è cambiato molto a Gussignies: si continuano a produrre le stesse sette-otto birre (con piccoli aggiustamenti a seconda della reperibilità delle materie prime) e l’80% della produzione è destinata al mercato locale. Al birrificio lavorano quattro persone, al ristorante altre nove. Il carattere “autentico” e rustico delle birre di Bailleux non è sfuggito all’importatore americano Shelton Brothers che ha iniziato a distribuirle negli Stati Uniti e nel 2015 il birrificio ha aumentato la propria capacità portandola da 1700 e 2500 ettolitri l’anno. Il ristorante è aperto tutti i giorni escluso il martedì nei mesi di giugno, luglio e agosto; nei restanti mesi dell’anno solamente da venerdì’ a domenica.
Ricordo ancora con grande piacere la saison/bière de garde della casa, chiamata Cuvée des Jonquilles, un oasi di pace tra numerose birre imbevibili incontrate nel corso di una vacanza nel nord della Francia di otto anni fa.
La Brasserie Au Baron si mantiene ben lontano dalle mode, dal marketing e da tutto quello di artificioso che circonda oggi la birra “artigianale”. E’ quindi quasi una sorpresa scoprirlo protagonista di una collaborazione con i texani di Jester King, birrificio specializzato in farmhouse ales e lieviti selvaggi che ama la tradizione belga ma che, volente o nolente, deve sottostare alle tendenze del mercato americano e accogliere, di tanto in tanto, centinaia di persone che si mettono in fila per acquistare alcune delle birre più famose.
Noblesse Oblige è il nome scelto per una saison/bière de garde (4.7%) la cui ricetta prevede malti Pilsner e Monaco, miele, luppoli Brewers Gold, Sorachi Ace, Cascade e Simcoe, questi ultimi tre portati evidentemente in dote dagli Stati Uniti. La birra viene prodotta nel 2016. Il suo colore è dorato e movimentato da piccole particelle di lievito in sospensione; un leggero gushing movimenta un po’ lo stappo, mentre l’esuberante schiuma pannosa sembra non voler mai scomparire. Il miele indicato tra gli ingredienti si fa sentire subito al naso ed è accompagnato da un bel bouquet rustico: profumi floreali, di paglia, pane e cereali, accenni di frutta a pasta gialla e agrumi. Non c’è molta intensità ma l’aroma è molto gradevole. Le bollicine sono un po’ troppo aggressive anche per una saison, ma basta aver un po’ di pazienza per godere di una bière de garde ruspante il cui gusto mostra una corrispondenza quasi perfetta con l’aroma. Pane e miele, lievi accenni di frutta a pasta gialla, una delicata speziatura e una virata amara finale abbastanza decisa, anche se breve: alla scorza di agrumi s’aggiungono note terrose. Tutta la bevuta è attraversata da una bella acidità e il risultato una birra solare, scorrevolissima, secca, rinfrescante e dissetante. Semplice ma autentica, rustica, con piacevoli imprecisioni ed ellissi che in questo caso rappresentano un valore aggiunto e non un difetto: ciò vale anche per il contributo dei luppoli americani a due anni della messa in bottiglia. Anche questo rientra nei parametri dello stile. Quando stappo una saison vorrei sempre trovarci dentro un pezzo di campagna, e qui non manca.
Formato 75 cl., alco. 4.7%, scad. 31/12/2018, prezzo indicativo 9.00-10.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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