giovedì 14 giugno 2018

CRAK Guerrilla Celebration 2018 NEIPA

Terzo cambio d’abito, anche se questa volta temporaneo, per la Guerrilla IPA del birrificio padovano CRAK.  Nel 2013 faceva il suo esordio “rivoluzionario” con la beerfirm Olmo che la descriveva come “una bionda luppolata da assalto, artigianale non filtrata nè pastorizzata che esorta a combattere l’iniquità della giustizia. E’ intollerante verso i politici che tramano intese segrete nel buio del palazzo e che si cuciono addosso il loro diritto su misura. Detesta i giochi pubblicitari delle false industrie che tra giri di parole, false metriche e tattiche verbali ci propinano i loro prodotti al solo fine di arricchire il proprio business. Sazia la sete degli attivisti che si alzano in piedi e rompono le regole del consueto. Le sue armi sono malto e tanto luppolo che, invece di mietere vittime, risvegliano coscienze”. 
Nel passaggio da Olmo (beerfirm) a CR/AK (birrificio) è arrivata la nuova etichetta e la ricetta ha subìto qualche necessario aggiustamento, pur mantenendo gli stessi luppoli: Mosaic, Galaxy e Simcoe. Meno amaro e più frutta tropicale: “le sue armi sono malto ed un’invasione di luppoli americani, Simcoe e Mosaic, e l’ australiano Galaxy che le donano uno spiccato aroma tropicale, mango, ananas e pompelmo su tutti”.  E Guerrilla è stata la protagonista della festa per  il terzo compleanno di Crak che si è tenuta alla fine di maggio al Parco Fenice di Padova: nei due giorni della Woodscrak Guerrilla Celebration una ventina di birrifici italiani e stranieri hanno animato un evento arricchito da musica live, offerta culinaria e possibilità di piantare letteralmente le tende per la notte. Questi i protagonisti delle spine: Beavertown, Birra Mastino,  Birrificio Italiano, Brasserie du Mont Saleve, Brekeriet, BrewFist, Brewski, Cerveja Letra, Extraomnes, Fox Farm, Fyne Ales, Garage Beer, Hammer, Jester King, Lervig,  Magic Rock, Mean Sardine, MØM Brewers, Other Half, Sleeping Village, Vento Forte.

La birra.
Per l’occasione la Guerrilla si è vestita di nuovo non una ma ben sei volte: sei infatti le differenti etichette con cui è stata commercializzata l’edizione Celebratrion NEIPA 2018.  “Lotta per ciò in cui credi, tutti possono e devono farlo! Per questa versione abbiamo pensato non ad una ma a sei vesti grafiche, ognuna con un diverso pugno Guerrilla in primo piano, per sottolineare ancora una volta che Guerrilla è per tutti.” Nella lattina il contenuto è invece lo stesso: si tratta di una versione New England della Guerrilla, con lievito Vermont ed un  massiccio Double Dry Hopping di Citra ad affiancare i luppoli tradizionali Mosaic, Galaxy e Simcoe. 
Nel bicchiere è di colore arancio pallido, opalescente ma non torbido da sembrare un succo di frutta: la schiuma un po’ scomposta ha una discreta persistenza. A dare il benvenuto c’è un aroma molto intenso e ricco di mango e ananas, pesca, arancia e pompelmo: in secondo piano qualche profumo “dank” ma anche qualche leggero odore meno nobile che richiama il vegetale e l’aglio.  Pulizia ed eleganza, come non di rado accade quando ci si cimenta col New England, non sono impeccabili. Il mouthfeel richiama le caratteristiche delle NEIPA senza tuttavia estremizzarle: c’è una leggera morbidezza, una delicata sensazione “chewy” che non influisce in maniera negativa sulla facilità di bevuta. Anche il fruttato (l’asse mango-ananas-pesca) non è esasperato e ciò sarà apprezzato da chi non ama molto le “juicy”; si chiude con un amaro dank/resinoso di breve durata ma buona intensità: non c’è il tanto temuto “grattare” in gola del pellet/vegetale ma ci andiamo vicino.  Il “problema” (virgolette obbligatorie) di questa lattina si chiama invece alcool, percepibile ben oltre quel  7.5% dichiarato in etichetta e più consono a una Double IPA: la bevibilità ne soffre e la componente etilica si fa sentire dall’inizio alla fine, riscaldando quello che di fatto è un succo di frutta. Non so voi, ma io un succo di frutta lo preferisco fresco e non ”caldo”. 
Bene ma non benissimo la Guerrilla Celebration 2018 NEIPA: qualche imprecisione di troppo e  qualche spigolo dovuto allo stile scelto che, se non viene eseguito con maestria, inevitabilmente scopre sempre qualche tasto dolente.
Formato 40 cl., alc. 7.5%, imbott. 17/05/2018, scad. 17/10/2018, prezzo indicativo 6.00 euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

4 commenti:

  1. Devo dire di averla tracannata molto fredda e quindi l'alcol mi sembrava più a bada di come hai notato tu...personalmente, amando molto il juicy, avrei apprezzato un mouthfeel un po' più estremo...detto ciò penso veramente che rispetto ai loro primi tentativi ci siano stati dei netti miglioramenti...erano poco più che ipa un po' più torbide e un filo meno amare, la frutta era davvero troppo delicata e il tutto dava l'impressione di un generico dolce erbaceo...l'America é ancora un miraggio ma non ho un brutto ricordo di questa birra :-)

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    1. io li trovo ancora un po' incostanti, sopratutto sui vari lotti di NEIPA che escono. alcune sono fatte bene, altre meno... anche se la media è comunque piuttosto buona. non è comunque un problema solo loro; anche il tanto celebrato Cloudwater ogni tanto fa qualche scivolone. In europa c'era / c'è Stigbergets che mi piace parecchio. concordo con te che gli USA, per quel poco che ho assaggiato, sono di altro livello.

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  2. Esatto da precisare che le neipa non le assaggio da un pezzo e che le prime avevano quei problemi, quindi non potrei dire la mia sui nuovi lotti... cloudwater io purtroppo non sono riuscito ad assaggiare i loro, appartemente, migliori prodotti ed effettivamente alcune non erano un granché..stigbergets erano molto equilibrate con l'amaro a quanto ricordo, erano molte buone ma ebbero la sfortuna di incontrare sul loro cammino cloudwater le new england di Lervig...di fatto l'hype pare non essere stato più abbastanza alto da giustificare i prezzi parecchio alti già a livello di distributori e molti beershop che lo hanno abbandonato.

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    1. le ultime importazioni di stigbergets hanno prezzi allucinanti, tipo 7-8 euro per le 33. le ho saltate senza pensarci un attimo. meglio le lattine di lervig allo stesso prezzo bevi mezzo litro.

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