Debutta oggi la beerfirm Brasserie du Lion à Plume, fondata nel 2009 da Julien Gascard con sede operativa nel paesino di Post, regione del Lussemburgo belga, ad una decina di chilometri da Arlon. La beerfirm è anche transitato un po’ di tempo fa per il palcoscenico del Villaggio della Birra: correva l’anno 2010 e a quel tempo il birraio che lavorava assieme a Gascard era Raphaël Vanoudenhoven.
Le birre vennero inizialmente prodotte presso la vicina (20 km) Brasserie St. Helene, ma da qualche anno la produzione si è spostata presso la Brasserie du Bastogne e, sporadicamente, alla Anders; dal 2013 Julien Gascard è affiancato da Stephane Fronzée che ha sostituito Vanoudenhoven.
La beerfirm debuttò con la Saison Métisse, aggiungendo poi progressivamente la blanche “Carioca”, la California Common “Encore” e la imperial stout “Postiche”. La grafica e le etichette sono curate dallo studio belga Atelier Design.
Partiamo proprio dalla birra d’esordio, la saison Métisse che viene prodotta con luppoli EK Goldings (Inghilterra) e Cascade (USA). Il contenuto alcolico di partenza di 6.5% è stato nella versione attuale ridotto a 6.5%: la bottiglia in mio possesso purtroppo non riporta nessuna informazione né su dove la birra è stata prodotta né scadenza o lotto di produzione.
Ad ogni modo, si presenta nel bicchiere vestita di color ambrato/ramato, leggermente velato e sormontato da un cappello di schiuma biancastra, compatta e cremosa, dall’ottima persistenza.
L’aroma è tuttavia tutt’altro che invitante, con la componente maltata in evidenza (pane, biscotto, miele), sentori terrosi ma anche qualche puzzetta (gomma bruciata) che non ne migliora la piacevolezza già pregiudicata da una bassissima intensità. Non che le cose siano molto meglio in bocca: a partire dalla sensazione palatale, agli antipodi di quella che dovrebbe essere una saison: poco vivace, scarsamente carbonata e soprattutto piuttosto “pesante” a livello tattile, leggermente astringente. La bevuta risulta un po’ slegata, con una partenza maltata (biscotto, caramello) che vira poi subito in territorio amaro, tra il terroso e il vegetale (cicoria) con deriva di gomma bruciata. L’espressività del lievito saison è praticamente sottozero, con il risultato di una birra piuttosto sgraziata, da non intendersi come sinonimo di "rustico", caratteristica che invece vorrei sempre trovare in una saison; l’alcool è molto ben nascosto ed è questa l’unica nota davvero positiva di questa bevuta. Di questa Métisse ne parlano solitamente bene, quindi non mi resta che invocare la solita teoria della bottiglia sfortunata e passare oltre.
Formato: 33 cl., alc. 5.8%, IBU 38, lotto e scadenza non riportati, pagata 2.10 Euro (beershop, Belgio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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