Ritorna sul blog dopo un’assenza piuttosto lunga il birrificio friulano Foglie d’Erba, fondato nel 2008 dal birraio Gino Perissutti. E' il punto d’arrivo di un percorso iniziato dalla passione per la birra e continuato con il lavoro nella pizzeria-ristorante di famiglia, il Coton, una delle prime nella Carnia a dotarsi di un’ampia carta delle birre di qualità. Ai viaggi birrari Gino fa seguire i primi esperimenti di homebrewing con le pentole che proseguono per un paio di anni: dopo alcuni corsi di formazione arriva la decisione di trasformare il locale dei genitori in un vero e proprio brewpub.
A coronamento del buon lavoro svolto arriva a sorpresa il titolo di Birraio dell’Anno ottenuto nel 2011: con la notorietà arriva anche la necessità di crescere e di aumentare la produzione. Dal primo impianto da 1.8 hl si passa ad uno da 20 e nel 2014 il birrificio ha trovato una nuova casa in via Nazionale 14, negli spazi ristrutturati di una vecchia falegnameria: sala di cottura con un tino di ammostamento e un tino di filtrazione tipo “Spadoni MBS 2000” con capacità di 27 hl, cinque fermentatori per un totale di circa 140 ettolitri. La “taproom” del birrificio è ancora la pizzeria che si trova all’interno dell’albergo di famiglia, il Coton: qui avete la possibilità di pernottare a poche centinaia di metri dal paese abbinando le birre alle oltre cinquanta pizze proposte. Per gli acquisti è invece operativo dal martedì alla domenica (15:30-18:30) lo spaccio del birrificio.
La birra.
Foglie d'erba deve il suo nome all’omonima raccolta di poesie (la prima edizione è del 1855) dello scrittore statunitense Walt Whitman e credo che anche per la birra odierna si debba tornare a guardare agli Stati Uniti. Freewheelin’ IPA, probabilmente ispirata al secondo album ufficiale (1963) di Bob Dylan; una Double IPA (8.5%) la cui ricetta prevede malti Maris Otter, Pale, Pilsner e Crystal, un ricco parterre di luppoli che include Tettnanger, Mandarina Bavaria, Citra, Chinook, Centennial, Simcoe e Amarillo. Tra i riconoscimenti ottenuti il recentissimo oro all'edizione 2017 di Birra dell'Anno nella categoria 10 "chiare e ambrate, alta fermentazione, alto grado alcolico, luppolate, di ispirazione angloamericana". Ma c'è anche il bronzo a Birra dell’Anno 2012 nella categoria 5 (birre luppolate, alta fermentazione, di ispirazione angloamericana), il bronzo al Brussels Beer Challenge 2013 e il primo posto al CIBA - Campionato Italiano Birre Artigianali del 2013.
Il birrificio descrive il suo colore come “dorato scarico” e la foto come al solito lo rende più scuro del dovuto: la realtà è tuttavia più vicina alla fotografia. Ambrata, lievemente velata, con riflessi oro antico: la schiuma è biancastra, cremosa, compatta ed ha un’ottima persistenza. Il mese e mezzo di vita in bottiglia regala un aroma ancora fresco e piuttosto zuccherino: mango, papaia, ananas e melone retato. Frutta tropicale molto matura, qualche ricordo di pompelmo in sottofondo, caramello, forse miele: pulizia ed intensità ci sono. Al palato le manca un po’ di carbonazione: la bevuta risulta morbida e scorrevole, ma le bollicine sono davvero pochissime. Il gusto non presenta sorprese, continuando un percorso che si apre con caramello e qualche accenno biscottato ad introdurre il dolce della frutta tropicale. E’ una Double IPA molto dolce nella quale l’amaro arriva solo a fine corsa e, anziché reclamare un ruolo da protagonista, serve soprattutto a bilanciare: la resina affiora solo nel retrogusto, accompagnato da un morbido calore etilico e dal ritorno dolce di caramello e frutta tropicale.
Intensa, abbastanza facile da bere, pulita: la freschezza valorizza bene il generoso carattere fruttato-tropicale e ruffiano di questa Freewheelin’ IPA. Per quel che riguarda il gusto personale, non è l’interpretazione di West Coast IPA che preferisco: molto poco secca, tanta frutta dolce ed amaro che non emerge, almeno in questa bottiglia.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, lotto 97-2016, imbott. 10/01/2017, scad. 10/01/2018, prezzo indicativo 4.50-5.50 Euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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