La Hardknott Brewery viene fondata nel 2005 da Dave Bailey ed Ann Wedgwood ai piedi del passo sul monte Hardknott; siamo all’interno del Lake District, in Inghilterra (Cumbria) ed il passo collega la vallata di Eskdale con quella di Duddon. La strada che conduce al passo è considerata la strada inglese con la massima pendenza (33%) e porta anche ad un sito archeologico (Hardknott Roman Fort) di epoca Romana. Dave ed Ann gestivano un pub (The Woolpack Inn) ad Eskdale che hanno poi venduto per concentrarsi esclusivamente sulla produzione di birra; al tempo stesso il birrificio è stato spostato un po’ più a sud, a Millom, sull’estuario del fiume Duddon, proprio di fronte all’Isola di Man. Le birre Hardknott sono da poco disponibili anche in Italia (per la prima volta, ci sembra) grazie all’importazione di Ales & Co.; il birrificio può essere inserito all’interno della cosidetta “new wave” brassicola inglese, con produzioni che utilizzano soprattutto luppoli americani ed esotici e prediligono categorie stilistiche un po’ modaiole (Imperial IPA, Black IPA, Imperial Stout) piuttosto che i grandi classici britannici. Come ad esempio questa Code Black una Black IPA prodotta con Cascade ed Amarillo; bello l’aspetto, marrone scuro con riflessi rosso rubino. Schiuma molto persistente, color beige, quasi pannosa. Ottimo anche l’aroma, pulito ed elegante, complesso; ad una prima “ondata” di luppoli (pompelmo e scorza di limone, soprattutto) fanno seguito sentori più delicati di caffè in grani, cenere, persino una leggera affumicatura. Le ottime aspettative vengono però un po’ deluse in bocca, dove lo scenario è quasi completamente capovolto; c’è una quasi assoluta dominanza di tostature dall’imbocco al finale, con qualche nota di cenere. Completamente svanite le note citriche, a parte un leggerissimo richiamo di polpa di pompelmo rosa; anche l’amaro che bilancia è caratterizzato da tostature e da note prevalentemente terrose, che culminano in un retrogusto amaro che non ci è parso molto gradevole. Una birra che sarebbe facile da bere, più “stout luppolata” che “Black IPA”, con un corpo snello ed una consistenza acquosa; ma dopo un ottimo inizio questa Code Black inizia una rapida discesa dalla quale non riesce più a risollevarsi.. Da riprovare sperando di esserci imbattuti in una bottiglia poco in forma. Formato: 50 cl., alc. 5.6%, scad. 22/12/2013, prezzo 5.50 Euro.
l'ho assaggiata quasi per caso e con poco tempo a disposizione però devo dire che dal ricordo che mi porto dietro era bella resinosa anche in bocca, non ho riscontrato la netta prevalenza del tostato sulla luppolatura
RispondiEliminagrazie del commento, mi tocca riprovarla alla prima occasione. che fatica :)
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