Terzo appuntamento con il birrificio danese Hornbeer, penisola dello Hornsherred, venti chilometri ad ovest di Roskilde ed a cinquanta da Copenhagen, aperto nel 2008 dal birraio Jørgen Fogh Rasmussen (homebrewer dagli anni ’70) e sua moglie Gundhild, una pittrice i cui quadri diventano poi le etichette delle birre.
Nell'anno del debutto la, Danske Ølentusiaster (associazione di appassionati birrofili danesi) aveva proclamato la neonata Caribbean Rumstout come la migliore birra danese dell'anno. Nel 2009 Hornbeer condivise a pari merito con Mikkeller il premio di “birrificio” danese dell'anno, per poi vincerlo in solitudine nel 2010, 2011 e 2013. Mikkeller si è preso la rivincita nel 2014 e 2015. La reputazione di Hornbeer si è costruita soprattutto grazie ad alcune Imperial Stout che hanno riscosso grosso successo; oltre alla già citata Caribbean Rumstout, la Fundamental Blackhorn ottenne la medaglia d'oro 2011 al Beer & Whisky Festival di Stoccolma, viene nominata la miglior birra "forte" danese del 2012 e vince la medaglia d'argento alla Beer Cup 2012 di San Diego nella categoria American Imperial Stout.
Oggi andiamo invece a stappare un'altra Imperial Stout, chiamata Viking Chili Stout che vede l'aggiunta di cioccolato, caffè, liquirizia, vaniglia e peperoncino. Viene realizzata per la prima volta nel 2013 in occasione dell'annuale "Frederikssund Ølsmagning" che si tiene a Valhalla, dove venne proclamata la miglior birra del festival.
Completamente nera ed impenetrabile alla luce, è sormontata da un sontuoso "cappello" di schiuma marrone cremosa e compatta, molto persistente. Splendida.
Gli "ingredienti" dichiarati in etichetta non si nascondonp e l'aroma offre opulenza di cioccolato amaro e al latte, caramello, liquirizia dolce, vaniglia, caffellatte, anice, gianduia e torta di cioccolato, il tutto avvolto da una sensazione "piccante" portata dal chili. L'intensità è quasi sfacciata, la pulizia è buona ma l'aroma complessivamente risulta un po' artificioso, benché gradevole: più che di "alta pasticceria", l'impressione è quella di annusare uno snack al cioccolato industriale. Il gusto continua fedele sul percorso annunciato dai profumi: la partenza è piuttosto dolce, ricca di cioccolato al latte, vaniglia, caramello/mou e liquirizia, in una sort di dessert liquido che viene poi bilanciato dall'amaro del caffè e dalle note resinose del luppolo. Sono loro, assieme all'alcool e all'acidità dei malti scuri, a stemperare quasi per incanto la dolcezza in una birra che arriva poi a sorprendere con il delicato piccante del finale che molto ben integrato con l'alcool warming. La scia finale è piuttosto lunga, con un rinfrancante tepore etilico ad abbracciare il caffè, il cioccolato al latte ed il piccante, su un sottofondo dolce vanigliato. Sensazione palatale assolutamente vellutata e cremosa, con un corpo "quasi" pieno e pochissime bollicine.
Dove c'è molta carne al fuoco il rischio di pasticciare è sempre elevato: questa Viking Chili Stout assembla tuttavia in modo credibile e convincente diversi elementi risultando essere alla fine una birra-dessert (o birra-Disney se preferite) piuttosto godibile benché a piccole dosi. A metà del mezzo litro ho sinceramente sentito il bisogno di passare ad altro, ma sino a quel momento mi sono gustato con un cucchiaino virtuale un buon dessert al peperoncino.
Formato: 50 cl., alc. 10%, scad. 25/09/2023, 8.00 Euro (beershop, Italia)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento