Sinesteṡìa, dal greco syn-aisthanéstahai, ovvero “percepire insieme, sentire insieme”; con questo termine il linguaggio medico indica quel “fenomeno psichico consistente nell’insorgenza di una sensazione (auditiva, visiva, ecc.) in concomitanza con una percezione di natura sensoriale diversa e, più in particolare, nell’insorgenza di una immagine visiva in seguito a uno stimolo generalmente acustico (audizione colorata), ma anche tattile, dolorifico, termico".
Le forme sinestesiche sono state ampiamente investigate in campo artistico: pensate a suoni che suscitano immagini colorate, colori che suscitano suoni, quadri in cui è dipinta gente che mangia e che possono suscitare sensazioni di profumi o di sapori in chi li guarda. Ma è forse la letteratura il campo prediletto della sinestesia: “la si può rintracciare con sensazioni olfattive in Huysmans o in Oscar Wilde, con sensazioni gustative in Collodi o in Proust, con sensazioni tattili in Joyce o in Marinetti… oppure incontrarla come cronaca nelle Vite del Vasari quando riferisce di certi banchetti fatti dagli artisti del Cinquecento” (cfr. Lamberto Pignotti, I sensi delle arti: sinestesie e interazioni estetiche, Ed. Dedalo, 1993).
A novembre 2015 il birrificio Extraomnes annuncia l’arrivo di una nuova birra chiamata proprio Synesthesia e capace, secondo quanto dichiarato, di provocare “un coacervo di sensazioni multiple”. Si tratta di una versione della Donker, l’imperial stout al caffè della casa, invecchiata in pièces Borgogne (228 litri) che hanno contenuto Barolo.
Non solo sinestesia ma anche Gestalt, filone della psicologia che ha intensamente studiato i fenomeni percettivi e le illusione ottiche: guardando con attenzione le linee disegnate in etichetta si vede emergere, quasi in rilevo, la sagoma del cirneco dell'Etna, simbolo del birrificio di Marnate.
La birra.
Nel bicchiere è di colore ebano scuro, opaco, e forma una discreta testa di schiuma cremosa e compatta, dalla buona persistenza. Al naso sono netti i profumi della birra "base", la Donker: gli impianti di Extraomnes si trovano all'interno della El Mundo Spa, torrefattori di caffè dal 1967, e l'utilizzo di questo ingrediente non poteva che essere esemplare. Elegantissimi i profumi di caffè in chicchi, accompagnati da note di cuoio e terrose, orzo tostato, accenni di cioccolato amaro; il passaggio in botte regala note vinose e di legno, sorprendendo con degli sprazzi di ciliegia e frutta rossa che fanno di tanto in tanto capolino. Al palato c'è qualche bollicina in eccesso, ma basta aver un po' di pazienza per ottenere una birra più morbida che non pretende di essere ingombrante. Caffè, tostature e caramello bruciato iniziano il percorso "tradizionale" di una imperial stout che continua con cuoio, liquirizia e terra prima di virare improvvisamene in territorio vinoso, sostenuto da una gradazione alcolica importante che nella seconda parte della bevuta si mostra in tutta la sua pienezza (12.3%). La chiusura tannica è piuttosto secca, passa quasi inosservato un accenno d'astringenza ed ecco che ci si tuffa in un lungo retrogusto vinoso caldo ed etilico, nel quale l'imperial stout è definitivamente scomparsa. Pensate ad un pranzo capovolto: s'inizia dal caffè per terminare con il vino. Grande eleganza olfattiva e pulizia per quel che riguarda il caffè, grande intensità nel gusto: birra complessa da scoprire sorso dopo sorso e da sorseggiare in tutta tranquillità scandagliando forme sinestesiche.
Formato: 33 cl., alc. 12.3%, lotto 316 15, scad. 30/11/2017, prezzo indicativo 6.00 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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