Ricorre proprio quest'anno il ventesimo compleanno della Black Sheep Brewery, fondata nel 1992 da Paul Theakston; se il cognome vi suona familiare, stiamo proprio parlando della famiglia che mise in piedi nel 1832 l'omonimo birrificio la cui birra più famosa è probabilmente la Old Peculier. Controllata dal governo inglese sin dal 1916, la Theakston ha navigato in una disastrosa situazione finanziaria sino al 1984, quando fu acquisita dalla Matthew Brown di Blackburne, a sua volta poi acquisita dalla Scottish & Newcastle tre anni dopo; la conseguenza, come spesso accade quando avvengono queste acquisizioni, fu la chiusura dello storico impianto di Masham ed il trasferimento di tutte le birre a marchio Theakston negli impianti del birrificio acquisitore. Paul Theakston, direttore generale sin dal 1968, lascia l'ex-azienda di famiglia nel 1986 per ritornare indipendente ed aprire, quattro anni dopo, la Black Sheep Brewery. Il destino vuole che si renda disponibile l'edificio di un vecchio maltificio proprio a Masham (North Yorkshire) dove aveva sede il primo stabilimento della Theakston; è un periodo molto difficile per l’industria brassicola inglese; numerosi sono i birrifici costretti a chiudere e Paul “approffitta” della situazione per recuperare qua e là quello che gli serve per ricominciare: il bollitore in rame viene dalla defunta Hartley's Brewery, i fermentatori dalla Hardy & Hansson di Nottingham e dalla Darley nei dintorni di Doncaster. Riguardo al nome da dare al nuovo progetto, Paul è ovviamente impossibilitato ad utilizzare il cognome di famiglia, vorrebbe adottare il nome della località (Masham) ma proprio in quel periodo c'è un altro birrificio che apre e che ha la stessa idea. Ma sua moglie ha un’ispirazione: considerando che Masham in passato era famosa per il commercio di pecore, ecco nascere "la pecora nera", che è anche un voluto e ironico riferimento alla scelta fatta da Paul di lasciare l'azienda di famiglia per mettersi in proprio. Il primo birraio alla Black Sheep fu Paul Ambler, autore anche della ricetta di questa Riggwelter; Theakston non amava le birre con un profilo tostato molto pronunciato, e Ambler ricorda oggi di aver impiegato più tempo a convincere il proprio capo a mettere in produzione la birra che a scriverne la ricetta. Anche il nome Riggwelter è strettamente legato al territorio; nel “dialetto” dello Yorkshite, il termine si riferisce alla situazione in cui una pecora si trova sdraiata sulla propria schiena e non riesce ad alzarsi senza l’aiuto di qualcuno. Viene messa in commercio per la prima volte nel 1995, ed è attualmente la seconda birra in bottiglia più venduta, dietro alla Black Sheep Ale, ed ottiene un rimarcabile punteggio di 93/100 su Ratebeer ; la ricetta prevede un profilo di malti dato da Maris Otter e Pale Chocolate. L’aspetto è davvero sontuoso; un bell’ambrato carico, rossastro, con un cappello molto ampio di schiuma color ocra, fine e cremosa, molto persistente. Al naso sentori di toffee e di frutta (ciliegia matura, prugna, mirtilli) con leggerissime note di caffè in sottofondo. E’ una strong ale che arriva in bocca molto morbida, con una “texture” cremosa che invoglia la bevuta ed una carbonazione contenuta. Al palato troviamo toffee e frutta secca, banana matura, con un amaro terroso e tostato abbastanza piacevole a bilanciare; non c’è molta pulizia, ed una nota metallica fastidiosa rovina un po’ il finale. E’ comunque un discreto bere, una strong ale dal corpo medio che senz’altro si adatta meglio alle temperature autunnali che a quelle estive. Bottiglia prossima alla scadenza che ci ha dato l’impressione di non essere proprio in una forma ottimale, e che ci proponiamo di riprovare in condizioni migliori. Formato: 50 cl., alc. 5.7%, lotto 1192, scad. 28/07/2012, prezzo 1.98 Euro.
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