Oggi cambiamo un po’ la solita routine di Unabirralgiorno e vediamo tre differenti interpretazioni dello stesso stile: Wee Heavy o Strong Scotch Ales che dir si voglia. A questa “orizzontale” tutta americana partecipano due birrifici del Colorado (Great Divide e Oskar Blues) e uno del Michigan (Dark Horse).
Procediamo in ordine crescente di gradazione alcolica partendo dalla Claymore (7.7%) Scotch Ale di Great Divide, birra che prende il nome dalla omonima spada a due mani usata dai guerrieri scozzesi tra Medioevo ed Età Moderna: ma al contrario della pesante arma, dicono, per berla avrete bisogno di solamente una mano.
Nel bicchiere è di un bel color ebano scuro con accese venature rossastre, la schiuma è compatta e cremosa ed ha una discreta persistenza. Il suo percorso mostra perfetta corrispondenza tra aroma e gusto: biscotto, pane nero e caramello sono affiancati da esteri fruttati che richiamano prugna e uvetta. L’amaro è praticamente assente se si eccettua la quantità strettamene necessaria a bilanciare il dolce. Il percorso si conclude con una buona attenuazione e un leggero tepore etilico che riscalda il retrogusto di frutta sotto spirito. Poche bollicine rendono la bevuta scorrevole e morbida al palato: non c’è molta profondità, personalità o “cuore” in questa Claymore ma è comunque una birra che si beve con buona soddisfazione. Precisa, dolce ma ben bilanciata, pulita, facile da bere: la bottiglia in questione è “nata” ad ottobre 2016.
Restiamo in Colorado e spostiamoci al birrificio Oskar Blues dove ci aspetta una lattina (ovviamente) di Old Chub (8%): questo il nome per la Scottish Strong Ale della casa la cui ricetta prevede anche una piccolissima percentuale di malto affumicato.
Il suo vestito è leggermente più scuro rispetto a quello della Claymore, così come le splendide venature color rubino. Il naso è caldo e avvolgente; toffee, biscotto, prugna e uvetta, ciliegia, accenni di pane tostato e terrosi, tutti avvolti da una delicata presenza etilica. La bevuta procede nella stessa direzione senza divagazioni: è dolce ma ben bilanciata da un finale abbastanza secco e da un tocco amaricante che richiama il terroso e il tostato. Un morbido ma percepibile alcohol warming regala anche un lungo retrogusto che scalda cuore e anima e anche una suggestione di fumo. Un anno o poco più di vita per questa lattina di Oskar Blues che si sorseggia senza grosse difficoltà; l’interpretazione dello stile mi sembra molto più convincente di quella di Great Divide, sia per intensità che per personalità.
Il birrificio del Michigan Dark Horse dedica la propria Wee Heavy al musicista e concittadino Scotty Karate, un “one man band” nato a Marshall: anche la ricetta di questa birra prevede una piccola percentuale di malto affumicato su legno di ciliegio. Dark Horse non scherza e porta l’ABV all’estremità alta dei parametri dello stile: 9.75%.
Un leggero gushing all’apertura fa temere il peggio ma si tratta solo di un eccesso di carbonazione: il suo colore è simile a quello della Old Chub ma già dall’aroma si può intuire che il livello si è innalzato. I profumi sono ricchi ed intensi, caldi e avvolgenti: volendo fare una critica gli esteri fruttati quasi annullano la percezione della componente maltata, ma il bouquet olfattivo è comunque molto gradevole. Ciliegia, fragola, fico, prugna e uvetta, mela al forno e frutti di bosco, melassa, accenni di vino marsalato che potrebbero essere dovuti all’età anagrafica della bottiglia (2015). Ci sono ovviamente troppe bollicine al palato e bisogna avere la pazienza di lasciarle calmare per poter apprezzare la sensazione palatale morbida, quasi piena di questa birra. Al palato c’è un maggior equilibrio tra malti (biscotto e caramello) e quegli esteri protagonisti dell’aroma, l’alcool riscalda senza eccessi tutta la bevuta da capo a coda. E’ una Strong Scotch Ales molto intensa il cui dolce viene bilanciato dall’alcool, da una buona secchezza e da una nota amaricante terrosa e leggermente tostata. Profondità e complessità non le mancano e si congeda lasciando una lunghissima scia etilica di frutta sotto spirito.
Problema “bollicine” a parte, la Scotty Karate di Dark Horse vince a mani basse questa mini sfida; mi sembra una birra con un interessante potere d’invecchiamento: a tre anni dalla messa in bottiglia è ancora potente e mostra alcune belle note ossidative che la portano nel terreno dei vini marsalati.
Nel dettaglio:Claymore Scotch Ale, 35.5 cl., alc. 7.7%, imbott. 18/10/2016, prezzo indicativo 4.50-5.00 euro
Old Chub, 35.5 cl., alc. 8.0%, IBU 25, imbott. 07/02/2017, prezzo indicativo 5.00 euro
Scotty Karate Scotch Ale, 35.5 cl., alc. 9.8%, lotto KAR138, imbott. 30/10/2015 (?),prezzo indicativo 5.00 euro
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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