lunedì 16 novembre 2015

Maltus Faber Extra Brune Barricata

Ultimamente non sono molto fortunato con le produzioni Maltus Faber, birrificio genovese la cui costanza qualitativa – mi tocca dedurre – è un po’ altalenante.   Segnalo giusto per dovere di cronaca Imperial ed  Extra Brune bevute qualche tempo da tutt’altro che entusiasmanti; riprovo quest’anno con la versione barricata di quest’ultima birra, una massiccia Belgian Dark Strong Ale (10% ABV) che viene affinata per almeno sei mesi in botti di legno che hanno ospitato grandi vini, tra i quali Brunello di Montalcino e se non erro, per il lotto in questione, Barbera Bricco dell'Uccellone. 
Il suo vestito è quello della tonica di frate, piuttosto torbida, e pressoché privo di schiuma; le bolle grossolane che si formano hanno comunque una lunga persistenza al bordo del bicchiere. Al naso c’è una buona intensità, nella quale spicca da subito il carattere vinoso e legnoso dovuto all’affinamento in botte: ciliegie, uva, amarene, frutti di bosco, legno umido, sentori di vino liquoroso e leggermente ossidato, porto. I profumi non sono particolarmente eleganti ma creano comunque un buon equilibrio tra dolce ed aspro. 
Al palato questa bottiglia di  Extra Brune Barricata arriva praticamente “piatta”: il dolce del caramello, dell’uvetta e della prugna,  del vino liquoroso sono bilanciati da ciliegie aspre e frutti rossi acerbi, ma quello che colpisce maggiormente è la caratterizzazione vinosa, e ossidata, che il passaggio in botte ha conferito alla birra. 
L’affinamento in botte dovrebbe “arricchire” la birra base, impreziosendola con alcune determinate caratteristiche senza tuttavia “cannibalizzarla”: in questo caso la componente parte vinosa tende a coprire quasi tutta la birra con l’ossidazione che si porta dietro pregi (vino liquoroso) ma anche dei difetti (cartone bagnato, astringenza eccessiva) che non ci dovrebbero essere.  L’impressione a tratti è quasi di bere una bottiglia di vino aperta qualche giorno fa e poi richiusa: l’alcool è molto ben nascosto, forse anche troppo per quanto viene dichiarato (10%); ne guadagna indubbiamente la bevibilità, ma è un bicchiere che non riesce mai davvero a scaldare il cuore di chi lo sta bevendo. La birra, tutto sommato bevibile ma poco elegante, chiude ricca di tannini  con un retrogusto vinoso dove finalmente si avverte un leggero tepore etilico che tuttavia non riesce a rimettere in sesto una bottiglia piuttosto deludente. 
Formato: 33 cl., alc. 10%, lotto 183, scad. 09/2018,  6.60 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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