Ritorna sul blog dopo un lungo periodo d’assenza il birrificio bolognese Statale Nove, fondato da quattro soci nel 2008 e guidato in sala cottura principalmente dal birraio Filippo Bitelli; il birrificio produce oggi una gamma di birre abbastanza ampia che spazia dalla tradizione tedesca a quella anglosassone senza tralasciare l’utilizzo di prodotti locali (pere, miele di castagno). La Germania rimane tuttavia il territorio sul quale il birrificio ha sino ad ora ottenuto la maggior parte dei riconoscimenti, con medaglie che puntualmente arrivano ad ogni edizione di Birra dell’Anno. Così è stato anche per la birra di oggi, una doppelbock premiata con l’argento a Birra dell'Anno 2013 (Categoria 5 Birre a bassa fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione tedesca) e con il bronzo all’ultima edizione 2015. Come spiega lo stesso birraio, la J and B è dedicata al suo secondo figlio Jacopo, la cui data di nascita (18/05/2011) è anche impressa in etichetta.
Le Doppelbock sono birre tradizionalmente stagionali che vengono prodotte nel periodo della Quaresima. Secoli fa, i monaci che dovevano affrontare un lungo periodo di digiuno erano soliti realizzare una birra più alcolica e “nutriente” da consumare in sostituzione del cibo, ma non solo: siccome vigeva la credenza che i liquidi avevano la funzione di ripulire sia il corpo che l'anima, una birra particolarmente forte avrebbe avuto un potere "purificante" ancora più grande. La storia ve l’avevo già raccontata in occasione della Paulaner Salvator.
Fedele alla tradizione, la doppelbock di Statale Nove è pronta ogni anno a maggio; la bevo con qualche mese di ritardo, approfittando del fresco autunnale. Anche se priva del classico suffisso “ator” con il quale vengono spesso chiamate le doppelbock, la J and B di Statale Nove arriva nel bicchiere di un bel color ambrato carico velato con sfumature dorate e ramate; la schiuma ocra è “croccante” e cremosa, compatta ed ha un’ottima persistenza.
Il naso è abbastanza ricco e pulito, con un bel bouquet profumato di biscotto e pane nero, toffee, uvetta e prugna, frutta secca, frutti rossi (ciliegia). La scuola e la tradizione tedesca richiedono che le birre siano ben scorrevoli e facili da bere e questa doppelbock le rispetta in pieno: corpo medio e poche bollicine, in una birra che non richiede grosso impegno nonostante si tratti di una "strakbier" dal buon contenuto alcolico (8.1%). Biscotto, pane nero e caramello, miele, uvetta e prugna compongono il gusto dolce che è ben sostenuto da un morbido alcool warming che alza la testa solamente quando deve, ovvero nel finale; la chiusura è leggermente amara di pane tostato, frutta secca, una suggestione di cioccolato. La bevuta procede pulita e morbida, intensa e ben equilibrata nella sua dolcezza, in un'interpretazione molto convincente della tradizione tedesca come peraltro il birrificio bolognese ha spesso dimostrato di saper fare.
Tutto bene, ma purtroppo non posso esimermi dal menzionare il fattore prezzo, croce (senza nessuna delizia) della cosiddetta "birra artigianale" italiana; la doppelbock di Statale Nove tiene testa alle famose sorelle tedesche, ma costa 10 Euro al litro, mente Celebrator, Salvator, Triumphator, Speziator e altre doppelbock tedesche viaggiano tra i 2 e 3 euro al litro, se acquistate in Germania. Raddoppiate la cifra se le acquistate in Italia: vi lascio trarre le debite conclusioni e pensare a quante potreste berne.
Formato: 75 cl., alc. 8.1%. IBU 20, lotto 353, imbott. 07/05/2015, scad. 07/02/2016, 8.00 Euro (birrificio)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento