Ci tocca iniziare citando un vecchio ma non troppo post del blog che a mio avviso più manca agli appassionati di birra italiani: quello di In Birrerya, curato da Alberto Laschi. Dettagliata l’analisi fatta sull’evento Ratebeeriano del 2013, ovvero il traguardo delle 25.000 birre recensite dal rater danese Henrik Papsø, ovvero Papsoe su Ratebeer. Non approfondiremo in questa sede come trovi il tempo una persona di “ratare” degli (voglio sperare) assaggi di circa 280 birre al mese; per questo, ed altro, potete leggere i commenti del post sopra citato o anche di questo. E’ forse più utile ricordare che il sig. Papsø è anche responsabile della comunicazione del birrificio danese Amager; nessuna meraviglia quindi se un birrificio produce per un suo collaboratore una birra per celebrare l’evento. Un po’ più singolare è che invece le birre dedicate a questo traguardo, da altri birrifici, siano state quasi una decina. Va bene dare a Ratebeer il peso relativo che merita (è un ottimo database dì informazioni) e va bene chiamare in causa la passione e l’amore per la birra che anima tutti questi Raters. Ma in fin dei conti fare birra è un business, ed in alcuni paesi scandinavi (mi dicono) Ratebeer riesce a muovere parecchi numeri ed a orientare le scelte di molti consumatori. Anche in alcuni supermercati americani mi è capitato di vedere a fianco di alcune birre un cartoncino che indicava il voto su Ratebeer (100/100) e la stessa cosa - anche se con portata molto più limitata - la si può trovare su alcuni beershop on-line italiani. Inevitabile quindi che alcuni birrifici (soprattutto di certi paesi che operano in certi mercati) prendano sottobraccio questi raters ed abbiano un occhio di riguardo verso di loro; ciò non significa che siano direttamente pagati per fare delle recensioni favorevoli, ma magari ricevono a titolo gratuito birre da recensire e, nel corso di queste sessioni di “rating”, dove le birre vengono assaggiate da diverse persone, ecco che anche gli amici del rater saranno difficilmente portati a parlare male di una birra che è stata loro offerta, anche perché stroncarla potrebbe precludere ulteriori possibilità di assaggio.
Comunque, la Amager dedica a Papsoe una Black American Pale Ale (scura e luppolata, come le birre che piacciono a lui) con una batteria di malti che vede Pale, Pilsner, Cara-Hell, Cara Aroma; due i luppoli utilizzati, Simcoe e Sorachi Ace. Molto bello l'aspetto, di colore praticamente nero con una grossa testa di schiuma beige chiaro, compatta, pannosa e davvero molto persistente. Birra che dovrebbe avere sulle spalle ormai 7-8 mesi di vita e quindi l'aroma (dry-hopping) non è certo al picco della sua freschezza: aghi di pino, pompelmo e sentori di erba appena tagliata. C'è comunque buona pulizia e finezza anche se non troppa intensità. Il livello sale in bocca, con una sensazione palatale davvero ottima; birra dal contenuto alcolico contenuto (5.5%) ma corpo medio e grande morbidezza. L'imbocco è dolce e fruttato (polpa d'agrumi) ma il resto della bevuta tende progressivamente ad addentrarsi in territorio amaro, con vigore sempre più crescente; dapprima c'è una sorta di bilanciamento al dolce con note resinose, erbacee e di scorza di pompelmo, per aumentare poi il carico con delle note terrose e di liquirizia. Colore black, ma grande prevalenza di luppoli con qualche leggero accenno di tostatuture e di caffè solo a temperatura ambiente. Se la bevuta era iniziata con un aroma elegante ed un imbocco abbastanza bilanciato e godibile, il finale (ed il retrogusto) vede invece una deriva amara un po' fuori controllo e rozza, puntando sui muscoli piuttosto che sulla pulizia e sulla finezza. Se il gusto scivola progressivamente verso il nero, il "ruttino" post-bevuta è comunque al pompelmo; birra che si sbilancia un pochino per strada, o che forse con i mesi di vita ha un po' perso l'equilibrio che aveva alla nascita. Rimane comunque notevole la gradevolezza al palato, con una scorrevolezza degna di una ottima APA abbinata alla morbidezza tipica di certe Oatmeal Stout. Per ora sono in tutto circa un ventina le birre dedicate al rater Papsoe; nell'attesa della prossima celebrazione, ad oggi 02/12/2013 lui ha ratato ben 25113 birre con una preferenza (2500) per Lager e Pils: perchè allora festeggiarlo con una Black IPA ?
Formato: 50 cl., alc. 5.5%, lotto 606, scad. 05/2014, pagata 7.00 Euro (beershop, Italia).
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